Ami correre? A tempo di musica migliori il fisico e combatti lo stress

Uno studio dimostra che correre a ritmo di musica migliora le prestazioni fisiche, mentale e abbatte lo stress

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Periodo di Olimpiadi. Vedendo tutte le atlete che si superano sulla pista per le prove di atletica, viene la voglia di indossare un paio di scarpette, calzare i pantaloncini ed una maglietta idonea. E poi, in città come in vacanza, mettersi a correre. Sia chiaro. Non bisogna diventare emule di Forrest Gump. Ed occorre fare attenzione a non richiedere troppo all’ organismo visto che la stagione e il caldo possono rendere più facile l’insorgenza di problemi muscolari e di “debolezze” per cuore e vasi legate all’eccesso di sforzi non proprio consoni alle potenzialità dell’organismo.

Ma una volta valutate le vostre forze, magari assieme al medico, sappiate che il running oltre a rappresentare una valida attività fisica permette anche di combattere lo stress e la ruggine delle tensioni, oltre a migliorare la memoria. Ad un patto. Che assieme alla tenuta per lo sport prepariate anche le cuffiette collegate ad un “distributore” della giusta musica. Lo consigliano importanti studi scientifici.

Ad ognuno la sua compilation

Partiamo da un presupposto. Come accade per il gusto, non esiste un ritmo musicale valido per tutti. Ma muoversi sulla scorta dei tempi imposti dalle sette note, ovviamente con una “compilation” su misura in base ai ritmi da tenere e ai gusti del singolo, sarebbe infatti un ingrediente fondamentale per ridare tono alle prestazioni se la condizione psicologica non è ottimale.

A raccomandare questa modalità di running è uno studio condotto qualche tempo fa da un’equipe coordinata da Shaun Phillips, dell’Università di Edimburgo, pubblicato su Journal of Human Sport and Exercise.

L’indagine ha preso in esame 18 persone abituate al classico “running” per valutare, in due sessioni separate (una con il “supporto” musicale e l’altra no), quanto l’impiego delle cuffiette che riproducono le canzoni direttamente nelle orecchie degli atleti può influire sulla prestazione. La caratteristica comune di tutti i partecipanti era l’affaticamento mentale, sotto forma di sensazione di debolezza psicologica.

Il primo test ha esaminato gli effetti sulla capacità di corsa a intervalli – alternando corsa ad alta intensità e jogging a bassa intensità – su nove atleti fisicamente attivi. Il secondo test prevedeva una cronometro di diversi chilometri con nove corridori. I ricercatori hanno testato i corridori con e senza musica motivazionale (importante ricordare che gli “atleti” hanno scelto caso per caso le sinfonie d’accompagnamento alla corsa) dopo un questionario che prima della prova si informava proprio sul presunto impatto della musica.

Ebbene, in pratica correre (o anche fare altre prestazioni fisiche) in base alle canzoni scelte ha migliorato la capacità di correre ad intervalli in chi era mentalmente “affaticato”, annullando in pratica l’impatto negativo della stanchezza psicologica. Qualche miglioramento, anche se meno significativo, si è osservato anche nelle corse di quasi quattro chilometri.  Spiegare gli effetti positivi sulla psiche dello sforzo a ritmo di musica non è semplice, anche se si pensa che grazie alle cuffiette anche la percezione dello sforzo e della conseguente fatica potrebbe modificarsi in meglio.

Correre aiuta a vincere lo stress

Non è certo la prima volta che si dimostrano queste interazioni tra musica, attività fisica “seria” e psiche provata dalla tensione emotiva. Solo qualche tempo fa una ricerca ha spiegato che grazie all’ascolto della musica (ovviamente anche in cuffia mentre si fa un’attività fisica, non necessariamente la corsa) ha chiarito che aumenta la presenza di un neurotrasmettitore collegato alla sensazione di piacere come la dopamina.

A questa indagine comparsa su Nature Neuroscience si associa un altro studio che invece collega il correre regolare (mai dimenticare che per essere davvero efficace lo sforzo oltre ad essere regolare deve essere programmato in base alle caratteristiche fisiche dell’individuo, per cui non bisogna mai strafare e parlare con il medico sui termini dell’impegno) con un miglioramento della memoria.

Lo studio, realizzato da esperti dell’Università Brigham Young e pubblicato su Neurobiology of Learning and Memory, segnala che la corsa regolare (o comunque anche l’attività fisica che imponga sforzi seri con cadenza fissa) porterebbe ad un potenziamento nelle attività dell’ippocampo, la regione del cervello che entra in gioco proprio nella gestione dei ricordi.

Ovviamente lo studio è stato condotto su animali da esperimento. Ma aiuta a capire come basti davvero poco, scarpette e voglia di muoversi, per ottenere un naturale beneficio del cervello che è poi la fonte dello stress cronico. Perché se la tensione emotiva verso un risultato aiuta corpo e mente a concentrarsi, è l’impatto protratto nel tempo dello stress che provoca i problemi. Proviamo a vedere perché. Normalmente la reazione di stress nasce in un piccolo organo del sistema nervoso, l’ipotalamo.

Dall’ipotalamo viene inviato un segnale ormonale che coinvolge l’ormone adrenocorticotropo, che dà il via all’ipofisi per la produzione del cortisolo, dell’adrenalina e altri ormoni. Il cortisolo è una sorta di cortisonico naturale, che favorisce l’incremento immediato delle reazioni psicofisiche, per cui la persona si sente immediatamente meglio e più attiva.

Ma l’effetto non dura e diventa controproducente se si protrae: la produzione di cortisolo e altri ormoni, dopo la fase di reattività psicofisica, lascia il corpo e il cervello, con le sue funzioni, indeboliti. Ed è questo che ci fa star male, con impatto sulla memoria. Correndo, possiamo limitare gli effetti di questa condizione. E sentirci meglio. Se possibile, con la compilation che più ci piace!