Le statistiche affermano che, solo in Italia, il fumo di tabacco sia correlato a più di 93.000 decessi ogni anno, ossia poco meno dell’8% delle morti tra le donne e il 20% circa delle morti nella popolazione maschile. È chiaro, quindi, che il vizio del fumo sia un problema attuale e rilevante, per la salute dei cittadini, nonché per l’incremento della spesa pubblica. Le campagne antifumo sono all’ordine del giorno ma, da sole, non sembrano sufficienti per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi legati al consumo di tabacco.
È importante comprendere che non è solo il fumo “attivo” a comportare danni all’organismo, ma anche quello cosiddetto “passivo”, fonte di problematiche anche per i non fumatori, specialmente bambini e adolescenti. Non tutti sanno, inoltre, che esiste un’altra tipologia di pericolo, definito “fumo di terza mano”, che si cela all’interno di case e ambienti pubblici, nonostante i divieti di fumo e le precauzioni verso la popolazione.
Scopriamo di cosa si tratta e come fare per limitarne i danni.
Indice
Cos’è il fumo di prima, seconda e terza mano?
La combustione di una sigaretta genera due diversi tipi di fumo, ovvero:
- la fonte primaria di fumo è costituita dal fumo attivo o fumo di prima mano, è la componente sprigionata con l’atto di inspirazione del tabacco da parte del fumatore e che raggiunge direttamente bocca, gola e polmoni;
- la fonte secondaria di fumo, anche chiamata fumo passivo o fumo di seconda mano, che è sempre derivante dalla combustione del tabacco, si diffonde nell’aria attorno alla persona che fuma e viene inalato involontariamente anche dai non fumatori che si trovano nelle vicinanze.
Se il fumo attivo ha effetti principalmente su chi ha il vizio del fumo, quello passivo può compromettere la salute di chi circonda il fumatore e contribuisce all’inquinamento degli ambienti chiusi, impregnandoli di sostanze irritanti, tossiche e cancerogene.
La terza fonte di pericolo è il fumo di terza mano, spesso non conosciuto o sottovalutato. Di cosa si tratta? I composti volatili dannosi liberati nell’aria durante la combustione della sigaretta non solo possono essere immediatamente inspirati da chi è nelle vicinanze, ma possono anche depositarsi sugli indumenti, sulle superfici (tendaggi, mobili, pareti, oggetti, etc.), sulla pelle e sui capelli, generando una sottocategoria di fumo passivo, sempre più studiata e tenuta sotto osservazione.
Le sostanze derivanti dal fumo di terza mano possono essere, infatti, assorbite attraverso la pelle o ingerite involontariamente, dagli adulti che abitano gli ambienti o dai bambini e dagli adolescenti che vivono gli stessi spazi di un soggetto fumatore. I giovanissimi sono, infatti, i soggetti più a rischio per questo tipo di esposizione, i cui effetti sulla salute sono poco conosciuti e non ancora considerati con la giusta attenzione. I composti volatili derivanti dal fumo sono numerosi e possono accumularsi soprattutto negli ambienti chiusi e poco ventilati, ma riescono anche a essere trasportati a distanza attraverso i vestiti o la cute di un fumatore o di chi è stato a lungo in un ambiente con soggetti fumatori. Com’è noto, soprattutto tra i non fumatori, l’odore di fumo è uno tra i più persistenti e difficili da eliminare. A permanere nelle maglie dei tessuti non sono solo le molecole che emanano cattivo odore, bensì anche una serie di inquinanti e sostanze tossiche per l’organismo umano.
La contaminazione derivante da fumo di terza mano è decisamente influente per quanto apparentemente invisibile, e mette a rischio anche la salubrità di quegli ambienti dove fumare non è concesso (come i cinema, i locali pubblici, i negozi, i mezzi pubblici, i teatri, i bar e così via). Persino le abitazioni private possono essere pesantemente contaminate e diverse sostanze cancerogene sono rilevabili nella polvere domestica dei soggetti fumatori, soprattutto se le case sono di piccole dimensioni e/o scarsamente aerate.
Studi recenti hanno messo in evidenza la pericolosità del fumo di terza mano per la salute di grandi e piccoli. Gli studiosi statunitensi del Lawrence Berkeley National Laboratory, hanno scoperto che i residui del fumo permangono in una stanza per molto tempo e che causano danni a livello di DNA. Uno studio condotto dall’Università della California (UC) e pubblicato su PLoS One, ha poi dimostrato che il fumo di terza mano può provocare iperattività, oltre a danni a polmoni, fegato, difficoltà di guarigione delle ferite, asma e diabete di tipo 2.
Il fumo, quindi, non danneggia soltanto la salute dei fumatori ma, attraverso il fumo passivo e quello di terza mano, mette a rischio anche quella delle persone che stanno vicino o vivono con il fumatore.
Le sostanze nocive contenute nelle sigarette
Sono numerose le sostanze dannose (tossiche, oncogene, irritanti, etc.) che, attraverso il fumo di sigaretta, possono essere inalate, ma anche assorbite dalla pelle o ingerite inconsapevolmente. Tra di esse ci sono:
- nicotina;
- benzene;
- acetone;
- formaldeide;
- terpeni;
- toluene;
- acido acetico;
- composti a base di zolfo;
- furani;
- nitrosammine;
- idrocarburi policiclici aromatici;
- acido cianidrico;
- ammoniaca;
- numerose altre dal diverso grado di pericolosità.
Queste sostanze hanno la capacità di accumularsi nell’organismo e diffondersi tanto da essere presenti nel flusso ematico, nelle urine, nella saliva e nei capelli. L’accumulo di questi composti provoca gravi danni al corpo e ai suoi apparati ed è importante ricordare anche che, alcuni di essi, si accumulano principalmente a seguito dell’esposizione al fumo passivo, rispetto a quello attivo.
I rischi del fumo di terza mano
Essere esposti ad alcuni questi agenti invisibili può indurre mutazioni genetiche nelle cellule umane. Ad esempio, le nitrosammine, tra i più pericolosi composti chimici che si sprigionano con il fumo di tabacco, hanno un potente effetto cancerogeno e una ricerca apparsa sulla rivista Mutagenesis conferma che il fumo di terza mano può causare alterazioni nei filamenti di DNA e causare danni ossidativi, che possono comportare anche, nel tempo, mutazioni genetiche.
Ancora oggi non è semplice definire quali danni il fumo passivo possa provocare nei non fumatori, specialmente se questi sono bambini. Esistono numerosi studi che suggeriscono differenti livelli di pericolosità causati da questa interazione con il fumo di sigaretta e che suggeriscono un suo legame con patologie ed effetti negativi di varia natura.
Questi danni sono simili a quelli riscontrati nei fumatori e comprendono: gravi irritazioni, problemi respiratori, allergie, tumori, malattie respiratorie (asma e infezioni), patologie a carico del sistema cardiovascolare, compromissioni della sessualità o della fertilità, problemi renali o il peggioramento di altre patologie.
Che effetti hanno le sigarette elettroniche?
I nuovi dispositivi di vaporizzazione elettronica hanno aperto le porte a diverse modalità di fruizione del fumo e ciò ha portato alla necessità di effettuare nuovi studi sui livelli di pericolosità di tale pratica. Il fumo diffuso attraverso le sigarette elettroniche è parificabile al fumo passivo generato dalle sigarette a combustione classica o no? I fumi emessi dalle sigarette elettroniche contengono comunque nicotina e altri composti organici potenzialmente pericolosi per la salute e, anche se questi potrebbero essere diffusi in quantità inferiore rispetto al fumo tradizionale, non esistono livelli minimi di esposizione a queste sostanze considerati sicuri.
Si invita, quindi, i soggetti che fanno uso di sigarette elettroniche a seguire gli stessi accorgimenti dei fumatori tradizionali quando fumano in presenza di altri e, in particolare, di bambini e adolescenti. Inoltre, questa nuova modalità di fruizione del fumo è stata proposta per evitare o ridurre il fumo tradizionale ma spesso costituisce, soprattutto tra gli adolescenti, un punto di passaggio verso l’introduzione all’abitudine del fumo di sigaretta.
Seppur questi dispositivi offrano diversi vantaggi e siano un’alternativa utile al fumo tradizionale, la dipendenza da nicotina e i potenziali danni da fumo di seconda e terza mano non vengono evitati nemmeno impiegando vaporizzatori e simili sistemi.
