#SegretiDelCuore

Non ho figli e mi sento un’aliena tra le mie amiche

Passati i 40, ci si può rendere conto i figli non sono arrivati anche perchè non li desideravi poi così tanto. Colpevolizzarsi non serve: essere childfree si può

Marina Mannino

Giornalista esperta di Lifestyle

Pubblicato: 28 Febbraio 2022 17:04

Siamo una coppia senza figli. Io non mi sono impegnata tantissimo per averli, al contrario di amiche che si sono sottoposte a trattamenti ormonali e fecondazione in vitro. Io e mio marito non ce la sentivamo di medicalizzare un evento per il quale credevamo bastasse lasciar fare alla natura. Inoltre io non provavo per la maternità quell’ispirazione totale che vedevo nelle mie amiche. Pensavo: se viene, ok, altrimenti va bene lo stesso. E non ho mai valutato seriamente l’adozione, una trafila lunga e costosa che non mi convinceva. Ora che ho superato la quarantina, mi sento un’aliena tra le coppie di amici felicemente genitori e mi chiedo: ma io, questo figlio, lo volevo davvero?  Arianna

È un discorso molto ampio quello che va ad affrontare Arianna che, coi suoi dubbi su maternità, desiderio reale di un figlio, diversità sociale e senso di inadeguatezza, tocca una delle questioni più problematiche della nostra società in evoluzione. Desiderare di avere un bambino è naturale e spontaneo per tantissime donne, ma non per tutte.

L’inglese usa il termine “child-free”, cioè libere dai figli, per indicare chi sceglie consapevolmente di non avere bambini, e “child-less”, ovvero chi non ha figli per una condizione involontaria e sofferta. Il caso della nostra amica Arianna sta nel mezzo, come tanti altri casi di “non madri” come lei, che da un lato non hanno mai sentito l’urgenza estrema di diventare madri e dall’altro si sentono delle “aliene”, inadeguate e diverse, per non aver avuto figli. E, per motivi personalissimi, non ha deciso di adottarli.

Un confronto che fa male

L’inadeguatezza diventa stridente nel confronto con gli amici che hanno bambini e che hanno sempre meno punti di contatto con chi non ne ha. E non di rado capita che li considerino con compatimento, commiserazione e ironia: “Non avete figli? Mi dispiace…”, “Chi vi guarderà quando sarete vecchi?”, “Chissà quanto tempo libero avrete!”. “Bello non avere responsabilità, eh?”. Magari non lo fanno in malafede, ma a molti viene spontaneo dare un giudizio sulla scelta – naturale o obbligata – di non essere diventati genitori e non aver fatto di tutto per avere prole.

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Essere mamme è una delle cose più magiche, emozionanti e gratificanti del mondo, ma c’è altro oltre i figli – e questo lo sanno anche i genitori che coltivano una passione, un’amicizia, un ideale. Si può essere felici anche in altre dimensioni e il bello della vita è accettare la diversità di esigenze, perché da ogni scelta c’è qualcosa da imparare. Cerchiamo di capire che chi non ha figli ha comunque le sue ragioni. Che siano il caso, la paura, la mancanza del bisogno istintivo, la voglia di non forzare la mano alla natura, la scelta – in piena libertà – di avere altre priorità nella vita.

Una scelta da rispettare

Anche senza figli si può avere una vita piena e interessante. Vedi le giornaliste Lilli Gruber, Francesca Fialdini, Cesara Buonamici, la scienziata Margherita Hack, la conduttrice e showgirl Raffaella Carrà, le attrici Marisa Laurito, Sabrina Ferilli e Michela Andreozzi – quest’ultima, che è anche regista, sull’argomento ha scritto il libro “Non me lo chiedete più – #childfree. La libertà di non volere figli e non sentirsi in colpa”. Perché la genitorialità, che significa accudire qualcuno e amarlo con dedizione, si può applicare anche agli amici, ai figli dei parenti, ai bambini della vicina che adorano il vostro cane, che il più “simpatico” di chi ha tranciato giudizi su di voi ha definito “Il vostro bambino peloso”.

La famiglia non è solo quella tradizionale, ma è estesa a chi ci vuole davvero bene e a chi amiamo sinceramente. Non avere figli, sia come childless che childfree, è una condizione che non dovrebbe essere colpevolizzata, soprattutto oggi che siamo nell’era dell’inclusione, della tolleranza, dell’accettazione delle scelte altrui. Arianna forse rimarrà con il suo dubbio, ma farebbe bene a vivere senza macigni sul cuore e a godersi quello che la vita le porterà. E se vorrà dare amore c’è sempre tempo e spazio per farlo: con il volontariato, ad esempio, si può regalare accudimento e affetto a chi ne ha bisogno.