Artralgia: cos’è, cause e terapie

L'artralgia è un termine medico che indica il dolore alle articolazioni, che può essere causato da una varietà di condizioni, tra cui traumi, infezioni, malattie autoimmuni o infiammazioni, e può variare in intensità e durata

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Carlotta Casiraghi

Medico chirurgo

Laureata in Medicina e Chirurgia all'Università dell'Insubria, attualmente frequenta la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa.

Col termine artralgia si va ad indicare qualsiasi tipologia di dolore articolare e, dunque, di dolore che colpisce un’articolazione e il tessuto che la circonda. Si tratta di un sintomo, più che di una patologia, ed è una condizione davvero comune: oltre il 50% della popolazione adulta ne soffre, almeno una volta nella vita. E la percentuale si fa maggiore dopo i 60 anni.

Il termine deriva dal greco “arthro-” (articolazione) e “-algos” (dolore).

Mentre l’artralgia è spesso il sintomo di un’artrosi nella popolazione anziana, nei più giovani può essere spia di condizioni reumatologiche come l’artrite reumatoide giovanile, spondiloartriti oppure artriti infettive o connettivopatie.

È corretto aggiungere che non sempre il dolore proviene dall’articolazione: può essere causato anche da alterazioni a carico di legamenti, muscoli, tendini. Fondamentale è, quindi, rivolgersi a un medico, affinché possa individuare la patologia sottostante il sintomo e prescrivere una terapia adeguata.

Cos’è l’artralgia

L’artralgia, il dolore articolare, è un sintomo comune. A causarlo possono essere infortuni ma anche patologie degenerative come l’artrosi o metaboliche come l’ipotiroidismo, insieme a molte altre condizioni.

Ad essere colpite sono dunque le articolazioni, strutture che mettono in contatto due o più ossa. Queste possono essere di tipo fibroso, cartilagineo o sinoviale. Le articolazioni fibrose (o sinartrosi) non sono mobili: il tipico esempio è il cranio, le cui ossa sono “saldate” insieme da tessuto fibroso; le articolazioni cartilaginee (o anfiartrosi), come quelle che collegano le vertebre alla colonna vertebrale, hanno una mobilità maggiore rispetto alle articolazioni fibrose e sono caratterizzate da un legante cartilaginoso tra le ossa; le articolazioni sinoviali (o diartrosi), come quelle della spalla e del ginocchio, hanno un’elevata mobilità e si suddividono in ulteriori sottotipi a seconda del movimento che consentono.

Quando un’articolazione duole, si parla di artralgia. Una patologia (o per meglio dire una sintomatologia) spesso confusa con l’artrite. Mentre con il termine artrite si definisce una malattia infiammatoria che riguarda le articolazioni, l’artralgia è un termine generico che indica un dolore alle articolazioni che può essere causato da un infortunio, da una condizione fisica o da una patologia infiammatoria o non infiammatoria.

Tutte le articolazioni possono essere colpite da artralgia: polsi, mani, gomiti, colonna vertebrale, anche, ginocchia, caviglie, piedi. Come è intuibile, la gravità della sintomatologia dipende dal distretto colpito: articolazioni sottoposte a maggiore carico, come le ginocchia, produrranno una maggiore difficoltà nell’espletare le attività di vita quotidiana.

Cause dell’artralgia

Dietro al dolore articolare vi sono diverse cause, e possono essere sia di tipo fisiologico che patologico.

Tra le cause fisiologiche vi sono:

  • l’età: l’invecchiamento provoca la degenerazione delle articolazioni che, quando sono sane, proteggono le ossa (quando l’articolazione degenera, le ossa arrivano a sfregare tra loro infiammandosi);
  • la gravidanza e la menopausa: l’aumento di peso e i cambiamenti scheletrici che avvengono negli ultimi mesi di gravidanza possono causare dolore articolare mentre, durante la menopausa, ad irrigidire i tessuti molli che circondano le articolazioni è lo squilibrio tra estrogeni e progesterone;
  • lo stress: quando si è stressati i muscoli si irrigidiscono per via della produzione di noradrenalina, che impedisce ai muscoli di sostenere in modo corretto l’articolazione;
  • il peso eccessivo: l’obesità è la causa principale di artrosi;
  • la sedentarietà: chi non fa esercizio fisico indebolisce i suoi muscoli, che non riescono così a proteggere le articolazioni. Per questo, è importante sviluppare la muscolatura con la pesistica;
  • la sindrome premestruale
  • eccessive sollecitazioni: per esempio, nei casi di sport come il calcio praticato a livello agonistico.

Tra le cause patologiche vi sono:

  • l’obesità: è la causa principale di artrosi;
  • gli infortuni sportivi: un grave infortunio alle articolazioni può provocare una sintomatologia dolorosa anche dopo molti anni;
  • distorsioni e lussazioni articolari, che possono provocare a lungo andare stati infiammatori;
  • Piccole fratture rimaste misconosciute
    • l’artrite (osteoartrite, artrite reumatoide, gotta, lupus eritematoso sistemico, artrite reattiva, artrite psoriasica, spondilite anchilosante);
    • l’ipotiroidismo;
    • sindromi influenzali e altre patologie virali: le malattie influenzali provocano dolori articolari e muscolari, per via di infiammazioni causate dallo squilibrio nell’organismo tra acqua e sali minerali;
    • celiachia: tra i sintomi dell’intolleranza al glutine, oltre ai problemi gastrointestinali, vi sono proprio i dolori articolari;
    • psoriasi: oltre alla manifestazione cutanea, la psoriasi può dare origine anche all’artrite psoriasica;
    • tendiniti;
    • altre patologie reumatiche;
    • tumori maligni alle ossa.

Sintomi dell’artralgia

L’artralgia è essa stessa un sintomo, ma può talvolta accompagnarsi ad altri sintomi:

  • arrossamento cutaneo
  • gonfiore, causato normalmente da liquido interno all’articolazione
  • rigidità articolare

Quando l’artralgia è molto seria, il dolore articolare diventa intollerabile e può impedire al paziente di svolgere le sue normali attività.

Diagnosi differenziali

È importante prestare attenzione alla terminologia, e non confondere i termini artralgia, artrosi e artrite.

L’artralgia è un sintomo, e può essere spia di varie condizioni, tra cui artrosi e artrite.

L’artrosi è una condizione estremamente comune tra le persone oltre i 50 anni. Si tratta di una degenerazione del tessuto articolare, soprattutto nelle articolazioni sottoposte a usura per eccesso di carico (come le ginocchia, soprattutto in caso di obesità). Può colpire anche i più giovani, se sottopongono le articolazioni a precoce usura, per via di traumi o sport ad alta intensità.

Si manifesta con dolore, rigidità e difficoltà nel completare l’escursione articolare del distretto colpito. La principale terapia consiste nella prescrizione di una fisioterapia mirata, nell’assunzione di analgesici ed, eventualmente, iniezione di acido ialuronico o corticosteroidi. Per proteggere le articolazioni dall’usura precoce, è importante fin da giovani mantenere uno stile di vita corretto, sia in termini di dieta che di sport. E, soprattutto, mantenerlo fino all’età avanzata con un allenamento adeguato alla nostra età.

L’artrite, è invece, una malattia infiammatoria cronica a carico delle articolazioni. È un termine ombrello che racchiude diverse patologie, tra cui le più note sono artrite reumatoide e l’artrite psoriasica. A differenza dell’artrosi, si tratta di patologie vere e proprie, non legate all’invecchiamento, a traumi o all’usura dell’articolazione, quanto a condizioni morbose spesso su base autoimmune.

Le articolazioni interessate (potenzialmente tutte) mostrano i segni tipici dell’infiammazione: dolore, calore, rossore, gonfiore e perdita di funzionalità del distretto. Nei casi in cui si sospetti una di queste patologie, è opportuno rivolgersi allo specialista reumatologo, che avvierà le opportune indagini.

Come si effettua la diagnosi di artralgia

Quando il paziente avverte un dolore articolare che non passa, o quando compaiono altri sintomi (rigidità articolare, arrossamento cutaneo, febbre, brividi, sudorazione, eruzioni cutanee, dolore addominale o al petto, ulcere, deficit neurologici), è necessario rivolgersi ad un medico.

Per diagnosticare le cause dell’artralgia, lo specialista si baserà sulla storia clinica del paziente e sulla sua sintomatologia, e prescriverà poi tutti gli esami necessari alla formulazione della diagnosi: radiografia, risonanza magnetica nucleare, esami del sangue (per valutare la VES e la proteina C-reattiva, indicativi dello stato di infiammazione del paziente). Talvolta possono rendersi necessari controlli più approfonditi:

  • Reuma-test e test degli anticorpi anti-citrullina, se si sospetta l’artrite reumatoide.
  • Pannello autoanticorpale per lo studio di alcune malattie reumatiche quali le connettiviti (ad esempio lupus eritematoso sistemico, sclerodermia, ecc).
  • Analisi di laboratorio, in caso sia presente del liquido nelle articolazioni.
  • Biopsia dei tessuti articolari.
  • Artroscopia esplorativa, intervento chirurgico che permette di diagnosticare i disturbi alle articolazioni così da poterli curare.

Artralgia: terapia e cure

L’artralgia, essendo un sintomo e non una patologia in sé, deve essere curata agendo sulla sua causa. Solamente se si agisce sul fattore scatenante è possibile curare il dolore articolare. Ci sono però cause di artralgia facilmente risolvibili col riposo o con la fisioterapia e altre, come l’artrite reumatoide e l’artrosi, da cui non si può guarire.

Se l’artralgia dipende da una patologia non curabile, la terapia che si andrà a seguire sarà di tipo sintomatico e volto dunque ad eliminare o ad alleviare il dolore e i sintomi connessi. Il medico potrà prescrivere:

  • rinforzo muscolare;
  • applicazioni di ghiaccio dove si avverte il dolore, 4-5 volte al giorno per 15-20 minuti a volta;
  • assunzione di FANS, quando l’origine del dolore è di tipo infiammatorio;
  • bendaggi compressivi dell’articolazione, qualora la causa dell’artralgia sia una lussazione o una distorsione;
  • l’elevazione dell’arto, utile contro gonfiore e dolore;
  • assunzione di farmaci contro l’artrite;
  • iniezioni di corticosteroidi, qualora i FANS non abbiano fatto effetto;
  • terapie fisiche, come la magnetoterapia.

La prognosi dipende da cosa ha scatenato il dolore articolare, dalla gravità della patologia e dalla sua curabilità. Agire per tempo è comunque fondamentale.

Fonti bibliografiche:

  • Robbins e Cotran, Le basi patologiche delle malattie, edizioni EDRA, nona edizione