#SegretiDelCuore

I miei non si fidano più di me

La nostra lettrice è tornata a casa un po' brilla e i suoi le hanno vietato di uscire la sera. Lei si dispera, ma deve cercare di capire le loro ragioni indangando sui rischi che corre. E ritroverà la loro fiducia così

Marina Mannino

Giornalista

Ma è normale che a 16 anni io mi debba scontrare di continuo con i miei su richieste normalissime alla mia età? Solo perché un paio di volte sono tornata a casa un po’ bevuta, i miei sono andati fuori di testa e ora non si fidano più di me. Ma i miei amici bevono tutti e i loro genitori non li assillano. Non mi sembra una cosa gravissima, ma da allora mi controllano come poliziotti. Vado bene a scuola, non chiedo troppi soldi, tengo in ordine la mia stanza, non ho nemmeno il ragazzo. Io vorrei solo uscire la sera e andare a divertirmi con gli amici come fanno tutti i miei coetanei. Ma i miei s'inventano risse, sbronze, droga, e tutto finisce con il solito “No!”. Non ne posso più.

Sad Gaia

Da giovanissimi il mondo è tutto da scoprire e un bel po’ di queste scoperte si fanno infrangendo dei divieti, oltrepassando dei limiti, inoltrandosi in territori sconosciuti. Gli studiosi affermano che il motivo di questa fascinazione per il proibito e il pericoloso stia nella spinta di un adolescente a superare le regole e i comportamenti da “bambini” per dimostrare di essere così “adulti” (e invulnerabili) da saper affrontare ogni sfida.

Diverse da tutte, ma uguali

E noi? Vorremmo essere uniche, come nessun’altra, ma anche essere uguali a tutte le altre. Vorremmo sembrare diverse ed emergere, ma ci uniformiamo negli outfit, nel comportamento, nei divertimenti, per non essere etichettate come “strane”, “cringe” e finire emarginate dal gruppo. Così ci piace seguire gli altri nelle serate in cui i drink si susseguono e magari circola anche qualche sostanza. Sono sfide a cui ci sentiamo obbligate a rispondere “Perché no?”, per dimostrare quanto siamo smart e scaltre. Pensiamo “Non mi succede niente”, “Non capita a me”, “I miei sono paranoici”. E  non ci va per niente di rinunciare all’intesa col gruppo.

Ma poi ci troviamo i genitori davanti tipo plotone d’esecuzione. Ci accusano di puzzare di alcol, di essere delle incoscienti che corrono pericoli terribili, irresponsabili che si fanno manovrare dai “delinquenti” della nostra compagnia. E scatta il divieto di uscire, perché mamma e papà non si fidano più di noi. Proviamo rabbia mista a risentimento e sentiamo un nodo in gola che si trasforma in lacrime.

Le risposte arrivano dal web

Alt. Ragioniamo. Perchè i genitori sono così spaventati per noi? I motivi sono tanti. Se facciamo qualche ricerca sul web scopriremo, ad esempio, che prima dei vent’anni il sistema enzimatico che permette di smaltire l’alcol è immaturo. Quindi anche quantità molto piccole di alcolici diventano subito tossiche, danneggiando fegato, cervello, apparato riproduttivo. “Impossibile”, pensiamo. Ma poi troviamo decine di siti che confermano questa informazione.

Scorrendo nelle cronache di altri siti, troviamo notizie di ragazze violentate dopo  che qualcuno aveva versato nel loro drink la droga dello stupro, insapore e incolore, che rende incapaci di reagire. E che dire delle risse serali di bande di ragazzi che, per un’occhiata di troppo, si accoltellano o si cimentano in sfide insensate come attraversare i binari prima che passi il treno? “Io queste cose non le faccio” pensiamo, ma – forse anche solo per sentito dire – sappiamo di qualcuno che ha il coltello in tasca, fa binge drinking, sussurra di cocaina o di eroina, droghe che devastano l’organismo.

Forse ora capiamo meglio le ragioni dei nostri genitori.

La riconquista della fiducia in 7 mosse

  1. Rispettiamo il divieto dei genitori: di sicuro non durerà molto. In realtà loro si fidano di noi, ma è degli altri che non si fidano!
  2. Dimostriamo che siamo giovani donne responsabili evitando scenate da undicenni, porte sbattute, musi lunghi e atteggiamenti drammatici.
  3. Facciamo il primo passo e “insegniamo” ai nostri genitori che, se ci parliamo, risolveremo tutto.
  4. Coinvolgiamo prima il genitore più malleabile e, senza perdere la calma, raccontiamogli quali sono le nostre conoscenze circa i pericoli che possiamo correre, ma anche le nostre paure.
  5. Chiediamogli poi di capire le nostre esigenze, ma garantiamogli che non oltrepasseremo mai il limite di cui abbiamo parlato insieme.
  6. Dimostriamo che siamo in grado di cavarcela bene, da ragazze “sagge”, che ogni tanto adorano fare qualche follia – proprio com’erano loro alla nostra età.
  7. Impariamo a dire “No” a chi ci propone sballi alcolici o chimici “così ci divertiamo di più”. Rifiutare non è da sceme, è da furbe. Perché rischiare è eccitante, ma finire nei guai è stupido.