I bambini e il fumo di terza mano
A fare le spese del fumo, soprattutto di quello di terza mano, sono in particolare i bambini, che si trovano esposti a sostanze cancerogene e tossiche, che possono portare allo sviluppo di disturbi neurologici (e non solo). Tali patologie possono manifestarsi nel breve periodo ma anche a lungo termine, favorendo lo sviluppo di problematiche di salute in età adulta.
I bambini sono particolarmente a rischio perché le loro vie respiratorie non sono ancora ben sviluppate e, inoltre, poiché le loro difese immunitarie sono ancora acerbe. Essi tendono, inoltre, a portare frequentemente gli oggetti alla bocca e ad essere, quindi, più esposti ai rischi derivanti dall’ingestione di particelle derivanti dal fumo.
Non c’è da stupirsi se i bambini che hanno anche solo un genitore che fuma in casa, presentano il 40% in più di assenze a scuola rispetto ai figli dei non fumatori. Probabilmente il fumo passivo e di terza mano giocano un ruolo in questa differenza e possono avere effetti sulla salute dei piccoli.
Come prevenire o eliminare il fumo di terza mano?
Come per il fumo passivo, anche la contaminazione da fumo di terza mano può essere contenuta attraverso qualche buona pratica, ma mai eliminata del tutto. È sempre utile, in caso si fumi in luoghi chiusi, areare abbondantemente i locali, favorendo la diluizione delle sostanze tossiche grazie alla ventilazione dell’ambiente.
I fumatori che entrano spesso in contatto diretto con un neonato o un bambino dovrebbero evitare, ovviamente, di fumare nello stesso spazio del bambino ma anche mettere in campo altri accorgimenti per rendere sicuro l’ambiente di convivenza. Ad esempio, prima di fumare dovrebbero sempre coprire gli indumenti o i capelli con delle protezioni (abiti, berretti, etc.), per evitare che i composti volatili vi si depositino.
Dopo aver fumato, invece, dovrebbero togliere le protezioni indossate (o cambiarsi gli abiti, in caso non abbiano usato questa precauzione) prima di entrare in contatto con il neonato, ricordandosi di lasciare i capi contaminati in stanze separate e inaccessibili al bambino. È buona norma, inoltre, ricordarsi sempre di lavare la faccia e le mani prima di toccare il bambino.
In realtà le soluzioni per proteggere i non fumatori dal fumo passivo o da quello di terza mano comportano più che altro misure preventive. Ad esempio:
- cercare di ridurre il numero di fumatori e/o di scoraggiarli con politiche anti-tabacco, come quelle, già in vigore, che impediscono di fumare negli spazi pubblici indoor e quelle, in uso in alcuni paesi nel mondo, che vietano di fumare anche in alcuni spazi outdoor, come fermate degli autobus, spiagge, campi sportivi, vicino agli ingressi dei locali pubblici, nei parchi gioco o sulle terrazze dei ristoranti.
- attuare campagne preventive che sensibilizzino sui rischi del tabagismo e aumentino la consapevolezza del problema.
Oggi in Italia i fumatori tra gli over 14 sono circa 10 milioni, con differenze tra i due sessi: sono il 23% circa gli uomini che fumano e “solo” il 15% circa delle donne. Secondo i dati ISTAT nella fascia di età 25-44 anni 1 persona su 4 è fumatore, un dato elevato e allarmante. Per questo è sempre più importante prevenire lo sviluppo di questa dipendenza e supportare i fumatori che desiderano abbandonare il vizio del fumo.
Fonti bibliografiche
- I dati per l’Italia – Abitudine al fumo, ISS
- Tabagismo, Ministero della Salute
- Fumo di tabacco di prima, seconda e terza mano, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
- Attenzione al fumo di terza mano: può veicolare sostanze pericolose, Fondazione Veronesi
FAQ
La concentrazione di composti volatili contenuti nelle sigarette può essere ridotta arieggiando le stanze ma i residui permangono anche per mesi su oggetti, tessuti e superfici.
Il fumo attivo è quello inalato dal fumatore direttamente dalla sigaretta, mentre il fumo passivo è quello che viene diffuso nell'area che circonda chi fuma e che viene inalato anche dai non fumatori.
Questi possono intaccare il DNA cellulare, perciò la migliore soluzione è prevenire il contatto con le sostanze tossiche da fumo mantenendo la propria abitazione smoke-free e frequentando ambienti dove fumare sia vietato.