“Sono tornato”: dopo il ghosting arriva lo zombieing

Dopo essere sparito da tempo, e senza fornire alcuna spiegazione, torna con un messaggio o un'interazione social? Cosa fare

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Sparito, nonostante le cose andassero apparentemente bene. Eclissato, nel nulla, come se tutto quello che avete vissuto assieme non fosse accaduto. È il ghosting, ovvero quando l’altra persona non risponde più a telefonate o messaggi, diventando un vero e proprio fantasma. Succede nelle relazioni sentimentali, ma anche in quelle di lavoro o di amicizia.

E quando, dopo tanto silenzio, improvvisamente si rifanno vivi? Quello è lo zombieing e non è (quasi) mai positivo.

Cos’è lo zombieing e perché non è quasi mai positivo

Prima c’è stato il ghosting, ha fatto male, c’è voluto del tempo per superare quel dolore, ma ce lo siamo lasciate alle spalle. Se non fosse che, chi pensavamo ormai sparito dalla nostra vita, torna a farsi sentire. Nella vasta e sempre aggiornata terminologia del dating, questa pratica si chiama zombieing e non è quasi mai positiva. Perché non c’è nulla di romantico in una persona che non si fa più sentire, non risponde più alle nostre chiamate e ai nostri messaggi, senza darci alcuna spiegazione, e poi torna a dare un segno della sua presenza.

Ma partiamo dal prima, proprio da quando quella persona si è “data alla macchia”. Cosa accade? Senza dubbio la distanza che i cellulari riescono a mettere tra le persone influisce molto, perché basta bloccare l’altro per chiudere ogni possibilità di contatto. Il risultato è che ci si ritrova senza neppure una spiegazione a chiedersi perché il rapporto sia finito, se abbiamo fatto qualcosa di sbagliato e come mai non ci è stata data nemmeno una possibilità di capire.

Non sempre, però, avviene in maniera immediata e repentina. Ci sono casi, infatti, in cui il partner sparisce in maniera graduale. In quei casi si parla di caspering e, sì, il riferimento è proprio al celebre fantasmino Casper. Perché in questi casi l’altra persona si “dissolve” lentamente, senza dare spiegazioni, ma facendo scemare l’entusiasmo e la voglia di stare insieme.

Il percorso per riprendersi da queste rotture, che sembrano immotivate, è lungo e tortuoso, perché non conoscere la ragione di un allontanamento fa soffrire. Per questo il ritorno, lo zombieing, non fa bene perché non è detto che quella persona non sia recidiva e possa farci nuovamente stare male.

A volte ritornano: lo zombieing

A volte ritornano e non è sempre un bene. Siamo state male, abbiamo fatto pace con quanto ci è accaduto, magari stiamo iniziando a voltare pagina quando un messaggio, o una semplice reazione sui social, da parte di quella persona che era sparita senza lasciare traccia, arriva a smuovere la nostra routine.

Senza dubbio ci stupisce, magari ci fa anche pensare che alla fine avevamo ragione nel credere che – prima o poi – sarebbe tornato a farsi vivo. Ma al di là di quelle che possono essere le prime – naturali – reazioni, cosa è bene fare in questi casi? In generale è sempre meglio evitare di riallacciare i contatti: i recidivi esistono e cadere due volte nello stesso errore aggiunge dolore ad altro dolore. Quindi è bene evitare chi fa zombieing dopo essere sparito nel nulla e senza fornire la minima spiegazione.

Questo a meno che non vengano fornite spiegazioni molto chiare che – magari – riescono a far breccia e a far rinascere la fiducia nei confronti di quella persona.  Ma, anche lì, da valutare con la dovuta attenzione mettendo sempre al primo posto il proprio benessere.