Nello studio de La Volta Buona si è parlato di figli di personaggi noti, spesso esposti in giovane età al pubblico. Ospite anche Patrizia Mirigliani, figlia dello storico patron di Miss Italia, Enzo Mirigliani. Al suo fianco suo figlio Nicola, avuto dal marito Antonello Pisu. Il giovane ha raccontato la sua difficile giovinezza, che lo ha visto anche fare uso di droghe.
Il bullismo
Nicola Pisu era un bambino molto timido, che a stento parlava. Il trasferimento da Trento a Roma è stato per lui un profondo trauma. Da una piccola città a una metropoli, sentendosi totalmente sovrastato da un differente modo di vivere.
“La mia timidezza derivava anche dal bullismo. Il trasferimento mi ha devastato. Ogni giorno era una tortura, arrivando anche a degli sputi in faccia. Non ho raccontato nulla a casa. A mia madre l’ho detto soltanto 5 anni fa. Un dolore forte che ti porti dentro. Ci convivi ma poi non riesci, né con psicologi o con la comunità, che nella mia vita è venuta dopo”.
La tossicodipendenza
I vari disagi subiti da Nicola in giovane età lo hanno spinto a frequentare cattive compagnie, sperimentando delle droghe e divenendo infine un tossicodipendente. Un dramma personale di enormi dimensioni, che avrebbe potuto avere ben altro finale.
Una crisi che ha spinto sua madre Patrizia Mirigliani a denunciarlo. Una scelta coraggiosa e terribile, necessaria ma devastante: “Qualcosa che non mi sarei mai aspettato ma oggi la ringrazio. Forse non sarei qui, oggi”.
Caterina Balivo è incredula. Sa bene che la scelta è stata quella giusta, ovviamente, ma non riesce a comprendere il livello di forza emotiva necessario per prendere tale decisione. Patrizia ha descritto così quei momenti disperati:
“Denunciare un figlio, sangue del tuo sangue, è terribile. Non so come ho fatto. Quando ho varcato la soglia del commissariato, mi sono detta che dovevo farlo. Dovevo salvare mio figlio, che oggi non ci sarebbe più. È facile aiutare un figlio proteggendolo e avallando ogni cosa faccia. Nicola però faceva uso di sostanze a in casa la situazione non era vivibile. Subivo una richiesta continua di soldi, alla quale dovevo sottostare. Stavo comprando la sua morte e non potevo più farlo”.
Il rapporto con la madre
La deriva presa da suo figlio aveva distrutto completamente il loro rapporto. Sua madre era per lui un bancomat. Tutto ciò che gli interessava era riuscire a mettere le mani su una somma di denaro, così da continuare a far uso di sostanze. Per fortuna non si è mai giunti alla violenza fisica ma ormai i due erano degli estranei e di colpo il ragazzo si è ritrovato nelle mani degli agenti e, in seguito, con un braccialetto elettronico per 1 anno e 5 mesi: “Ho frequentato anche più di una comunità. Sempre forzato. Arrivare a capire che ne hai bisogno è difficile”. Oggi per fortuna tutto è ben diverso e ogni parte di questo racconto è un lontano ricordo.