Mammografia: a cosa serve e quando farla

La mammografia è un esame radiografico del seno utilizzato per individuare precocemente tumori e altre anomalie

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Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Pubblicato: 15 Maggio 2024 08:29

La mammografia è un esame che gli esperti suggeriscono nelle donne dai 40 anni in poi. È utile per individuare formazioni maligne nel seno, anche molto piccole e quindi facilmente operabili. Sfrutta una bassa dose di emissione di raggi X.

Indicazioni sulla mammografia

La mammografia serve per effettuare un controllo dello stato di salute del seno. Nel nostro paese è il test di screening del tumore al seno a partire dai 50 anni. Le donne da questa età in poi possono effettuarla gratuitamente ogni due anni. È però importante eseguire la mammografia anche prima di questa età, parlandone con il proprio medico, a partire dai 40 anni.

In questo periodo, l’esame può essere effettuato insieme con l’ecografia mammaria, per indagare in modo ancora più preciso il seno. Inoltre la mammografia è utile per individuare la presenza di una lesione che la donna ha scoperto con le manovre di autopalpazione.

In che cosa consiste

La mammografia utilizza uno strumento chiamato mammografo, che emette una bassa quantità di radiazioni. L’operatore le indirizza prima verso una mammella, poi sull’altra. Le radiazioni attraversano i tessuti mammari e vengono “impressionate” come immagini su una radiografia. Quando incontrano un ostacolo, soprattutto se si tratta di un tessuto o di una formazione densa, i raggi disegnano sulla lastra un’immagine di colore chiaro. È il segno che, in quel punto, le radiazioni sono state bloccate. Il tessuto adiposo che è parte integrante sana del seno appare in colore scuro.

Come si esegue

L’esame si esegue mentre la donna si trova in piedi, dinanzi all’apparecchio, svestita dalla vita in su. La mammella viene posizionata su un appoggio orizzontale, manovrato dall’operatore, che lo abbassa fino a comprimere delicatamente ma a fondo il seno. Il fascio di radiazioni, erogate dal mammografo, attraversano il seno dall’alto verso il basso e successivamente da un lato all’altro per una frazione di secondo. Lo stesso procedimento avviene con l’altra mammella. In questo modo è possibile esaminare entrambi i seni a fondo, in senso orizzontale e verticale.

Cosa scopre la mammografia

Sulla radiografia (o, a seconda del metodo utilizzato, sul monitor) appaiono immagini riferite alla struttura dei tessuti mammari. L’esame complessivamente ha la durata di pochi minuti. Il referto si può ritirare anche subito dopo l’esame o poche ore dopo. La mammografia permette di individuare qualsiasi tipo di neoformazione all’interno del seno. Mette in rilievo i tumori benigni come i fibroadenomi, le cisti o le microcalcificazioni, lesioni tumorali maligne negli stadi più iniziali.

Quando iniziare a farla

La mammografia è un esame da eseguire a partire dai 40 anni, se non si è a rischio. In caso di presenza di fattori di rischio, una donna la può effettuare anche prima, parlandone sempre con il proprio medico e con il senologo. Il consiglio vale soprattutto per chi presenta un fattore di rischio importante, la cosiddetta mutazione genetica del BRCA1 – BRCA2. Se una donna presenta questa caratteristica, oltre alla mammografia dovrebbe eseguire anche la risonanza magnetica nucleare al seno.

Nelle donne sotto i 40 anni, l’ecografia mammaria è spesso preferita alla mammografia. Le donne più giovani tendono ad avere una maggiore densità del tessuto mammario, il che può rendere più difficile la visualizzazione delle potenziali anomalie tramite mammografia. L’ecografia può essere più efficace nella visualizzazione di queste aree dense e più sensibile nel rilevare masse e cambiamenti nel tessuto mammario in questi casi. In più l’ecografia non utilizza radiazioni ionizzanti. Tuttavia, è importante notare che l’ecografia mammaria può avere alcune limitazioni, come una maggiore soggettività nell’interpretazione delle immagini e una minore capacità di rilevare microcalcificazioni, che sono spesso un segno precoce di tumori al seno. Pertanto, la scelta tra ecografia e mammografia dipende spesso dalla situazione clinica specifica e dalle raccomandazioni del medico.

