I disturbi alimentari possono essere più subdoli di quanto si possa immaginare. Spesso chi ne è affetto ha la tendenza a nasconderlo e chiede il supporto di uno specialista del settore solo molto tempo dopo. Alla base dei disturbi alimentari c’è una disfunzione comportamentale sotto il profilo dell’alimentazione, che a lungo andare, può provocare conseguenze sullo stato di salute generale.
Dietro i disturbi alimentari si celano diversi fattori di rischio. Uno di questi è seguire canoni di bellezza per cui “bello” significa “avere un corpo scolpito e magro”, il più delle volte al limite del possibile. Negli ultimi anni qualcosa è cambiato e, complici anche i social network, sono nate e si sono diffuse delle vere e proprie campagne a favore dell’accettazione del proprio corpo, senza dover mettere a rischio il benessere psicofisico.
I disturbi alimentari possono iniziare a manifestarsi tanto in età adolescenziale, quanto in quella adulta o anche durante l’infanzia, complice anche l’esposizione dei più piccoli a video/immagini di corpi stereotipati.
L’alterazione della propria immagine è infatti una delle caratteristiche di chi soffre di disturbi alimentari: questo significa che, guardandosi allo specchio, non si percepisce la reale immagine di sé, piuttosto una distorta, come per esempio il vedere dei fianchi troppo pronunciati anche quando non lo sono davvero.
Quali sono i disturbi alimentari e come è possibile uscirne? Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Roberta Mercurio, Medico Chirurgo, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, esperta in nutrizione pediatrica.
Indice
Quali sono i disturbi alimentari
«I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, anche detti Disturbi alimentari o DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), sono un insieme di patologie complesse caratterizzate da un alterato comportamento alimentare, un’eccessiva preoccupazione per il peso e alterata percezione dell’immagine corporea. Attualmente se ne riconoscono 6 tipologie:
- anoressia nervosa;
- bulimia nervosa;
- binge-eating disorder;
- picacismo;
- disturbo evitante-restrittivo;
- disturbo da ruminazione.
Mentre in passato si pensava fossero appannaggio esclusivo dell’età adolescenziale-giovane adulta, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un esordio sempre più precoce e non è raro che compaiano già in età infantile», spiega la dottoressa.
L’anoressia nervosa e la bulimia nervosa sono i disturbi alimentari più noti. Tuttavia, è frequente anche il disturbo da binge-eating (alimentazione incontrollata), ovvero quando il soggetto sperimenta, con costanza e per diversi mesi, degli episodi di abbuffate. Questi ultimi sono caratterizzati da pasti abbondanti fino a sentirsi pieni, in cui si mangia velocemente e non per “fame”. Seguono poi sensazioni di disagio e colpevolezza per quanto fatto.
Il picacismo invece, è un disturbo alimentare che vede il soggetto mangiare alimenti non commestibili (ad esempio capelli, carta, terra, gomma, sapone), mentre il disturbo evitante restrittivo è caratterizzato dall’incapacità dell’individuo di nutrire adeguatamente il proprio organismo. Il risultato è una perdita di peso importante e un deficit nutrizionale.
Infine, il disturbo da ruminazione vede il soggetto effettuare un’ulteriore masticazione e deglutizione dopo averlo già fatto una prima volta.
Cosa provocano
«Contrariamente a quanto si possa pensare, non necessariamente provocano alterazioni del peso. Il peso infatti non è un marcatore unico e specifico per i disturbi dell’alimentazione, in quanto anche condizioni di normopeso e sovrappeso, fino all’obesità, possono essere associate alla presenza di disturbi dell’alimentazione. Lo stato nutrizionale in senso stretto però, viene gradualmente compromesso, così come lo stato di salute generale a causa delle alterate condotte alimentari e delle eventuali pratiche compensatorie.
Quando non trattati adeguatamente, i disturbi dell’alimentazione tendono a cronicizzare compromettendo seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e, nei casi gravi, portare a conseguenze fatali», continua l’esperta.
Inoltre, i disturbi dell’alimentazione possono avere ripercussioni, anche importanti, sulla quotidianità dal soggetto, a partire dalla vita sociale, fino a quella lavorativa e privata. Essendo infatti il cibo un pensiero costante, è facile immaginare come una semplice cena di lavoro o un pranzo con degli amici possa diventare motivo di stress: cosa mangio per non prendere peso? E se poi ingrasso?
All’inizio, disturbi alimentari caratterizzati da una perdita di peso, come l’anoressia, possono non essere subito riconoscibili dall’individuo e da chi gli vive accanto. Quando poi i segnali si fanno ricorrenti e la perdita di peso diventa eccessiva, può scattare nel soggetto anche un senso di vergogna nel chiedere aiuto alle persone più care.
Cause
«Le cause di questi disturbi sono complesse ed è più corretto considerarli come il risultato dell’interazione tra fattori genetici, biologici e psicologici, che una volta scatenati da eventi ambientali particolari, danno inizio al disturbo.
Si possono identificare diversi fattori di rischio:
- Familiarità per disturbi dell’alimentazione, depressione o abuso di sostanze
- Pressione sociale con critiche ricorrenti sulle proprie abitudini alimentari, l’aspetto fisico e il peso corporeo
- Eccessiva attenzione a mantenersi magri, soprattutto se combinata con una necessità lavorativa o sportiva (es. ballerini, modelle e atleti di alcune discipline)
- Presenza di altri disturbi psichici (es. disturbi d’ansia, bassa autostima) o tratti di personalità ossessiva e tendenza al perfezionismo
- Esperienze particolari, come abusi fisici e psicologici o la morte di una persona cara», precisa la dottoressa Mercurio.
Come trattarli
«Data la loro complessità, l’intervento riveste un’importanza particolare ed è tanto più importante intervenire il prima possibile. Il trattamento deve essere multidisciplinare: è fondamentale la stretta collaborazione tra figure professionali con differenti specializzazioni (medici specialisti in psichiatria, in pediatria, in scienza dell’alimentazione e in medicina interna, dietisti, psicologi e psicoterapeuti), ai fini di una diagnosi precoce e di un miglioramento dell’evoluzione a lungo termine», conclude l’esperta.
I disturbi alimentari dunque, possono minare l’equilibrio psico-fisico del soggetto, per cui è sicuramente importante riconoscerli, chiedendo aiuto quanto prima ad un professionista del settore.