Dermatite atopica: definizione, perché si manifesta e quali sono le cause

Prurito, chiazze eritematose, possono essere spia di una dermatite atopica. Scopri quali sono le cause, i sintomi e le possibili cure di questa patologia della cute

Foto di Federico Beretta

Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Pubblicato: 29 Giugno 2023 13:03

La pelle ha la funzione di proteggere tutte le strutture del nostro organismo. Fungendo da barriera, impedisce a microrganismi, sostanze nocive, agenti atmosferici, di entrare in contatto con le strutture che compongono il nostro organismo. Di contro però, risulta esserne direttamente esposta: proprio per questo la cute può essere interessata da condizioni patologiche – spesso visibili come lesioni cutanee – frutto della sua reazione a diversi fattori esterni ed interni. Una di queste è la dermatite, una malattia cutanea che può manifestarsi in differenti forme. Tra le più frequenti ricordiamo la dermatite atopica ma ce ne sono altre, altrettanto comuni, come la dermatite seborroica e la dermatite da contatto.

Che cos’è la dermatite atopica

Anche definita “eczema”, la dermatite atopica (DA) è una patologia infiammatoria della cute. Ha un decorso cronico-recidivante, ovvero i sintomi perdurano in genere per tutta la vita, in cui si alternano periodi di acutizzazione a quelli di remissione. Può svilupparsi a qualsiasi età, anche se di solito esordisce già da bambini; tuttavia, può manifestarsi per la prima volta anche da adulti. Generalmente è cronica, ma non mancano casi in cui la patologia tende a migliorare o anche a scomparire con l’avanzare degli anni.

Quali sono le cause della dermatite atopica

Non sono ancora note le cause precise che portano allo sviluppo della dermatite atopica. Si tratta però di una malattia multifattoriale, che può, quindi, essere innescata da diversi fattori, in soggetti geneticamente predisposti. Nello specifico possono concorrere al suo sviluppo:

  • iperattività cutanea verso stimoli ambientali;
  • suscettibilità genetica;
  • disfunzione della barriera cutanea;
  • immunità innata difettosa della cute;
  • maggiore permeabilità ad agenti irritanti e ad allergeni.

La genetica riveste, anche in questo caso, un ruolo importante, poiché i soggetti che hanno familiari con una diagnosi di dermatite atopica presentano un aumentato rischio di svilupparla.

I fattori ambientali poi, possono concorrere nel favorire delle alterazioni della barriera cutanea. In questa condizione la pelle ha una minore capacità di trattenere l’umidità e di proteggersi da batteri e allergeni. Tra i fattori ambientali correlati a questa condizione rientrano:

  • l’esposizione al fumo o ad alcuni tipi di inquinanti atmosferici;
  • l’uso di prodotti detergenti, come i saponi, con fragranze e composti che procurano irritazione.

Secondo alcuni studi, una ridotta esposizione agli agenti infettivi nelle prime fasi di vita potrebbe favorire lo sviluppo questa patologia.

Quali sono i sintomi della dermatite atopica

La dermatite atopica ha come principale e fastidioso sintomo il prurito: il paziente tende a grattarsi, a volte fino al sanguinamento. Questo può accadere anche durante la notte, disturbando il sonno. In generale, l’estate rappresenta il periodo in cui la malattia ha scarse manifestazioni sinomatologiche o è del tutto assente, per via dell’esposizione solare che ne migliora la condizione.

In fase acuta la dermatite atopica si mostra con questi segni:

  • chiazze eritematose sfumate;
  • placche e papule con (o senza) desquamazione;
  • eventuali lesioni da grattamento;
  • prurito.

La fase cronica invece, si assiste a un ispessimento della pelle (lichenificazione) per via degli sfregamenti.

Sono diverse le parti del corpo che possono essere coinvolte dalla malattia. Nei neonati, ad esempio, i sintomi si manifestano per lo più tra le pieghe cutanee delle articolazioni, sul volto e sul cuoio capelluto. Dai 2 anni fino alla pubertà, si verificano eruzioni cutanee ispessite che possono arrivare a sanguinare per lo sfregamento. Le zone più esposte sono il collo, le caviglie o le pieghe di ginocchia e gomiti. Negli adulti, invece, le eruzioni cutanee squamose possono virare sul colore marrone e sanguinando, causano la formazione di croste su piedi, mani, spalle, ginocchia, torace, cuoio capelluto e, più raramente, sul volto.

Altre caratteristiche della dermatite atopica possono includere la presenza di:

  • pieghe cutanee sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi;
  • una doppia piega della palpebra inferiore (sotto l’occhio), nota come piega di Dennie-Morgan;
  • pelle più scura sotto gli occhi;
  • cute secca e screpolata;
  • diradamento o perdita del terzo laterale delle sopracciglia, conosciuto come segno di Hertoghe.

Nelle forme più severe c’è un coinvolgimento contemporaneo di diverse regioni corporee.

Diagnosi della dermatite atopica

La diagnosi di questa malattia cutanea è clinica. Questo significa che lo specialista valuta attentamente i segni presenti sulla pelle tenendo conto:

  • dell’età;
  • della presenza di prurito, secchezza, lesioni, papule, lichenificazione;
  • della presenza o meno di altre patologie con sintomatologia simile;
  • dell’estensione della cute interessata;
  • dell’impatto sulla qualità di vita, soprattutto dal punto di vista del prurito e dei disturbi correlati;
  • della storia familiare (presenza di casi simili in famiglia);
  • della presenza di allergie alimentari e non;
  • dell’esposizione a sostanze irritanti, come il fumo di sigaretta, saponi, detergenti, cosmetici, profumi;
  • di possibili disturbi del sonno;
  • dell’assunzione di alcuni farmaci.

Quali sono le complicazioni della dermatite atopica

La dermatite atopica può accompagnarsi, in molti casi, ad altre condizioni come:

  • allergie sistemiche, come quella da pollini o da polvere o anche quelle alimentari che possono provocare rinite allergica o asma bronchiale;
  • disturbi del sonno;
  • infezioni cutanee da batteri e virus, favoriti dalle lesioni da grattamento autoindotte;
  • ansia;
  • depressione;
  • dermatite allergica da contatto, innescata dal contatto con sostanze a cui si è allergici.

La dermatite atopica è una malattia complessa, persistente e legata ad altre condizioni patologiche che possono interessare organi, tra cui l’intestino e gli occhi. Il suo decorso è solitamente cronico e può manifestarsi in maniera sintomatologicamente evidente per anni o per tutta la vita.

Quali sono i trattamenti della dermatite atopica

Il tipo di terapia da intraprendere dipende dalla gravità delle manifestazioni della dermatite atopica. L’obiettivo è focalizzato soprattutto su:

  • controllo del prurito;
  • cura della barriera cutanea;
  • trattamento e prevenzione delle riacutizzazioni;
  • prevenzione delle infezioni;
  • riduzione dell’infiammazione.

Il trattamento della dermatite atopica è personalizzato e non sempre fornisce risultati immediati.

Emollienti

La terapia con gli emollienti prevede l’uso di emulsioni idratanti e creme, utili per aumentare il livello di idratazione cutaneo e contrastare la secchezza. Poiché gli emollienti non sono tutti uguali, sarà necessario valutare con lo specialista la tipologia più adatta per la pelle del paziente, considerando la composizione del prodotto che dovrebbe essere privo di allergeni e profumi. La differenza tra unguento, crema e lozione sta nella quantità di “olio” presente nella formulazione. Quelli che ne sono più ricchi sono gli unguenti, ottimi per trattenere l’umidità nella pelle, mentre le lozioni ne contengono una quantità ridotta e possono non essere adatte se si necessita di una elevata quota lipidica. La crema, infine, rappresenta un buon compromesso tra unguenti e lozioni.

Per ridurre il rischio di infezioni, è preferibile evitare il contatto diretto del prodotto con le mani, piuttosto è bene optare per prodotti provvisti di un dosatore.

Farmaci

Tra i medicinali somministrati per la cura della dermatite atopica ci sono i corticosteroidi topici, da applicare in base alla gravità e al quadro clinico generale. Sono degli importanti farmaci antinfiammatori in grado di gestire efficacemente le fasi di riacutizzazione. È importante seguire le indicazioni mediche, soprattutto quando si tratta di interrompere il trattamento, che deve essere fatto in maniera graduale, dal momento che c’è il rischio di un peggioramento a seguito di una improvvisa sospensione del farmaco. Di recente, sono stati introdotti gli inibitori topici della calcineurina, principi attivi utili nella fase subacuta-cronica della malattia.

Per il controllo del prurito possono essere impiegati gli antistaminici, anche se non sempre sono efficaci e presentano alcuni effetti collaterali, tra cui la sonnolenza, specie nei farmaci di vecchia generazione. In caso di infezioni batteriche o virali possono essere prescritti antibiotici o antivirali.

Fototerapia

Utile in caso di dermatite atopica grave e diffusa, la fototerapia può essere indicata là dove altri trattamenti non hanno funzionato. È un trattamento che utilizza delle radiazioni UV artificiali ed è in grado di ridurre la colonizzazione batterica. È impiegata soprattutto negli adulti, in particolare nelle forme croniche, pruriginose e lichenificate. Nonostante i possibili effettivi benefici, la fototerapia presenta delle controindicazioni nel tempo, ovvero può:

  • accelerare il processo di invecchiamento cellulare cutaneo;
  • provocare iperpigmentazione;
  • aumentare il rischio di cancro alla pelle.

Per questi motivi, questo trattamento non viene impiegato nei bambini e nei neonati e deve essere effettuato con cautela.

Impacchi bagnati

Si tratta di un tipo di terapia particolarmente efficace per alleviare i sintomi della dermatite atopica. Dopo aver applicato sulla parte interessata un prodotto topico, si procede ricoprendo con diversi strati di bende bagnate. Infine, si passa un ultimo strato asciutto e si mantiene il bendaggio per alcune ore. Questo favorisce la penetrazione dei principi attivi nella pelle, che agiscono più velocemente mantenendo idratata a sufficienza la cute.

Balneoterapia

Questa terapia termale è molto indicata nelle fasi non acute per la cura delle patologie dermatologiche. A fare la differenza sono le note proprietà delle acque termali che, inoltre, influiscono positivamente sul benessere psicologico del paziente.

Vivere con la dermatite atopica

Come abbiamo visto, le terapie per il trattamento della dermatite atopica possono essere lunghe e richiedere diverso tempo, oltre a necessitare di un monitoraggio costante della sintomatologia.

Per favorire la riduzione del prurito e per lenire la cute infiammata è consigliabile:

  • idratare costantemente la pelle con unguenti, creme, lozioni specifiche per almeno due volte al giorno o anche di più, in base alle indicazioni mediche. Meglio optare per prodotti senza alcol, profumi, coloranti o altre sostanze che possono irritare ulteriormente la cute. Lasciare assorbire il prodotto prima di indossare gli abiti;
  • impiegare farmaci per trattare eventuali allergie (sotto indicazione e monitoraggio del proprio medico);
  • non procurarsi graffi, piuttosto si consiglia di accarezzare la pelle per ridurre un po’ il prurito e applicare prodotti adatti al caso;
  • scegliere detergenti delicati. Diversamente, potrebbero eliminare gli oli naturali della pelle favorendone la secchezza;
  • preferire abiti freschi che facciano respirare la cute;
  • utilizzare un umidificatore. Può essere utile nel caso in cui la casa presenti un ambiente secco che può peggiorare prurito e desquamazione. Un altro consiglio è di non impostare il termostato su temperature troppo elevate;
  • tenere sotto controllo stress e ansia, che possono peggiorare la salute della pelle;
  • fare un bagno o una doccia ogni giorno, di durata limitata. Aiuta a rimuovere allergeni e crosticine varie e idrata la pelle. Meglio impiegare dell’acqua tiepida e non troppo calda che potrebbe invece avere l’effetto opposto. Applicare infine, una crema idratante sulla pelle ancora umida.

In conclusione, la dermatite atopica è una patologia cutanea che può avere risvolti importanti sulla qualità di vita del paziente. Molto dipende dalla forma e dalla gravità; può essere trattata attraverso terapie farmacologiche e non, che puntano sulla riduzione della sintomatologia e sulla prevenzione delle riacutizzazioni.

 

Fonti bibliografiche