Con che frequenza farla

In assenza di fattori di rischio si consiglia di effettuare una mammografia ogni due anni. Chi presenta fattori di rischio dovrebbe sottoporvisi ogni anno. La mammografia è consigliata nelle donne in associazione all’ecografia, perché riesce a individuare tutte le formazioni che si trovano nel seno, anche quelle di dimensioni millimetriche e le calcificazioni.

Prepararsi alla mammografia

Non è necessaria una particolare preparazione per sottoporsi a mammografia. Ci si deve ricordare al momento della prenotazione, se si è ancora in età fertile, di fissare l’esame a partire dal settimo-decimo giorno del ciclo. Evitando i giorni immediatamente precedenti il flusso mestruale il seno è meno teso e l’esame meno fastidioso. Il dolore che si avverte nella compressione del seno è soggettivo. I macchinari più recenti riescono a ottenere immagini precise con una compressione ridotta.

Certo, è un esame che può indurre ansia e timore. È bene parlarne con il proprio medico oppure con il senologo che potrà fornire risposte competenti in merito a dubbi e timori. Uno, abbastanza diffuso, è che la mammografia sia dannosa per colpa delle radiazioni. In realtà queste sono molto basse.

Vantaggi e limiti

Il maggiore vantaggio della mammografia è che permette di scoprire anche le formazioni più piccole. Rispetto all’ecografia, però, questo esame è meno specifico. Non sempre cioè riesce a stabilire la natura di una formazione. Quindi può essere opportuno eseguire entrambi gli esami: prima la mammografia, per mettere in rilievo tutte le eventuali lesioni, quindi l’ecografia per definirne meglio la natura. Effettuare con regolarità la mammografia aiuta ad assumere un atteggiamento mentale positivo verso la prevenzione, controllandosi con tranquillità.

Approfondimenti sulla mammografia

Gli esami descritti in seguito si eseguono, secondo l’indicazione del senologo consultato, dopo che l’ecografia e la mammografia hanno messo in rilievo qualche cosa che va verificato. I Centri di senologia più avanzati, in questo caso, propongono alla donna un percorso diagnostico conclusivo che fornisce la possibilità di raggiungere la diagnosi in un’unica seduta, tranquillizzando nel giro di poche ore.

Il Mammotome

Si tratta di una biopsia che si effettua attraverso la cute con un po’ di anestesia locale. Ha l’obiettivo di raggiungere le lesioni più piccole e non palpabili, prelevarne alcune cellule che vengono poi analizzate in laboratorio. Il medico con un ago preleva una piccola quantità di tessuto, corrispondente alla sede della lesione. Il tessuto viene esaminato al microscopio e il risultato consente una diagnosi precisa della lesione.

L’esame avviene sotto guida ecografica o mammografica, per localizzare e raggiungere la lesione, anche la più piccola, con la maggiore precisione possibile. In base al risultato dell’esame istologico si stabilisce come procedere. Se la lesione è benigna può essere lasciata in sede e ricontrollata nel tempo con l’ecografia, la mammografia. In caso contrario sarà opportuno orientarsi verso l’intervento chirurgico.

La Core Biopsy

Dopo aver effettuato una lieve iniezione con anestetico, con un ago si preleva un campione di tessuto. Il prelievo viene eseguito con apparecchiature specifiche, senza necessità di guida ecografica o mammografica e viene effettuato per le lesioni più grandi. Il campione viene esaminato al microscopio per individuare la natura della formazione. Si esegue ogni volta che viene scoperta una neoformazione all’interno del seno con caratteristiche dubbie.

È sempre il senologo che decide di volta in volta se eseguire la Core Biopsy o il Mammotome, in base anche alle dimensioni della formazione da esaminare.

Come superare la paura della mammografia

In molte donne, la mammografia può ingenerare ansia e paura. Il pensiero più frequente è: e se scoprono qualcosa? Avere questi pensieri è del tutto normale, ma non devono indurre a evitare un esame. La mammografia è infatti un controllo che salva la vita. Infatti, nel caso in cui dovesse individuare una microcalcificazione, questa viene asportata e curata quando ancora non ha invaso i linfonodi e i tessuti.

Al contrario, aspettare è pericoloso. Per avere rassicurazioni, è importante confrontarsi con altre donne che devono effettuare la mammografia. Inoltre è bene parlare con il proprio medico e con il radiologo, ammettendo i propri timori.

Fonti bibliografiche: