Osteomielite: cos’è, cause, sintomi e trattamenti

L'osteomielite è un'infezione delle ossa causata da batteri, funghi o altri microrganismi, che può portare a infiammazione e danni ossei

Foto di Carlotta Dell'Anna Misurale

Carlotta Dell'Anna Misurale

Laureanda in Medicina e Chirurgia

Studentessa di Medicina appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

L’osteomielite, un’infezione dell’apparato osteo-articolare, se trascurata può diventare cronica. Predilige le ossa ricche di tessuto spongioso, prevalentemente quelle altamente vascolarizzate, e si manifesta più frequentemente nei bambini, negli anziani e negli individui fragili o immunocompromessi. Ogni anno, secondo l’Associazione Nazionale per le Infezioni Osteo-Articolari, colpisce circa 15.000 persone in Italia.

I batteri piogeni sono i principali responsabili, seguiti più raramente da micobatteri e funghi. Solitamente, essi raggiungono il sito dell’infezione attraverso il flusso sanguigno, da tessuti vicini infetti o da ferite aperte, includendo anche cause iatrogene come interventi chirurgici o trattamenti dentali. Una volta insediatisi, i globuli bianchi tentano di eliminare il patogeno, ma il rilascio di enzimi provoca danni e necrosi ossea. Il pus invade i vasi sanguigni ossei, interrompendo il flusso e creando sequestri ossei. In risposta, l’organismo tenta di isolare la zona necrotica con nuovo tessuto osseo, formando un involucro osseo.

L’osteomielite può manifestarsi in forme acuta, subacuta o cronica, con quest’ultima caratterizzata da sintomi persistenti per oltre 6 settimane. Le forme croniche tendono ad associarsi a sclerosi e deformità ossee, con patogeni a volte resistenti agli antibiotici e di difficile trattamento. La tempestiva identificazione della patologia e la valutazione della sua cronicità sono cruciali per definire il piano terapeutico più efficace.

Cause dell’osteomielite

L’osteomielite può insorgere per diverse cause e con diversi meccanismi, i principali dei quali sono:

  • infezione per invasione diretta
  • diffusione ematogena da altra sede di infezione
  • per contiguità (da infezioni limitrofe)

L’infezione per invasione diretta si verifica quando l’agente patogeno raggiunge l’osso direttamente, ad esempio durante una operazione chirurgica, a seguito di una frattura ossea esposta o per mezzo di oggetti perforanti che con l’osso hanno un contatto diretto. Alcuni casi di osteomielite si verificano infatti dopo impianto di protesi ossee o placche metalliche.

Nel caso di diffusione ematogena il sangue è il vettore dell’infezione e il patogeno più coinvolto è lo Staphylococcus aureus. I soggetti più a rischio sono gli anziani (a livello della colonna vertebrale), i bambini (a livello delle estremità ossee di gambe e braccia) e i soggetti immunocompromessi come i dializzati, i soggetti tossicodipendenti e i pazienti che assumono terapie immunosoppressive.

Infine, l’osteomielite può verificarsi per estensione da tessuti molli infetti circostanti l’osso come nel caso di traumi, operazioni chirurgiche, ulcere, tumori o esiti di radioterapia. Anche in questo caso i soggetti più a rischio sono i soggetti immunocompromessi e fragili.

Sintomi dell’osteomielite

I sintomi dell’osteomielite dipendono dalla sede, dall’estensione e dalla gravità dell’infezione.

Il principale sintomo delle osteomieliti acute è il dolore, di tipo pulsante e generalmente molto intenso, soprattutto nei casi di infezione da protesi. Nel caso di osteomielite a sede vertebrale, il paziente lamenta mal di schiena esacerbato dal movimento e non responsivo alla assunzione di analgesici.

La regione cutanea corrispondente alla sede ossea infetta può essere tumefatta e calda, e in alcuni casi si può osservare la formazione di un ascesso. Altri sintomi tipici delle forme acute sono:

  • calo ponderale
  • astenia
  • piressia con brividi
  • cefalea
  • formazione di fistole
  • fratture

Diagnosi di osteomielite

Nel caso di sintomi sospetti (dolore, piressia, brividi, perdita di peso, astenia) e segni suggestivi (tumefazione, ascessi) è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio medico per ulteriori accertamenti.

Tra questi, gli esami ematici saranno il primo passo per evidenziare una infezione, indagando VES e PCR (proteina C reattiva) i cui livelli potrebbero risultare elevati. Conseguenzialmente, verranno prescritti esami diagnostici come RX, TAC, RMN o scintigrafia ossea, le ultime due particolarmente indicate per porre diagnosi.

Terapie dell’osteomielite

L’ospedalizzazione dei pazienti affetti da osteomielite è spesso necessaria per diversi motivi fondamentali. In primo luogo, l’osteomielite è una condizione grave che richiede un trattamento intensivo e multidisciplinare, che può includere terapia antibiotica endovenosa, interventi chirurgici per drenare il pus e rimuovere il tessuto necrotico, nonché la gestione del dolore e il supporto nutrizionale.

Inoltre, l’ospedalizzazione consente un monitoraggio costante dello stato del paziente, inclusi i parametri vitali e la risposta al trattamento, consentendo un aggiustamento tempestivo delle terapie in base all’evoluzione della malattia. In alcuni casi, specialmente nelle forme più gravi o nei pazienti con comorbidità, l’ospedalizzazione può essere necessaria anche per garantire un ambiente sterile e controllato, riducendo il rischio di complicazioni e favorendo una guarigione ottimale. Infine, l’ospedalizzazione offre un supporto emotivo e psicologico al paziente e alla sua famiglia, fornendo un ambiente sicuro e confortevole durante un momento difficile e spesso doloroso.

Se le cure sono tempestive, la prognosi dell’osteomielite è buona.

Fonti bibliografiche: