Il Festival di Sanremo 2024 ha preso il via con una prima serata in pieno stile Amadeus. Se l’inizio è stato affidato alla Fanfara del IV reggimento dei Carabinieri a cavallo posizionati sul green carpet, ad aprire le danze è stato il co-conduttore e super ospite Marco Mengoni, reduce dalla vittoria della scorsa edizione con il brano Due Vite. Tante conferme, altrettante sorprese e una generale voglia di assaporare la musica nell’essenza di ogni artista in gara, pronto a portare un messaggio e un’emozione.
Standing ovation per Marco Mengoni: voto 10
“Manca pochissimo e poi nulla sarà più come prima”. Queste le prime parole affidate a un Marco Mengoni visibilmente emozionato, da solo sul palcoscenico storico del Teatro Ariston e letteralmente travolto da un’ondata di applausi e urla acclamanti da parte di un pubblico che, ammettiamolo, non vedeva l’ora di rivederlo là dove lo aveva lasciato subito dopo la vittoria dello scorso anno.
“Tra un attimo ascolteremo le 30 nuove canzoni che ci cambieranno la vita, almeno per un po’ – ha proseguito -. Qualcuna la ameremo, qualcuna forse non ci piacerà, ci sarà quella che ricorderemo per sempre, quella che senza volerlo impareremo a memoria e forse quella che urleremo ad un concerto. In qualche modo cominceranno a far parte delle nostre giornate e non ne potremo fare più a meno“.
Rivederlo sul palco cantare sulle note di Due Vite è stata una grande emozione e per lui, evidentemente, è stato lo stesso. Non c’è esperienza che tenga, tornare al Festival di Sanremo è un’emozione grande, di quelle che ti fanno tremare le mani e la voce, anche a distanza di mesi e anni. Mengoni non ha mai smesso di emozionarsi ed è proprio questa la sua cifra vincente.
Ma se pensavamo che bastasse questo aspetto “romantico” dell’ugola di Ronciglione per farcelo amare, l’artista ha rincarato la dose con momenti a dir poco esilaranti. Su tutti il recap degli episodi più iconici – e tragicomici – di tutte le edizioni del Festival, dal lancio di spartiti dell’orchestra durante l’edizione condotta da Antonella Clerici fino al bacio dello “scandalo” di Fedez e Rosa Chemical. Mengoni ha baciato Giovanna Civitillo davanti a un Amadeus sconvolto, scatenando un domino di baci in platea, e non abbiamo potuto fare a meno di sorridere di vero cuore.
Amadeus, ineguagliabile padrone di casa: voto 10 e lode
Un grande applauso, il saluto all’orchestra e al Maestro Leonardo De Amicis, un bacio alla sua Giovanna e al figlio José, immancabili in prima fila lì, sotto al palcoscenico. Amadeus ha saputo realizzare ancora una volta una edizione di Sanremo che ha messo d’accordo un po’ tutti, anche chi storce il naso e si dichiara un “non-fan” (ma alla fine, comunque, non può fare a meno di curiosare su Rai 1).
“Sanremo si ama e io amo questo bellissimo pubblico, amo questo storico palco, amo poter dire benvenuti alla 74esima edizione del Festival della Canzone italiana – ha detto rivolgendosi al pubblico -. Devo dire che in questi cinque anni ho finito gli aggettivi per descrivere la gioia di essere qui, la gioia di dare il via a una gara che è soprattutto una bellissima festa collettiva, un party che dura per cinque giorni”. Siamo solo all’inizio ma già ci piace!
Clara, la più giovane apre il Festival: voto 7
Alla più giovane degli artisti in gara è toccata una bella responsabilità: aprire la scaletta della prima serata del Festival. Mica male per Clara, che ha trionfato a Sanremo Giovani aggiudicandosi di diritto un posto nella gara dei Big. Emozionata sì, ma anche consapevole e orgogliosa di essere lì in quel preciso momento. La cantante nonché attrice di Mare Fuori ha saputo adempiere al suo difficile compito con grazia e forza e con una voce che ha valorizzato la sua canzone Diamanti Grezzi. Sì, merita proprio un bel 7 che certamente è destinato a crescere. Proprio come lei.
