Risonanza magnetica cervicale: a cosa serve

La risonanza magnetica cervicale è un esame diagnostico che impiega i campi magnetici per fornire immagini dettagliate della colonna vertebrale cervicale

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Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Pubblicato: 7 Maggio 2024 09:29

Alcuni disturbi sembrano talmente comuni da essere considerati da molti normali: niente di più sbagliato. Per esempio i dolori persistenti al rachide cervicale potrebbero richiedere una risonanza magnetica cervicale per capirne la fonte e poterli trattare. 

Che cos’è la risonanza magnetica cervicale

Quando si parla di RM cervicale si intende un tipo di esame che, sfruttando un potente campo magnetico e onde a radiofrequenza, permette di ottenere immagini tridimensionali e dettagliate di una determinata zona del corpo, in questo caso del rachide e della colonna cervicale. Il macchinario riesce quindi a fotografare le prime vertebre della colonna cervicale: in particolare, quando si parla di risonanza magnetica rachide cervicale si analizzano le 7 vertebre posizionate nella parte posteriore del collo, all’altezza della nuca. 

Inoltre, grazie alla risonanza cervicale si possono osservare anche i dischi e il midollo della colonna cervicale. 

Cos’è la RMN

Per RMN – risonanza magnetica nucleare – si intende un esame di diagnostica per immagini che non utilizza le radiazioni, al contrario della tac, ed è quindi meno nociva (anche se oggi i raggi x utilizzati per le tomografie computerizzate sono molto bassi). Si tratta di un esame indolore e innocuo, che però permette di vedere con chiarezza non solo gli organi ma anche i tessuti molli e in particolare il sistema circolatorio e linfatico. 

Quando serve la risonanza magnetica cervicale

Possono essere diversi i motivi per cui un medico può prescrivere una risonanza magnetica al rachide cervicale. Innanzitutto, questo tipo di esame di imaging può essere utilizzato per valutare la conformazione anatomica del rachide cervicale, ma anche per individuarne eventuali anomalie o patologie che lo colpiscono.

Inoltre, può essere utile qualora si dovesse eseguire un intervento chirurgico nell’area cervicale, o ancora come monitoraggio nel post operatorio di un intervento alla colonna. 

Sintomi che possono richiedere l’RM

Può essere utile sottoporsi a una risonanza magnetica dell’area cervicale quando si manifestano particolari sintomi che, nonostante i trattamenti, non accennano a diminuire, e in particolare: 

  • dolore persistente
  • intorpidimento
  • formicolio o debolezza nella zona delle spalle e del collo ma anche degli arti

Inoltre, l’RM cervicale è particolarmente utile per osservare le conseguenze di un trauma che potrebbe aver compromesso il distretto anatomico. 

Cosa può diagnosticare la risonanza magnetica cervicale

Grazie alla risonanza magnetica del rachide e della colonna è possibile diagnosticare diverse problematiche e patologie, come: 

  • tumori ossei o dei tessuti molli
  • metastasi
  • ernie
  • aneurismi
  • disturbi articolari
  • malformazioni congenite o altre anomalie della colonna vertebrale cervicale
  • altre malattie dei tessuti molli
  • monitoraggio delle infezioni o delle infiammazioni (ascessi, osteomieliti o infiammazioni delle articolazioni cervicali)
  • valutazione di disordini neurologici che coinvolgono la regione cervicale, come compressione del midollo spinale, tumori spinali o malattie demielinizzanti (come per esempio la sclerosi multipla)

Si tratta in sostanza di un esame fondamentale per esaminare a fondo l’area della nuca e della parte alta della colonna vertebrale, che può evidenziare patologie o anomalie da trattare anche con urgenza. 

Come prepararsi all’RM cervicale

Come accade per tutte le risonanze magnetiche, quando è previsto l’uso di un mezzo di contrasto è necessario prepararsi all’esame osservando un digiuno di almeno sei ore. Sempre per lo stesso motivo, sarebbe bene effettuare delle analisi, in particolare quelle relativi al fegato e ai reni, importanti per valutare l’opportunità di usare o meno il liquido a base di Gandolinio. Potrebbero essere richiesti anche altri esami e soprattutto è importante comunicare al proprio medico eventuali allergie, patologie cardiache o renali, presenza di diabete mellito o assunzione di farmaci. 

Allo stesso modo, informatevi sul tipo di risonanza magnetica che farete: nonostante si tratti di una RM al rachide, potrebbe trattarsi comunque di un macchinario chiuso e potrebbe essere prevista una leggera sedazione. Questa prevede a sua volta un digiuno preventivo. Se invece foste claustrofobici, potete prenotare una risonanza magnetica cervicale aperta per un maggiore comfort. Anche perché per l’ottimale riuscita dell’esame è fondamentale che il paziente resti immobile, per questo deve essere completamente a suo agio. 

Come si svolge la risonanza magnetica del rachide cervicale

Il paziente deve spogliarsi di ogni oggetto metallico che potrebbe interferire col campo magnetico. A questo proposito, è importante comunicare la presenza di eventuali clip metalliche o pacemaker. Una volta pronto, si sdraia sul lettino, pronto a ricevere il mezzo di contrasto e/o il sedativo, se previsti. Dopodiché, il lettino scivola dentro il macchinario, cioè il grosso tubo che contiene il magnete, oppure – nel caso di risonanza aperta – il macchinario può essere posizionato nella zona di interesse, cioè quella cervicale.

Per ottimizzare la stabilità del collo, potrebbe essere fornito uno strumento apposito da posizionare proprio sopra di esso, in modo da permettere alla risonanza di acquisire immagini nitide e precise.

Il macchinario in funzione può risultare molto rumoroso: per questo potrebbe essere utile, dietro conferma del medico radiologo, indossare dei tappi per le orecchie. Durante tutta la durata dell’esame, il paziente è solo, ma sempre in contatto con chi sta acquisendo le immagini in sala.

Passati una trentina di minuti, il paziente è libero di tornare alle sue attività. Può essere necessario un periodo di osservazione nel caso in cui abbia ricevuto il mezzo di contrasto e/o la sedazione, ma nessuno dei due farmaci crea gravi effetti collaterali. Si può avvertire un leggero stato confusionale, nausea e sapore dolciastro in bocca, ma di solito gli effetti scompaiono in poco tempo ed è consigliabile bere molta acqua per smaltirli più rapidamente. 

Risultati

Solitamente, il medico radiologo è in grado di farsi un’idea globale della situazione già durante l’acquisizione delle immagini. Questo però non basta ad avere un referto immediato: se non c’è urgenza – come quando la vita del paziente è in pericolo – il radiologo si prende il tempo di analizzare con attenzione le immagini e di stilare la propria relazione tecnica, esaminando con cura ogni aspetto della risonanza.

In linea di massima, i risultati della risonanza magnetica al rachide sono pronti in qualche giorno; dopodiché, dovranno essere mostrati al medico che li ha prescritti per la loro interpretazione e per avere una diagnosi con conseguente trattamento. 

Fonti bibliografiche: