Quando pensiamo al sistema nervoso, non sempre teniamo presenti che esistono specifici nervi, definiti cranici. Uno di questi è il nervo facciale. Governa le nostre espressioni, favorisce il sorriso, tiene in posizione la bocca, ci permette di corrugare le palpebre.
Insomma, questo nervo in qualche modo contribuisce a disegnare il volto ed il nostro modo di presentarci agli altri. Purtroppo può capitare che anche questo nervo possa andare incontro a fenomeni di paralisi o paresi. Non si tratta di sinonimi, anche se spesso usiamo i due termini come tali.
Per provare a dare una definizione generale, si può dire che la paresi si correla ad un calo parziale della funzionalità motoria di una certa area dell’organismo, mentre in caso di paralisi la perdita della capacità di muovere l’area colpita può divenire totale. Ovviamente, in tutti questi casi deve essere il medico a valutare il quadro legato al problema del nervo facciale.
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Come si manifestano paresi e paralisi del nervo facciale
In realtà, anche se parliamo di nervo facciale, il settimo nervo cranico è formato da due “rami” che emergono comunque dal tronco dell’encefalo. Il primo è il vero e proprio nervo facciale, il secondo è il nervo intermediario di Wrisberg. Il nervo facciale è totalmente “motore”, ovvero ha il compito di governare i muscoli. Ed è proprio questo ramo fondamentale che, in qualche modo, entra in gioco quando si manifestano le lesioni come paresi o paralisi.
Per capire cosa accade è basilare comprendere quali sono i muscoli coinvolti nella parte superiore e inferiore del viso. Il nervo, in generale, contribuisce a governare la nostra espressione. Quando la lesione interessa la parte superiore del nervo, sono coinvolti i muscoli frontale, sopraciliare e l’orbicolare delle palpebre.
In qualche modo quindi si influisce sull’espressione della fronte e sulla possibilità di muovere correttamente le palpebre. Diventa impossibile chiuderle e quindi manca l’ammiccamento, con conseguente secchezza dell’occhio. Quando invece vengono coinvolti tutti gli altri muscoli del volto, ovviamente la situazione cambia. La stessa espressione della persona si modifica. Va detto che questa suddivisione in porzione alta e bassa è utile non solo sul fronte dell’anatomia e della fisiologia, ma anche perché può aiutare il medico a comprendere cosa può essere accaduto a determinare il quadro.
Ad esempio, una paralisi che segue un ictus può manifestarsi con la perdita della funzione dei muscoli di un lato nella parte inferiore del volto, con la classica bocca che tira da un lato, ma senza coinvolgimento dei muscoli della parte superiore. Il motivo? Ad innervare i muscoli della parte superiore del viso provvedono infatti i nervi di due lati. Se il danno del nervo facciale si verifica esternamente all’encefalo, invece, il danno coinvolge tutti i muscoli interessati.
Perché nasce la paralisi del nervo facciale e cosa è la paralisi di Bell
In genere la paralisi non ha una causa ben definita, anche se a volte possono esserci meccanismi che ne stimolano la comparsa. Ad esempio si parla spesso di paralisi “a frigore” cioè legata al freddo. In realtà, va detto che le condizioni climatiche contano poco. Più facile è che ci sia un coinvolgimento del nervo in caso di infezione da virus, come ad esempio quello dell’Herpes simplex.
In questo caso, infatti, gli stress legati a bruschi cambi di temperatura esterna possono facilitare la comparsa dell’infezione da Herpes, e quindi indirettamente anche la comparsa del quadro di paresi. Va anche detto che a volte esiste una vera e propria causa, legata a traumi o comunque interventi chirurgici che in qualche modo favoriscono l’insorgenza del quadro.
Un quadro specifico è rappresentato dalla paralisi di Bell, con interessa metà del volto. Succede che la bocca tende a calare lateralmente verso il basso, come se mancasse la forza al labbro, l’occhio rimane aperto.
Insomma, si teme una patologia grave e la parola deve passare attraverso il medico, considerando che il nervo passa attraverso uno spazio ristretto in corrispondenza della parte interna dell’orecchio. Se in quel punto si verifica una compressione, ovviamente il nervo si irrita e il segnale passa in modo scorretto. Così può comparire la paresi. Ultima indicazione: il trattamento, caso per caso, sulla scorta delle cause del quadro va indicato dal medico.