Artrosi ai piedi: sintomi, cause e cura

L'artrosi dei piedi è una condizione degenerativa che colpisce le articolazioni del piede, causando dolore, rigidità, gonfiore e deformità, che possono compromettere la capacità di camminare e svolgere attività quotidiane

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Carlotta Casiraghi

Medico chirurgo

Laureata in Medicina e Chirurgia all'Università dell'Insubria, attualmente frequenta la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa.

L’artrosi ai piedi è una patologia cronica responsabile di un processo degenerativo cartilagineo che può riguardare una delle articolazioni che compongono il piede.

La cartilagine articolare è un tessuto elastico dotato di notevole resistenza alla pressione e alla trazione (si tratta di un connettivo specializzato con funzione di sostegno). È di un colore bianco perlaceo e riveste le estremità delle ossa articolari proteggendole dall’attrito. Quando le cartilagini vengono colpite da artrosi, si assottigliano progressivamente. In seguito si sfaldano ed espongono le estremità ossee sottostanti, le quali vengono così in diretto contatto tra di loro. Il movimento diventa difficile, limitato e spesso il dolore ai piedi è molto intenso.

La gravità della malattia artrosica varia in relazione al grado di compromissione della cartilagine. L’artrosi ai piede è una delle fonti più comuni di disturbi dolorosi e colpisce circa il 10% della popolazione adulta generale.

Età e insorgenza dell’artrosi ai piedi

Il 50% delle persone che hanno superato i 60 anni di età. Le più colpite risultano le articolazioni di caviglia, metatarso-prima falange del primo dito, tarso-metatarso. 

L’artrosi, generalmente legata all’età anziana, può essere:

  • primaria, quindi dovuta a fattori genetici ovvero idiopatica
  • secondaria imputabile a traumi, interventi o fattori biomeccanici o problemi settici
  • localizzata (monoarticolare)
  • generalizzata (pluriarticolare)

Da non confondere l’artrosi ai piedi con l’artrite. Entrambe sono patologie reumatiche, cioè che colpiscono le articolazioni. Possono avere qualche sintomo in comune, come il dolore, la rigidità e la difficoltà nei movimenti. Per tali ragioni, spesso vengono erroneamente confuse pur trattandosi di malattie fondamentalmente diverse. L’artrosi è degenerativa, l’artrite è autoimmune. Quindi una si presenta con l’età mentre l’altra non è legata all’invecchiamento.

Ancora, l’artrosi corrisponde al consumarsi della cartilagine, mentre l’artrite all’infiammazione di una membrana. Entrambe possono portare alla deformazione ossea ma in modi e gradi diversi.

L’artrosi è molto più diffusa e comune dell’artrite. Rappresenta infatti più del 70% delle forme reumatiche. Anche lo sviluppo delle due patologie è differente, anche se c’è una vaga somiglianza nei sintomi. L’artrosi si manifesta con un dolore che compare quando si usa l’articolazione.

La sensazione di rigidità che si prova è modesta e dura in genere pochi minuti. L’artrosi si riconosce anche dal caratteristico rumore che fa a volte l’articolazione, una sorta di scricchiolio. Con il riposo l’artrosi ai piedi migliora. L’artrite invece si comporta in modo opposto. Il dolore insorge soprattutto a riposo, più frequentemente la notte. Si attenua con il movimento.

La sensazione di rigidità dura solitamente oltre i 30 minuti. Compaiono inoltre gonfiore e arrossamento dell’articolazione interessata. Può accadere a volte che l’artrite porti all’artrosi. Artrite e artrosi, infatti, rappresentano due malattie differenti ma l’una può generare l’altra.

Il processo infiammatorio dell’artrite può spegnersi, ma lasciare segni sulla cartilagine. Questi ultimi renderanno più soggetta la cartilagine al consumo e si determinerà quindi l’artrosi.

Sintomi dell’artrosi ai piedi

La manifestazione clinica principale dell’artrosi del piedi è certamente il dolore che, in taluni casi, può diventare pressoché insostenibile, specie in una fase avanzata della malattia.

In questo caso può diventare costante e presentarsi durante la notte disturbando di fatto il corretto riposo. Altri sintomi possono essere:

  • conseguente difficoltà a deambulare
  • gonfiore e arrossamento a carico del piede colpito 
  • rumore di “sfregamento” (simile a un crepitio) dell’articolazione
  • rigidità articolare

Cause dell’artrosi ai piedi

La causa di artrosi ai piedi è ad oggi sconosciuta, anche se sono ravvisabili alcuni importanti fattori predisponenti:

  • malformazioni scheletriche congenite che favoriscono un utilizzo improprio delle articolazioni del piede, come ad esempio piede piatto, alluce valgo, ginocchio varo (gambe a parentesi contrapposte) o ginocchio valgo (gambe a X)
  • traumi
  • obesità
  • postura scorretta nella deambulazione
  • impiego di scarpe scorrette o uso di tacchi troppo alti
  • sport e lavori usuranti
  • patologie dismetaboliche come la gotta o iperuricemia (in cui l’eccesso di acido urico presente nel sangue provoca il deposito di cristalli all’interno dell’articolazione causandone infiammazione).

