I motivi per cui tuo figlio non dovrebbe essere la tua unica ragione di vita

Vivere solo in funzione dei figli rischia di fare male sia a loro che ai genitori: ecco tutti i motivi per cui è meglio non commettere questo errore

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Non esiste il manuale dei genitori perfetti, anche perché non è questo che vogliono i nostri figli. No, i bambini non cercano la perfezione in chi li guida, ma si aspettano solo amore incondizionato, premura e felicità. E sono questi i capisaldi che permettono di creare e costruire quei legami indissolubili e meravigliosi che sono destinati a durare per l’eternità.

Tuttavia il mestiere dei genitori, lo sappiamo, non è affatto semplice, e non commettere sbagli, qualche volta, è impossibile. Siamo esseri umani, prima di tutto, e sono proprio i nostri errori a caratterizzarci e a renderci unici. E questa è una cosa che non dovremmo mai dimenticare.

Tra gli sbagli più frequenti commessi dai genitori, c’è proprio quello di rinunciare al proprio essere, a tutto ciò che siamo per i nostri i figli. È vero, diventare mamme o papà è un cambiamento grande, forse il più ingombrante di una vita intera, ma trasformare i bambini nella nostra unica ragione di vita non è mai una buona idea, né per noi, né tanto meno per loro. E vi spieghiamo perché.

Le aspettative, le delusioni e la mancata libertà

Spesso, senza accorgersene, i genitori riempiono i figli di aspettative, pianificando in tutto e per tutto il loro futuro. E in effetti, a guardare la situazione nella sua totalità, non c’è nulla di male nell’auspicare solo il meglio per i propri bambini. I problemi nascono quando quei piani non corrispondono ai loro desideri, e solo a quelli di chi li ha messi al mondo.

Si tratta di un errore, sempre commesso in buona fede, che tendiamo a perpetuare soprattutto quando non siamo soddisfatti della nostra vita e di noi stessi. Speriamo di recuperare un po’ di quella felicità perduta e di riempire i vuoti che caratterizzano la nostra vita proprio attraverso i figli, perché è a loro che stiamo dedicando tutto. Eppure, farlo, rischia di minare il benessere di due esistenze: della nostra e quella dei bambini.

I figli, infatti, si accorgono di certe cose, anche se solo a livello inconscio. E quando un ragazzo o un bambino sente di deludere le aspettative dei suoi genitori, tenderà a sentirsi in colpa se le scelte che vuole prendere non corrispondono a quelle di mamma e papà. E questo è vero soprattutto se quei genitori hanno rinunciato a tutto per lui.

L’idea di deludere i propri genitori può diventare molto limitante per il presente e per il futuro, perché induce i figli a rinunciare ai personali sogni e ai desideri solo per compiacere i propri cari.

Questo è uno degli errori più frequenti commessi dai genitori che rinunciano a tutto per i loro figli. Eppure non è così che deve andare. Auspicare il meglio per loro vuol dire anche credere nei sogni che inseguono, nelle ambizioni e nei progetti che gli appartengono, anche se sono completamente diverse da quelle che avevamo immaginato. Vuol dire anche spingerli a osare, sbagliare e fallire, se questo serve a raggiungere la meta.

Tuo figlio non è la tua unica ragione di vita

Rinunciare alla propria vita per i figli sembra qualcosa di positivo, di nobile e di elevato. Ma la verità è che abbandonare tutto ciò che amiamo per loro è sbagliato.

È sbagliato lasciare il lavoro, se non è questo quello che vogliamo, abbandonare le nostre passioni e gli interessi, rinunciare alla vita sociale, alle amiche di sempre, ai viaggi. Al tempo per noi stessi. Perché se lo facciamo, rinunciamo al nostro essere, a ciò che ci rende umani, prima ancora di genitori.

Inoltre questo atteggiamento, come abbiamo già visto, rischia di avere delle ripercussioni anche sui nostri bambini, perché così facendo trasmettiamo loro un insegnamento sbagliato, quello che dice che poi non è così importante seguire i propri sogni, continuare su quella strada che volevamo percorrere. Certo, in alcune circostanze si possono fare dei compromessi, è la stessa vita che ce lo richiede, ma non al punto da rinunciare totalmente a se stessi.

Un figlio abituato a compiacere i genitori per non vederli tristi e arrabbiati, però, potrebbe avere più difficoltà da adulto a dire di no. Perché gli verrà spontaneo mettere le altre persone sempre davanti a se stesso, anche quando non è il caso di farlo, per timore di sembrare egoista e cattivo, provocando altre delusioni. Si abituerà anche alle rinunce, e questo, è chiaro, non è quello che vogliamo per lui.

Spingere i figli a seguire la strada che abbiamo scelto per loro li priva, fra le altre cose, della libertà di essere se stessi. I genitori dovrebbero aiutare i figli a volersi bene e a pensare con la propria testa, anche al costo di rischiare qualcosa, anziché convincerli a esaudire i propri desideri. E questo può avvenire solo se noi, per primi, diventiamo un esempio da seguire.