Diastasi addominale: post-parto ma non solo

La diastasi addominale, oltre ad essere frequentemente correlata al parto, può essere dovuta anche ad una importante riduzione di peso: scopriamo cos'è e come trattarla.

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

L’anatomia dell’addome

L’addome costituisce un’importante regione corporea, delimitata anteriormente e lateralmente dai muscoli addominali e posteriormente dalla colonna vertebrale. La cavità addominale è separata da quella toracica dal diaframma, sebbene consenta il passaggio di strutture come l’aorta, la vena cava inferiore e l’esofago.

L’addome ospita la maggior parte degli organi del sistema digerente, compresi lo stomaco, l’intestino tenue e il colon con l’appendice. Organi come il fegato, la cistifellea e il pancreas lavorano in sinergia con il tratto digestivo e comunicano con esso attraverso diversi dotti. Altri organi presenti nell’addome includono la milza, i reni e le ghiandole surrenali, oltre a importanti vasi sanguigni come l’aorta e la vena cava inferiore. Alcuni organi, come la vescica, l’utero, le tube di Falloppio e le ovaie, sono considerati sia addominali sia pelvici. Infine, l’addome è rivestito da una vasta membrana chiamata peritoneo, che ricopre completamente alcuni organi e solo parzialmente altri, classificati come organi retroperitoneali.

La parete addominale è costituita da tre strati muscolari: il muscolo obliquo esterno, il muscolo obliquo interno e il muscolo trasverso addominale. Questi strati si estendono tra la colonna vertebrale, le coste inferiori, la cresta iliaca e il pube, con le loro fibre che si fondono sulla linea alba e circondano il muscolo retto dell’addome.

Il muscolo addominale trasverso, di forma piatta e triangolare, ha fibre orizzontali e si trova tra l’obliquo interno e la fascia trasversale sottostante. Il muscolo retto dell’addome è invece lungo e piatto, attraversato da tre bande fibrose chiamate intersezioni tendinee. Racchiuso in una guaina densa formata dalle fibre dei muscoli addominali laterali, ha origine dall’osso pubico, risale lungo l’addome su entrambi i lati della linea alba e si inserisce nelle cartilagini delle coste inferiori.

Infine, il muscolo piramidale, piccolo e triangolare, si trova nel basso addome di fronte al muscolo retto dell’addome, originando dall’osso pubico e inserendosi nella linea alba a metà dell’ombelico.

La diastasi addominale: cos’è

La diastasi addominale è caratterizzata dall’allargamento e dall’eccessiva separazione dei muscoli retto-addominali centrali in senso longitudinale. Questi muscoli che, come abbiamo visto, costituiscono una parte fondamentale della parete addominale anteriore, sono il muscolo retto addominale destro e il muscolo retto addominale sinistro, congiunti da una sottile banda di tessuto connettivo chiamata linea alba. Quando questa fascia si sfibra o si assottiglia si verifica la diastasi addominale.

La diastasi addominale viene classificata in base alle dimensioni:

  • Diastasi di grado lieve, con un allargamento inferiore a 3 centimetri.
  • Diastasi di grado moderato, con un allargamento compreso tra 3 e 5 centimetri.
  • Diastasi di grado severo, con un allargamento superiore a 5 centimetri.

Le conseguenze della diastasi addominale non sono solo estetiche, ma anche funzionali. Oltre alla visibile rientranza longitudinale lungo l’addome, alla perdita del punto vita e all’impossibilità di avere un ventre piatto, ci sono implicazioni non solo estetiche come la possibile protrusione dei visceri, che può portare a ernie addominali e a sintomi quali gonfiore, dolore addominale, difficoltà digestive, dolori alla schiena e incontinenza.

La diagnosi della diastasi addominale richiede una visita specialistica e, talvolta, un’ecografia della parete addominale. Il trattamento chirurgico è la soluzione definitiva del problema e l’approccio varia a seconda del grado della diastasi. Nei casi lievi o moderati, si può intervenire con un’addominoplastica e il riposizionamento dei muscoli retto-addominali, mentre nei casi severi può essere necessario inserire una rete biocompatibile riassorbibile per favorire il ricongiungimento dei muscoli. Il periodo post-operatorio prevede spesso l’uso di una pancera elastica contenitiva per circa un mese.

Diastasi addominale in gravidanza

La diastasi durante la gravidanza è un processo dovuto agli influssi ormonali che preparano la cavità addominale a ospitare l’utero in crescita. Questo fenomeno, più evidente in gravidanze multiple o in presenza di altri fattori come l’età avanzata o gravidanze precedenti, solitamente si risolve spontaneamente entro 6-12 mesi dal parto. Tuttavia, in alcuni casi, la diastasi può causare complicazioni.

Se la diastasi addominale causa sintomi come lombalgie, dolori addominali, disturbi digestivi o disfunzioni urinarie, diventa importante trattarla. Inoltre, se si nota una pancia prominente anche dopo diversi mesi dal parto, è consigliabile consultare uno specialista.

E’ possibile eseguire una manovra di autovalutazione per identificare la presenza di diastasi addominale post-parto: mettiti sdraiata a pancia in su con le ginocchia piegate, solleva testa e spalle da terra senza piegare il collo. Durante questa azione, se avverti una zona “vuota” nella muscolatura addominale della larghezza di almeno 2-3 dita, potresti avere una diastasi.

La visita specialistica è fondamentale per una diagnosi precisa. Il medico potrebbe richiedere ulteriori esami diagnostici come ecografie o tomografie per valutare l’entità della diastasi e la presenza di eventuali ernie.

La prevenzione è importante, specialmente durante la gravidanza. Mantenere una postura corretta e praticare esercizi di rafforzamento del pavimento pelvico può aiutare a prevenire la diastasi.

Diastasi addominale nei pazienti ex-obesi

La diastasi può colpire anche persone ex-obese. In questi pazienti, la lassità muscolare e cutanea può causare una serie di disturbi funzionali e estetici, come alterazioni posturali, dolori, eccesso di pelle, e problemi urinari.

Il trattamento della diastasi nei pazienti ex-obesi richiede un approccio chirurgico specifico. Oltre alla “chiusura” della diastasi, spesso è necessario correggere la lassità muscolare attraverso plicature laterali aggiuntive e rimuovere gli eccessi di pelle con procedure più invasive come l’addominoplastica. L’obiettivo degli interventi è risolvere i disturbi funzionali e migliorare l’aspetto estetico dell’addome.

La correzione della diastasi deve essere eseguita da professionisti esperti e super-specializzati, per ridurre al minimo il rischio di complicazioni. Gli interventi chirurgici ben pianificati possono risolvere completamente i disturbi funzionali ed estetici causati dalla diastasi, migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti.

Pur associandosi più frequentemente al periodo post-parto, questa condizione non è esclusiva delle donne e la sua presenza va monitorata anche negli uomini, soprattutto se ex-obesi. La diastasi può associarsi a complicanze che vanno oltre l’aspetto estetico, come le ernie addominali. Per questo motivo è fondamentale una valutazione specialistica della propria situazione e l’impostazione di un corretto iter diagnostico-terapeutico personalizzato.

Fonti bibliografiche: