Essere fortunati? È una questione di atteggiamento. Non si tratta di essere protetti da una congiunzione astrale, ma di saper giocare le proprie carte con consapevolezza e intelligenza. La fortuna è spesso il risultato di attenzione, coraggio e tempismo: è il nostro modo di stare nella vita, di affrontare gli imprevisti, di dire “sì” anche quando abbiamo un po’ paura. È quella scintilla che ci fa cogliere un’occasione, anche se abbiamo dei dubbi; ma è anche la capacità di affrontare gli imprevisti con intelligenza, trasformando le difficoltà in opportunità.
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Il caso, il destino e la magìa
Eppure, l’idea di fortuna come una forza capricciosa che dispensa gioie e dolori, indipendentemente dalla volontà o dal merito, ha accompagnato da sempre l’umanità. Gli antichi greci, come gli antichi romani, le avevano dedicato una divinità: per i primi era Tyche, per gli altri Fortuna. Erano le dee del caso e del destino ineluttabile. Dal momento che sulla casualità e sull’inevitabilità gli esseri umani non avevano alcun potere reale, elaborarono degli strumenti culturali per cercare di controllarne gli esiti attraverso superstizioni, rituali, formule propiziatorie, pratiche magiche.
Tra portafortuna e speranze
Per cercare di assicurarsi la buona sorte si ricorreva (e si ricorre) anche ad oggetti portafortuna. Tutte noi conserviamo un oggetto simbolico che speriamo abbia il potere magico di favorirci la fortuna, la felicità e il benessere. Ci piace pensare che il nostro amuleto sia pronto a proteggerci e a darci forza. Forse è il peluche di quando eravamo piccole, oppure un piccolo corno rosso, un quadrifoglio seccato tra le pagine di un libro, il gattino giapponese con la zampina alzata, la foto di una persona cara, una tartarughina di legno, un Labubu…
Con il nostro portafortuna abbiamo un tenero legame di speranza e di affetto, anche se esso non condiziona davvero le nostre scelte e le nostre reazioni, ma magari ci fa coraggio durante un esame o un colloquio di lavoro. Credere nella fortuna, anche se obiettivamente non esiste, aiuta molte persone a vivere meglio, a dare una parziale spiegazione ai fatti della vita, a confidare che ci sia quella buona possibilità che ti cambia l’esistenza. E questo non fa male a nessuno.
Convinzioni da evitare
Quello che fa male davvero è credere che alcune persone “portino sfortuna” o essere convinti di essere sfortunati. Quando qualcosa va storto, è rassicurante pensare che ci sia un colpevole “esterno”, una presenza “negativa” da evitare, oppure una specie di fato maligno che ci perseguita. Ma questa scorciatoia mentale è ingiusta per gli altri come per noi stesse, oltre che insensata. Dobbiamo cercare spiegazioni basate su fatti, contesti, probabilità: gli eventi cosiddetti sfortunati sono causati da una complessa rete di variabili, tutte reali e spiegabili.
L’attitudine conta
Quindi la fortuna e la sfortuna non esistono? Non proprio. Esiste un’attitudine che ci fa comportare da vincenti e un’altra che ci fa essere perdenti in partenza. Una persona fortunata di solito sa costruirsi da sola la sua buona sorte, credendo in se stessa, combattendo per i propri sogni, impegnandosi per i propri progetti, riuscendo a vedere nel mondo tutto il bello che c’è.
E se qualcosa va male? Ci sta. Accettiamo anche che, a volte, il mondo possa essere orribile e spaventoso. Ma non per fortuna o sfortuna: piuttosto per convergenza di fattori negativi, per casualità o impossibilità di controllare gli eventi.
7 esercizi per allenare la “fortuna”
- Attiva lo sguardo curioso: le persone “fortunate” vedono più possibilità perché restano curiose. Cambia strada per andare al lavoro, leggi qualcosa di nuovo, chiediti il perché delle cose e non accettarle passivamente.
- Datti delle possibilità: non partire carica di pessimismo. Sostituisci un “non credo” con un “vediamo come va”. Così apri spiragli di luce, invece di tapparli.
- Sbaglia con stile: analizzare i tuoi errori ti aiuta a fare scelte più consapevoli, furbe e creative la prossima volta. E chi impara dai propri pasticci è statisticamente più “fortunato”.
- Fatti trovare: parla con persone nuove, condividi idee, chiedi consigli. Le connessioni portano buone opportunità e spesso bastano due chiacchiere per individuare una prospettiva fruttuosa.
- Riconosci ciò che funziona: Fermati e nota cosa ti sta andando bene, anche se è piccolo. Questo fa bene all’autostima: più la alleni, più funziona.
- Parla bene di te (senza vantarti): raccontare le tue qualità con semplicità non è arroganza, è fiducia. Se non ci credi tu, difficilmente lo farà la vita.
- Muoviti: chi resta fermo non incontra coincidenze. Anche un passo minimo – un messaggio, una telefonata, un’idea annotata – attiva quel “movimento” che può portare nuove possibilità.
Il test
E tu, sai attirare la fortuna? Riesci a comportarti in modo da favorirti la buona sorte oppure il tuo atteggiamento ti porta verso la parte opposta? Gioca con il test e scopri se sai costruirti la tua fortuna o se avresti bisogno di un aiutino (che solo tu puoi darti).