Tutelare il benessere femminile. È questa la parola d’ordine che è risuonata a Roma in occasione del congresso congiunto della Società Italiana di Fitoterapia e Integratori Ostetricia e Ginecologia (SIFIOG) e l’International Society of Dietary Supplements and Phytotherapy (ISDSP).
Sotto la lente d’ingrandimento diverse condizioni patologiche non solo ginecologiche, ma anche legate all’ostetricia, come i possibili problemi visibili o magari percepiti senza manifestarsi chiaramente del perineo dopo parto vaginale. Come si riconoscono queste problematiche? E come bisogna affrontarle? Ecco sul tema il parere di un’esperta come Isabella Neri, ginecologa e docente universitario presso il Policlinico di Modena.
Cosa può succedere al momento del parto
Le statistiche dicono che un possibile danno perineale si può manifestare in circa due partorienti su cento. Ma se sul fronte statistico l’incidenza di problematiche di questo tipo non appare particolarmente elevata, proprio questa condizione è uno dei fattori di particolare stress per la donna che si avvicina al termine della gravidanza.
Cosa succede sul fronte anatomico? La lesione interessa la pelle e i muscoli del perineo, lo spazio tra vagina e ano. Quest’area è molto sensibile ed è formata da numerosi muscoli che s’intersecano su diversi livelli. Nel perineo, va sempre ricordato, si trova anche lo sfintere anale. Il danno perineale può avere diverse conseguenze. Si va dal dolore fino a piccoli problemi legati proprio alla sofferenza dei muscoli che regolano la defecazione. Giocare d’anticipo, comunque, si può.
“Il danno perineale durante il parto si può prevenire tramite una buona condotta ostetrica: preparare il perineo con massaggi ed esercizi specifici durante la gravidanza e favorire le posizioni libere e una corretta modalità di spinta durante il travaglio. – spiega l’esperta. “Occorre anche capire però che il rischio non è uguale per tutte le donne. Ci sono partorienti che si lacerano durante il parto e possono andare incontro a lacerazioni più profonde. “Le lacerazioni durante il parto sono la causa più frequente di problematica materna intra-partum e l’incidenza variabile dipende sia dalla condotta ostetrica, ma anche da una predisposizione materna legate a caratteristiche individuali (tipo di cute) e presenza di pregresse lacerazioni. – fa sapere Neri”.
Non trascurate la situazione
Il rapporto con il ginecologo che segue la donna è fondamentale per ridurre i rischi. Ovviamente, insieme all’equipe, si possono assumere alcuni accorgimenti che risultano di grande aiuto. “Il danno perineale, anche se minimo, non va trascurato; è necessario prendersi cura della lesione con prodotti che contengano sostanze riparative e antiflogistiche al fine di ottenere una cicatrizzazione ottimale – precisa Neri.
L’utilizzo di antibiotici deve essere destinato a condizioni particolari e sempre sotto il controllo sanitario.” Non bisogna poi dimenticare che quando la cicatrizzazione non è ottimale, possono insorgere problematiche che inficiano una soddisfacente attività sessuale.
“Si consiglia di rivolgersi al medico nel caso il problema non si risolva nel giro di 30-60 giorni dal parto, tempo necessario perché la donna si ristabilisca dal punto di vista sia fisico che psichico. Un intervento precoce rischia di mettere in crisi la donna che entra in un’ottica di “ansia da prestazione. Bisogna accettare che è necessario un lasso di tempo per riprendersi dalla fatica fisica ed emotiva della nascita.”