Sangiovanni incomprensibile: voto 5
Un po’ sottotono il buon Sangiovanni che, nonostante la giovanissima età, ha già collezionato più di un Festival di Sanremo. Forse per l’emozione che, si sa, può giocare brutti scherzi, ma il pubblico non ha potuto fare a meno di notare il suo biascicare qualche parola al punto da rendere piuttosto complicato seguire il testo della sua canzone, Finiscimi. Sarà per la prossima Sangio, noi crediamo in te.
Fiorella Mannoia, una vera fuoriclasse: voto 10
“Sono fiera di essere qui”, e anche noi di lei potremmo aggiungere. Fiorella Mannoia ha fatto ancora una volta scuola, con un brano accattivante e una voce che sembra congelata nel tempo. Sempre lì, pronta ad ammaliare il pubblico con la genuinità di una artista che ha dato riprova di non smentirsi mai. Mariposa si incastona dentro le orecchie e l’anima, suona a ritmo del cuore e lei, nella sua candida veste bianca luccicante di ricami come una sposina, fa centro. Come sempre, sì. Fiorella è una fuoriclasse.
Ibrahimović ospite a sorpresa: voto 9
“Che ci fai qui?”, “Che ci fai tu qui?”. Ed è subito gag. In maniera del tutto inaspettata – bravissimo Amadeus a non lasciar trapelare alcunché tra la miriade di informazioni e anticipazioni susseguitesi nel corso degli ultimi mesi – il campione di calcio Zlatan Ibrahimović ha fatto capolino sul palco dell’Ariston, lasciando tutti di stucco.
Inevitabile ripensare a quello “sfortunato” Festival che aveva rinunciato al pubblico per via della pandemia, nel quale proprio il buon Zlatan aveva presenziato al fianco del direttore artistico in qualità di co-conduttore. “C’era il lockdown e hai dato una grande mano a me e a Fiorello”, ha ribadito non a caso Amadeus. “Quella sera eri da solo, che tristezza. Tu, il tuo naso e tutti quei palloncini”, lo ha pizzicato Ibra ricordando uno dei momenti più iconici di questi ultimi Festival. E tra una battuta e l’altra, Ama ce l’ha proprio fatta sotto “al naso”.
La Sad, il suicidio a Sanremo non è un tabù: voto 8
“La musica ci ha salvato la vita” hanno urlato a gran voce i La Sad che hanno portato sul palco un brano intenso e crudele, regalatogli dai Pinguini Tattici Nucleari. Questa sera il trio punk ha fatto qualcosa di grande al teatro Ariston, oltre ad accattivare il pubblico con un brano orecchiabile: portare sul palco il tema del suicidio tra i giovani. “Parlarne fa paura, ma non parlarne è un suicidio”, questo il messaggio apparso nei cartelloni sul palco. Tutto per sostenere il Telefono Amico e le associazioni che si occupano di questo tema tanto delicato.
Irama, l’angelo dalle vibes alla Grignani: voto 7
Ormai da Irama non potremmo aspettarci altrimenti, se non uno di quei brani che ti squarciano l’anima toccando delle corde che preferiremmo lasciare lì, intonse. E invece no, il cantante ancora una volta ha colpito nel segno con una voce che ricorda sempre più le vibes alla Gianluca Grignani dei primissimi tempi, con parole emozionanti e la capacità di tenere testa sul palco anche ai più grandi. Ne ha fatta di strada da Amici il buon Irama, l’angelo biondo di rock vestito che piace a tutte (anche alle mamme).
Ghali scintillante, in tutti i sensi: voto 8
Non è esattamente il classico performer da Sanremo, ma Ghali non ha assolutamente sfigurato con un brano, Casa mia, coinvolgente come pochi tra quelli andati in scena sul palcoscenico dell’Ariston. Un alieno lo guardava a distanza, mentre scintillava nella sua mise da vera star al ritmo di musica. Certamente ce ne ricorderemo in queste serate e chissà che non ci riservi qualche sorpresa in classifica…
Negramaro, animali da palcoscenico: voto 6
Giuliano Sangiorgi e i Negramaro sono tornati sul palco del Festival di Sanremo con un brano pienamente nel loro stile, ma Ricominciamo tutto non basta. Forse sembra già sentito, ma non possiamo fare a meno di dare atto al frontman della rock band salentina di essere una delle voci più iconiche della scena musicale italiana. Chapeau.
