La psoriasi è una patologia molto comune che colpisce circa due persone su cento e nell’80 per cento dei casi si presenta nella forma lieve-moderata. Normalmente tende ad avere un percorso che vede l’alternarsi di riaccensioni e temporanee riprese delle lesioni.
In questo senso uno studio dei ricercatori del King’s College di Londra, pubblicato sul British Journal of Nutrition, fa trasparire associazioni significative tra la qualità della dieta e la gravità della psoriasi. I risultati forniscono nuove opportunità di conoscenza su come i modelli alimentari possano essere correlati alla gravità della psoriasi nelle popolazioni non mediterranee, oltre che essere utili anche da noi.
Cosa consiglia questo approccio? Sostanzialmente che un’alimentazione a base di frutta e verdura, cereali integrali, latticini magri e carni magre, povera di sale e zucchero sarebbe associata ad una ridotta gravità della malattia cutanea.
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Ecco cosa protegge
La ricerca ha analizzato i dati di 257 adulti con psoriasi sulla base di un sondaggio condotto online per valutare l’aderenza dei partecipanti a diversi modelli alimentari, giungendo ad un vero e proprio “punteggio”.
Sono stati presi in considerazione in particolare il modello della dieta mediterranea, quello Dietary Approaches to Stop Hypertension (DASH) e l’indice di dieta a base vegetale sana. Il tutto, grazie ad un questionario specifico sulla frequenza di assunzione di determinati alimenti. La gravità della psoriasi è stata autovalutata utilizzando un questionario convalidato.
Dai risultati principali dello studio emerge che chi aveva un’aderenza molto bassa all’indice dietetico DASH e all’indice dietetico basato sull’assunzione di vegetali tendeva ad avere un maggior rischio di andare incontro a forme di malattie cutanea più serie
Non solo: un’ulteriore analisi dei diversi elementi del modello dietetico DASH ha rivelato che un maggiore consumo di carne rossa e lavorata era associato a una psoriasi più grave anche tenendo in considerazione il peso corporeo e quindi l’eventuale eccesso, avendo come base l’indice di massa corporea (BMI).
Anche l’assunzione regolare di frutta, noci e legumi era associata a una psoriasi meno grave, ma questa relazione è apparsa legata in chiave positiva al BMI. Lo studio è stato pubblicato come parte del progetto Asking People with Psoriasis about Lifestyle and Eating (APPLE) ed è stato finanziato dalla Psoriasis Association.
L’importanza della sana alimentazione
“I nostri risultati indicano i potenziali benefici degli interventi dietetici nel migliorare i risultati dei pazienti – è il commento di Sylvia Zanesco, coordinatrice della ricerca. Dato l’impatto della psoriasi sul benessere fisico e psicologico, l’integrazione di valutazioni dietetiche nelle cure di routine potrebbe offrire ai pazienti un supporto aggiuntivo nella gestione della loro condizione”.
Il modello dietetico DASH è stato originariamente progettato per abbassare la pressione sanguigna e pone l’accento su frutta, verdura, cereali integrali, latticini magri e carni magre, limitando al contempo sale, zucchero e grassi saturi.
Un indice di dieta a base vegetale sano elevato caratterizza un modello dietetico ricco di cibi vegetali sani, tra cui frutta e verdura, cereali integrali, noci e semi, legumi e oli vegetali ricchi di grassi insaturi, oltre a essere povero di cibi di origine animale, bevande zuccherate e amidi raffinati. Lo studio, va detto, ha tenuto conto di diversi fattori confondenti, tra cui età, sesso, stato di fumatore, alcol, assunzione di energia e salute mentale, garantendo un’analisi completa dei modelli dietetici che sono indipendentemente associati alla gravità della psoriasi.
Come segnala in una nota dell’ateneo Wendy Hall, autrice principale del King’s College di Londra, “la ricerca fornisce prove molto necessarie sul fatto che potrebbe esserci un ruolo per i consigli dietetici, insieme alle cure cliniche standard, nella gestione dei sintomi della psoriasi. I nostri prossimi passi saranno esplorare se le diete ricche di cibi vegetali sani possano ridurre i sintomi della psoriasi in uno studio clinico controllato”.
Seguite le indicazioni del dermatologo
Detto che l’alimentazione potrebbe aiutare il controllo della situazione, è fondamentale ricordare che è necessario affidarsi al dermatologo per cure mirate caso per caso.
La psoriasi si manifesta con lesioni tipo eritemato-desquamanti, che nella forma classica si localizzano alle regioni estensorie del corpo, quali gomiti, ginocchia, cuoio capelluto. C’è poi una forma di psoriasi detta “psoriasi inversa”, dove invece le lesioni si localizzano nelle pieghe, in particolare nelle pieghe sottomammarie, nelle pieghe ascellari e nelle pieghe inguinali, ma bisogna ricordare che tutto il corpo può essere soggetto a queste manifestazioni.
Al momento, purtroppo, non si conoscono con certezza le cause della malattia. Sicuramente è importante la predisposizione genetica: circa il 30 per cento dei soggetti con psoriasi ha una storia familiare nei parenti di primo grado e la probabilità di ammalarsi con entrambi i genitori affetti da psoriasi è di circa il 40 per cento.
Su questa base si inseriscono poi diversi fattori ambientali: alcuni sono banali, come un eccessivo grattamento, le ustioni o le cicatrici, oppure alcune forme di tonsillite soprattutto nei bambini. Non vanno poi sottovalutati l’eccesso di peso, il fumo e l’abuso di alcolici, l’impiego di alcuni farmaci come i beta-bloccanti per la cura dell’ipertensione o gli antiinfiammatori impiegati per il mal di schiena o qualche linea di febbre.
In ogni caso, a determinare la comparsa delle lesioni è un’errata regolazione di particolari “guardiani” del sistema immunitario, i linfociti-T, che porta a velocizzare di cinque volte il ciclo di replicazione delle cellule dello strato superficiale della pelle, mentre la “morte” delle cellule da sostituire viene rallentata. L’eccesso di cellule che si aggiungono e la mancata eliminazione di quelle morte, alla fine, porta alla comparsa delle lesioni.