Normalmente questa malattia degenerativa colpisce gli anziani e se non trattata può diventare molto invalidante. Può talora presentarsi anche in soggetti giovani che hanno subìto traumi o presentano malformazioni.

Dal punto di vista diagnostico, nelle radiografie all’inizio della malattia non si riscontra alcuna alterazione, ma con il progredire della patologia si osserva:

  • riduzione dello spazio articolare
  • alterazione del profilo dell’estremità articolare dell’osso
  • formazione di osteofiti (piccole escrescenze) ai margini delle articolazioni o nel punto di inserzione dei tendini
  • zone cistiche nell’osso immediatamente al di sotto della cartilagine.

Il grado di alterazione dimostrabile sotto il profilo radiologico non è sempre correlato all’entità della sintomatologia.

Cura dell’artrosi al piede

Innanzitutto è necessario porre in essere a scopo preventivo quei comportamenti che possono contrastare l’insorgenza della patologia.  Quindi, ad esempio:

  • chi soffre di obesità dovrebbe cercare di seguire una dieta per conseguire un peso migliore;
  • chi indossa sempre scarpe strette o col tacco alto dovrebbe ridurre il più possibile il tempo di impiego; 
  • chi soffre di problemi posturali, dovrebbe contattare uno specialista per intervenire in modo adeguato.

Per quanto riguarda il trattamento da seguire, esistono diversi tipi di intervento possibile. La terapia farmacologica è uno di questi.

L’obiettivo è arrestare l’effetto degenerativo della malattia sull’articolazione e ripristinare, nei limiti del possibile, la funzionalità articolare.

I farmaci impiegati per preservare e ripristinare le cartilagini sono noti come condroprotettori. Tra questi, vengono annoverati gli integratori a base di condroitin solfato e glucosammina, che vengono spesso raccomandati dagli specialisti: sembra, infatti, che siano correlati a un ritardo nella progressione dell’osteoartrosi.

Inoltre, sono spesso prescritti farmaci come i FANS (es. ibuprofene, ketoprofene, Etoricoxib) che riducono infiammazione e dolore.

Come trattamento sintomatico, è utile anche l’applicazione di calore e ghiaccio, in momenti diversi della storia della malattia: il trattamento con riscaldamento è raccomandato nel trattamento delle forme croniche, mentre, l’utilizzo del freddo (crioterapia) è consigliato nelle fasi di riacutizzazione per ridurre l’infiammazione dell’articolazione.

Si può ricorrere anche a infiltrazioni di acido ialuronico o del più recente PRP, che sembrano avere una duplice funzione per l’artrosi ai piedi.

Inducono remissione dell’infiammazione e contemporaneamente hanno azione condroprotettiva. Il PRP – Plasma Ricco di Piastrine è un prodotto di derivazione ematica per uso non trasfusionale.

Il rimedio PRP

Il PRP è un concentrato di piastrine autologo ottenuto mediante centrifugazione del sangue e caratterizzato dalla forte concentrazione di fattori di crescita.

La sua capacità di attivare la rigenerazione dei tessuti lo rende il fondamento di numerose tecniche in campo medico. Pertanto, è oggetto di studio per quanto concerne il trattamento dell’osteoartrosi di vari distretti (es. anca, ginocchio e caviglia). Tuttavia, l’effettiva efficacia a carico dell’osteoartrosi di piede (in particolare di caviglia) risulta ancora dubbia, come dimostra la letteratura scientifica più recente.

Un’altra terapia efficace è rappresentata dalla dieta ipocalorica e bilanciata: nelle persone in sovrappeso, la perdita di chili si è dimostrata utile nella riduzione del dolore e nell’ aumento della funzionalità, nonché nella riduzione della rigidità e dell’affaticamento (riducendo anche l’utilizzo del trattamento farmacologico).

Nella maggior parte dei soggetti affetti da osteoartrosi, una moderata attività motoria consente inoltre un aumento della funzionalità articolare e una riduzione del dolore, soprattutto nella gonartrosi.

Diverse evidenze scientifiche dimostrano l’utilità del trattamento fisioterapico nella diminuzione del dolore e nell’incremento della funzionalità. Per la caviglia per esempio, vengono eseguiti esercizi contro resistenza in dorsiflessione o plantiflessione del piede (ossia dirigendo la punta del piedeverso il dorso o la pianta), in modo da migliorare la forza dei muscoli della loggia anterolaterale e posteriore della gamba, oltre a incrementare l’articolarità e la qualità dell’appoggio del piede.

L’intervento chirurgico, infine, è l’ultima terapia disponibile, laddove le altre si siano rivelate inefficaci. Nei casi gravi che non rispondono alla terapia farmacologica, provocando invalidità, si rende necessario l’intervento chirurgico. 

La procedura chirurgica per l’artrosi ai piedi è chiamata artrodesi. Questa operazione viene anche chiamata fusione articolare in quanto serve per “fondere” gli elementi ossei in modo da evitare lo sfregamento e l’attrito, con conseguente diminuzione del dolore.

Un’altra sua denominazione è anchilosi chirurgica. Questo tipo di intervento permette ai pazienti con artrosi dei piedi più gravi di tornare a una vita quanto più normale possibile.

Fonti bibliografiche: