Se sei single (forse) è colpa tua

È davvero tutta colpa degli altri se non riusciamo a trovare la persona giusta? Secondo la scienza no, le cause si trovano nel nostro "stile di attaccamento"

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Tutte nasciamo intere, e non abbiamo bisogno di una metà della mela per sentirci complete. Lo sappiamo, però è innegabile che il pensiero di condividere la vita con qualcuno, a volte, sembra davvero meraviglioso.

Lo confermeranno sicuramente i più romantici, ma anche tutte quelle persone convinte davvero di aver trovato l’anima gemella, e a volte anche più di una. Dall’altra parte, però, ci sono persone che invece sembrano destinate a restare single a vita. Quante di voi rientrano in questa categoria?

Lo sappiamo non è colpa vostra, ma degli uomini che ogni giorno incontrate. Ci sono quelli che non si sforzano di conoscervi, di amare prima i difetti che i pregi. Ci sono i narcisisti, i manipolatori e i traditori. E poi ancora i bugiardi, gli egoisti e i pieni di sé. Tutte categorie, queste, che sappiamo di dover tenere alla larga da noi. Ma siete sicure che sia davvero colpa loro se siete ancora single? Qualcuno sostiene che potrebbe essere il contrario.

La teoria dell’attaccamento di John Bowlby

Per indagare i misteriosi motivi che si nascondono dietro alla singletudine divampante, ci siamo affidati alla scienza e più precisamente alla teoria dell’attaccamento ipotizzata da John Bowlby nel lontano 1958. Potrebbe essere proprio questa, infatti, a spiegare il motivo che si nasconde dietro al fatto che alcune persone sembrano davvero destinate a non incontrare la propria anima gemella.

Secondo lo psicologo John Bowlby, infatti, tutti abbiamo modi differenti di legarci a una persona, e questo è collegato indissolubilmente ai nostri primi anni di vita. Secondo la teoria dell’attaccamento le relazioni che abbiamo costruito durante l’infanzia con i genitori, o con altre figure di riferimento, influiscono inevitabilmente sui rapporti che costruiamo quando siamo grandi.

Non che questa sia esattamente una novità, intendiamoci. Sappiamo bene, infatti, che tutte le esperienze infantili sono in qualche modo destinate a influenzare ciò che diventiamo da adulti. Ma come può la teoria dell’attaccamento essere causa di un mancato fidanzamento?

Sei ansiosa, sfuggente o sicura?

A tornare sulla teoria dell’attaccamento, e a spiegare in che modo questa influisce sulle nostre presenti relazioni, sono stati gli esperti Amir Levine e Rachel Heller. Nel libro Dimmi come ami e ti dirò chi sei. Come riconoscere quello giusto e soprattutto come tenerlo, i due psicologi sono partiti proprio dalla teoria sostenuta da John Bowlby per delineare gli stili di attaccamento che inevitabilmente condizionano il nostro modo di vivere le relazioni.

Secondo i due esperti, questi schemi possono essere tutti riuniti in tre macro profili che sono, rispettivamente, quello dell’ansioso, dello sfuggente e del sicuro.

Le persone con uno stile di attaccamento ansioso sono forse le più romantiche, ma sono anche quelle che necessitano di continue conferme. Secondo gli esperti sono persone tenere e passionali, ma anche profondamente insicure di se stesse e quindi delle relazioni in generale.

Lo stile di attaccamento sfuggente, invece, appartiene a tutti quegli individui che vedono nell’amore, e più nello specifico nelle relazioni, un rischio per la propria indipendenza e autonomia. La loro libertà, infatti, viene prima di ogni cosa, anche dei sentimenti.

Amir Levine e Rachel Heller hanno poi tracciato un altro profilo, quello del “sicuro“. In questo schema di attaccamento rientrano tutte le persone che sono capaci di vivere le relazioni con gli altri in maniera serena, spontanea e rilassata.

Secondo i due psicologi individuando il proprio schema di attaccamento, e imparare a conoscerlo, è il primo step per costruire una relazione destinata a durare. La persona giusta, infatti, è proprio quella che compensa le mancanze dell’altro. Per fare un esempio piuttosto semplice, ci sembra chiaro che un profilo ansioso non troverà mai la sua anima gemella in uno sfuggente.

Questo non vuol dire che siamo destinati solo ai nostri simili però. Secondo gli esperti, infatti, è possibile lavorare sul proprio stile di attaccamento per costruire relazioni mature e durature. Siete pronte a mettervi in gioco?