Nasciamo tutti in una famiglia. Se è vero che ai genitori è data la scelta di allargare il nucleo familiare, per un sogno condiviso o per amore, è altrettanto vero che veniamo al mondo per un destino che ha scritto qualcun altro. Nel migliore dei casi cresciamo circondati da tutto l’amore che mamma e papà, e gli altri parenti, ci hanno riservato. Ma le esperienze ci insegnano che non è sempre così.
È quello che auspichiamo, che crediamo e che speriamo. È quello che tutti si aspettano da una famiglia nel senso più stretto del termine. E diciamo che anche noi, consapevoli o non, lo pretendiamo quell’amore da quelle persone con le quali condividiamo la casa, le giornate e il nostro stesso sangue. Eppure, soprattutto quando si cresce, capita addirittura di sentirsi a disagio tra quelle mura, sotto gli occhi di chi dovrebbe rappresentare il nostro posto sicuro.
I motivi per cui questo accade sono tanti e differenti, conoscono variabili che spesso sfuggono al nostro controllo, ma che ci portano sempre nella stessa direzione, quella che ci conduce tra le braccia di persone che chiamiamo famiglia, anche quando non esistono cognomi in comune e legami di sangue.
Il vero significato di famiglia
Sentiamo ancora parlare di famiglia tradizionale, in maniera assolutamente impropria e anche obsoleta. Intanto perché nulla è più mutevole dei legami personali e poi perché non esistono rapporti di serie A e di serie B, non quando a governarli c’è l’amore puro e autentico.
Quello stesso sentimento che inevitabilmente diamo per scontato quando parliamo di genitori, di fratelli o di parenti, ma che nella realtà dei fatti, muta quando cresciamo. Succede perché cambiamo, perché i nostri interessi ci portano altrove o perché magari scegliamo di essere liberi e di seguire le nostre regole, e non quelle preconfezionate da qualcun altro. Succede anche perché non abbiamo il potere di cambiare il modo di essere, di pensare e di agire di chi porta il nostro stesso cognome.
Può succedere così di non sentirsi compresi, protetti e, ancora peggio, di essere screditati o giudicati per le nostre scelte. Altre volte, sono proprio quelle persone che, nonostante per natura dovrebbero amarci e farci sentire a sicuro, ci tradiscono. Ed ecco che, quel legame formatosi alla nascita, di conseguenza, si sgretola giorno dopo giorno. Non è un giudizio, né in un’imputazione di colpa, ma una realtà che non è poi così distante o impossibile, anche se estremamente delicata e dolorosa.
La verità è che mentre è facile nascere in una famiglia non possiamo dire lo stesso quando si tratta di mantenerla. I legami, infatti, non sono eterni solo perché di sangue, come tutte le relazioni anche quelle parentali hanno bisogno di essere costruite, alimentate e preservate per il futuro.
Amore, rispetto, presenza e realtà: questa è la famiglia
Tutti abbiamo una mamma e un papà, un fratello o una sorella, un cugino e uno zio; ma quante di queste persone fanno parte davvero della nostra vita? E soprattutto su quanti di loro possiamo davvero contare? I vincoli genetici sono forti è vero, ma se non alimentati, come tutti i rapporti, anche questi possono vacillare con il tempo per i motivi più disparati.
Perché qualcuno può confermare che la famiglia, a volte, si trasforma nell’ostacolo più grande per la realizzazione dei proprio desideri, che a causa delle scelte che non rispecchiano le aspettative degli altri si insinuano sentimenti di rabbia o di delusione, che valori differenti possono alzare dei muri immensi tra persone.
Questo non vuol dire rinnegare la propria famiglia, ma neanche deve tradursi in una rinuncia a sentirsi parte di qualcosa di meraviglioso. Perché è proprio vero che a volte ci sentiamo a casa con persone con le quali non condividiamo lo stesso DNA. È proprio vero che gli amici sono la famiglia che scegliamo.
Perché ciò che rende una famiglia tale sono l’amore, il rispetto, la solidarietà e la lealtà e sono queste le cose che possiamo ritrovare nelle persone che entrano e restano, in modi e forme diverse, nella nostra vita.