Annalisa non delude le aspettative, forse troppo: voto 5
Ormai è la “regina del pop” per antonomasia, la bella Annalisa, che dalla scuola di Amici di Maria De Filippi ne ha fatta di strada. È cresciuta, si è evoluta, trasformata e ci ha regalato delle hit tutte da ballare e cantare che si incastonano nella testa al primo ascolto. Il suo brano sanremese è orecchiabile e non delude le aspettative, forse un po’ troppo. Sinceramente si poteva fare di meglio. Sarà per il prossimo ascolto (chissà).
Il toccante ricordo di Giovanbattista Cutolo: voto 10
Giogiò, come lo chiamavano i suoi amici più cari e la sua mamma, Daniela, aveva un sogno: suonare al Festival di Sanremo. “Quel giorno è arrivato, amore mio”, ha detto la donna con la voce straziata dal dolore. Una mamma che si è vista strappare via un figlio che amava e viveva per la musica, solo per un motorino parcheggiato male. La storia accaduta a Napoli qualche mese fa è rimasta indelebile nel cuore di tutti gli italiani e Amadeus ha voluto celebrare il ricordo del giovane musicista, regalandogli il sogno che ha sempre avuto nel cuore.
Mahmood è una certezza: voto 7
Che dire di Mahmood? Quel che tocca diventa oro, proprio come la Tuta gold che ha cantato sul palcoscenico del Teatro Ariston in questa prima serata che, dobbiamo ammetterlo, lo ha fatto schizzare in vetta tra i nostri preferiti. Il ritmo c’è, il testo anche – torna a parlare del padre, protagonista di Soldi -, il fascino non manca. Un posto sul podio non glielo toglie nessuno.
Loredana Bertè, la vera “regina” del rock: voto 10
Il pubblico non ha saputo resistere al richiamo della standing ovation per la vera, sola e unica “regina” del rock della musica italiana. Con la sua chioma turchina la fantastica Loredana Bertè ha portato sul palco di Sanremo una ballata tutta da cantare, ritmata e coinvolgente, proprio com’è nel suo stile. Pazza si descrive nella canzone sanremese, e noi siamo letteralmente pazzi di lei.
Diodato vuole vincere (e si vede): voto 9
Dopo Fai rumore torna sul palco con Ti muovi e sì, tutto lascia pensare che Diodato voglia aggiudicarsi la sua seconda vittoria al Festival di Sanremo. Una ballata romantica che più romantica non si può, raccontando di un amore che fa fatica a lasciare andare come del resto è capitato a tutti noi almeno una volta nella vita.
Geolier, Napoli c’è: voto 6
Non possiamo negare che portare sul palco dell’Ariston un testo interamente in napoletano non sia proprio così scontato e ci vuole una buona dose di “coraggio”, considerato che in molti – per evidenti limiti – non sono in grado di seguirne ogni singola parola. Ma con I p’ me, tu p’ te Geolier si è portato a casa un’esordio sanremese niente male, dimostrando di avere stoffa, nonostante sia all’apparenza un po’ “fuori posto”. Bravo!
Alessandra Amoroso canta Alessandra Amoroso: voto 5
A essere sinceri ci aspettavamo una rivoluzione un tantino più forte da parte di Alessandra Amoroso, forse un po’ troppo uguale a sé stessa in un brano, Fino a qui, che certamente si lascia ascoltare ma non colpisce più di tanto. I fan sono andati in visibilio per la cantante e non gli si può dare torto, ma da qui a esser favorite per la vittoria ce ne vuole. Ci aspettavamo di più.
The Kolors, non smetteremo più di ballare: voto 8
Un ragazzo, una ragazza è già tormentone. È bastato il primissimo ascolto per capire che i The Kolors sono tornati alla grande con un nuovo brano tutto da ballare e canticchiare, come abbiamo già fatto con Italodisco. Non ce li toglieremo più dalla testa e sì, hanno fatto proprio centro. In radio certamente domineranno le chart!
Angelina Mango, papà sarebbe orgoglioso: voto 7,5
Sì Angelina, papà Pino sarebbe stato certamente orgoglioso di vedere un’esibizione così frizzante sul palco di Sanremo, lo stesso in cui lo abbiamo amato e dal quale manca, moltissimo. Fresca di Amici, la Mango ha portato in gara un brano fresco come lei, giovane e orecchiabile, forse non da vittoria ma, in fondo, la vittoria più grande l’ha già raggiunta. Angelina Mango ha dimostrato una sicurezza degna delle artiste con più esperienza.
Fiorello, indispensabile mattatore: voto 10
Non c’è Amadeus senza Fiorello al Festival di Sanremo e sì, lo ha dimostrato ancora una volta, nonostante si stia volutamente tenendo alla larga – più o meno – dal palcoscenico dell’Ariston in attesa del gran finale di giorno 10 febbraio, durante il quale presenzierà nelle vesti di co-conduttore.
Fiorello è un indispensabile mattatore capace di intrattenere il pubblico a suon di frecciatine e battute al peperoncino, tanto semplici quanto ficcanti. Una su tutte? Lo striscione gigante fuori dal Teatro con scritto “Ama pensati libero… è l’ultimo” con chiarissimo riferimento a Chiara Ferragni (che sembra avere apprezzato), così come il suo Aristonello (la glass box allestita per il Festival) o ancora il doppio creato con l’AI. Sempre nel suo stile ma anche al passo coi tempi. Lo amiamo, è inutile.
Il Volo, come da manuale: voto 5
Le tre ugole d’oro della lirica pop italiana sono tornate a Sanremo dopo qualche anno di assenza. Nel mezzo tour mondiali, tanti successi e milioni di dischi venduti in tutto il mondo, ma la loro Capolavoro è tutt’altro. Un pezzo “facilone” e molto sanremese ma decisamente agée. Si perde nel marasma di stili e concept di questa edizione e non spicca Il Volo.
BigMama, il pubblico ai suoi piedi: voto 9
Il pubblico di Sanremo l’aveva già scoperta l’anno scorso in duetto con Elodie, ma stavolta era tutto ai suoi piedi. BigMama ha cantato La Rabbia non ti basta. La rabbia di chi ha subito sulla propria pelle il bullismo, di chi si è visto additare per il proprio aspetto fisico o il proprio orientamento sessuale, e lo ha fatto con una voce potente, con un brano ballabilissimo e l’anima di chi nella voce mette tutta sé stessa. La vera rivelazione di questo Festival.
Ricchi e Poveri, il gran ritorno al Festival: voto 7
I Ricchi e Poveri si sono presentati sul palco dell’Ariston impacchettati in un gigantesco fiocco regalo dopo ben 32 anni di assenza dal Festival della Canzone italiana. Non che siano mancate le occasioni di vederli in tv – come al Cantante Mascherato, quando ancora Franco Gatti era in vita – ma stavolta hanno davvero stupito. Anche loro con un brano orecchiabilissimo, che si impara al primo ascolto e pronto a sfondare in radio anche tra i più giovani che, di fatto, non hanno idea di chi siano. Complimenti!
Emma deludente: voto 5
Ci aspettavamo di più da Emma, tornata alla grande sul palco di Sanremo dopo averlo calcato molteplici volte e in molte vesti (anche come co-conduttrice). La sua energia è indiscussa ed è stata meravigliosa in scena, ma il brano è stato un tantino deludente. Apnea non toglie il fiato, come promesso.
Renga e Nek, la coppia che non scoppia: voto 4
No, non ci siamo. Renga e Nek sono due cantautori pazzeschi sia singolarmente che da quando hanno creato questo sodalizio artistico che mette a frutto le esperienze (pregnissime) di entrambi, ma l’esibizione a Sanremo non ha convinto. Pazzo di te sembra un brano già sentito mille volte, si poteva fare di meglio.
Mr. Rain, emblema di dolcezza: voto 6
Con rara delicatezza Mr. Rain ha portato in gara all’Ariston un brano che si inerpica lentamente tra le corde dell’anima, parecchio simile in effetti alla Supereroi che gli è valsa il terzo posto sul podio della scorsa edizione. Forse avrebbe potuto osare un po’ di più, ma apprezziamo la coerenza.
BNKR44, un debutto di tutto rispetto: voto 5,5
Con Governo Punk, ora possiamo dirlo, i BNKR44 (che si legge “bunker 44”) hanno fatto il loro esordio all’Ariston in modo assolutamente dignitoso. Probabilmente servirà qualche altro ascolto per apprezzarne davvero le potenzialità, intanto gli riconosciamo una quasi sufficienza, con l’augurio che sia l’inizio di un lungo e interessante percorso (al di là di Sanremo).
Gazzelle, la dignità del cantautorato: voto 9
“Una canzone d’amore ambigua, aperta e sexy, da ascoltare con gli occhi chiusi per lasciarsi trasportare dal flusso di immagini un po’ surreali. Da ascoltare in fila davanti a un take-away cinese”, così lo stesso Gazzelle aveva descritto la sua canzone sanremese e non avrebbe potuto fare meglio. Il cantautorato “nuova maniera” è di casa all’Ariston e non possiamo che essergli grati.
Dargen D’Amico, l’impegno è dance: voto 10
Dargen D’Amico in versione distributore di orsacchiotti di peluche proprio non ce lo aspettavamo. O forse sì. Da uno dei performer più iconici delle ultime edizioni del Festival dobbiamo prevedere l’impossibile e la sua immagine tutta dolcezza contrapposta a un pezzo ritmato fino all’impossibile e certamente impegnativo, che parla di resilienza e immigrazione, ha creato un effetto decisamente WOW. “La storia, Dio, non accettano la scena muta: cessate il fuoco”, questo il suo messaggio contro ogni guerra, contro chi sta colpendo incessantemente uomini, donne e soprattutto bambini innocenti. Grande.
Rose Villain, voce da brividi: voto 7
Anche Rose Villain è una vecchia conoscenza del Festival, dopo il duetto dello scorso anno con Rosa Chemical. Stavolta è tornata da grande protagonista e non si è smentita affatto: bellissima presenza, gran voce che scatena qualche brividino lungo la schiena e una sicurezza con le quali arriva dritta al punto. Una splendida sorpresa.
Santi Francesi, da X Factor con furore: voto 6,5
C’erano molte aspettative sui Santi Francesi che sono arrivati all’Ariston dopo essersi fatti conoscere e amare dal pubblico di X Factor e non sono state deluse. Bravi, coerenti col loro stile e con un brano – L’amore in bocca – che promette già di avere un bel successo. Da riascoltare.
Fred De Palma, dove sei? Voto 4
Fred De Palma è sinonimo di reggaeton, quello che ti sconvolge e ti fa ancheggiare anche se non è il tuo genere preferito. Pertanto ci chiediamo: dov’è finito? Forse avremmo apprezzato di più il coraggio di portare sul palcoscenico di Sanremo il proprio genere musicale, senza apparire “forzato”. Peccato.
Maninni, una bella sorpresa: voto 7
“Spettacolare appartiene a un genere misto pop e rock, che ha influenzato la mia carriera. Racchiude i momenti più belli vissuti con fragilità, amore e passione. Se si riesce ad affrontare gli ostacoli con un altro aspetto, tutto può diventare tutto spettacolare”, così ha parlato del suo brano in una recente intervista. Definizione che gli calza a pennello e che rispecchia l’anima di un cantautore giovane e che ha molto da dire, soprattutto di sé. Una bella sorpresa.
Alfa, tutto nella norma: voto 5,5
Acclamato dalle coetanee ma anche dalle mamme. Sarà per quel faccino d’angelo, sarà per la voce dolce e il modo di cantare ammiccante ma non troppo. Quel che è certo è che Alfa non ha stupito con grandi acrobazie sul palco dell’Ariston e con molta probabilità non ricorderemo il suo brano più di altri. Ma gli diamo il beneficio del dubbio (al prossimo ascolto).
Il Tre, ultimo ma solo in scaletta: voto 8
Mentre le palpebre cominciavano a calare inesorabilmente (quasi) come il sipario dell’Ariston, ecco che Il Tre – tra i meno conosciuti di questa rosa di Big – ha risvegliato un po’ gli animi con un brano (Fragili) che si lascia ascoltare con molto piacere. Riponiamo in lui grandi speranze.