I cani per comunicare fra loro utilizzano tutti i sensi: la vista (osservando postura e traiettorie), l’olfatto (annusando le marcature), l’udito (ascoltando abbai, ringhi e ululati) e il tatto (strofinandosi l’uno contro l’altro). Il discorso cambia con gli umani: noi basiamo gran parte della comunicazione sul linguaggio verbale, mentre per il cane ha valore esclusivamente quello extra-verbale; questo perché per il nostro quattrozampe le parole acquisiscono significato tramite l’addestramento, per il cucciolo non hanno alcun significato!
Indice
Comunicare con la voce
Il nostro tono di voce gioca un ruolo fondamentale in una “conversazione” con un cane. Come detto, i cani non conoscono il senso delle parole, è solo attraverso il tono che lo apprendono. Per comunicare con loro è opportuno utilizzare toni diversi a seconda delle circostanze: un tono acuto, che esprime gioia e allegria, potrebbe eccitare l’animale; al contrario, un tono basso trasmette timore e fermezza. In ogni caso, in presenza di un cane si dovrebbe sempre evitare di gridare o alzare eccessivamente la voce: l’udito di Fido è particolarmente sviluppato, motivo per il quale di fronte a vocioni un cane potrebbe tendere a nascondersi.
Sin da subito, è necessario porre l’attenzione al tono che si utilizza ogni volta che si richiama o corregge un animale. Un cane che non risponde a un richiamo, ignorando il proprietario, il più delle volte lo fa perché ne ha paura; il consiglio è quello di utilizzare sempre toni accattivanti e allegri, imparando a gestire determinate emozioni come la rabbia.
Una curiosità: secondo gli studiosi, quella “vocina” che ci viene naturale usare coi bambini piccoli (il baby talking) piace moltissimo ai cani; può essere utile impiegarlo in tutte quelle situazioni in cui è richiesta l’attenzione di Fido e per rinforzare positivamente un suo comportamento corretto (senza necessariamente utilizzare uno snack).
Le varie “voci” dei cani
- Mugolio/uggiolio: guaiti, mugolii e uggiolii sono fra i primi suoni emessi dal cucciolo. Hanno l’obiettivo di sollecitare l’approccio coi conspecifici e rappresentano una ricerca di attenzione. Invece, il cane adulto mugola in segno di sottomissione o festeggiamento, per cercare sollievo dal dolore o in situazioni di leggera frustrazione.
- Abbaio: esprime uno stato di eccitazione e viene utilizzato con scopi differenti (difesa del territorio, segnalazione ed identificazione di un individuo, manifestazioni di aggressività, richiesta di attenzione durante il gioco, espressione di stress).
- Ringhio: è un avvertimento, un segnale di minaccia (serve per far mantenere le distanza ed evitare il conflitto). Può esserci un ringhio “innocente” anche durante il gioco.
- Ululato: il significato non è stato ancora bene interpretato, ma si rileva con maggiore frequenza nei canidi selvatici ed in alcune razze domestiche (husky, segugi); il cane domestico ulula quando si trova isolato e per sollecitare contatti sociali.
Il linguaggio del corpo dei quattrozampe
Saper riconoscere i segnali extra verbali del cane ci permette di entrare più facilmente in perfetta sintonia con lui, capendone lo stato d’animo. I cani ci parlano in mille modi: con la postura, attraverso le espressioni del volto, il modo di respirare, lo stato di tensione muscolare, il tipo di movimento e la traiettoria utilizzata per spostarsi. Se vogliamo comunicare efficacemente col nostro peloso dobbiamo essere in grado di riconoscere i segnali che ci manda.
In linea generale, bisogna rispettare la distanza che il cane intende frapporre fra sé e l’altro (simile o uomo che sia); questa distanza non è fissa ma varia in relazione a situazioni e soggetti coinvolti. Un ottimo modo per comunicare fra cani è rappresentato dai cosiddetti segnali calmanti, posture e gesti che vengono utilizzati per prevenire scontri o per allentare il proprio stress in situazioni difficili; è utilissimo saperli riconoscere per aiutare il nostro cane ad uscire da una situazione di disagio o per comunicare che non abbiamo intenzione di entrare in conflitto con lui. Sono stati identificati una trentina di segnali, come:
- girare la testa;
- guardare altrove;
- socchiudere gli occhi;
- camminare descrivendo una curva o allontanarsi dalla direzione dalla quale arriva un altro cane o una persona;
- agitare la coda;
- mettersi in mezzo per dividere o evitare conflitti;
- voltarsi di lato o di spalle;
- leccarsi il naso;
- immobilizzarsi;
- camminare lentamente;
- posizione di gioco;
- sedersi;
- sbadigliare (questo segnale può essere usato anche dall’uomo per calmare il cane);
- annusare per terra.
Come comunica il nostro corpo
Concetti difficili da esprimere a parole ad un cane possono essere facilmente comunicati attraverso il nostro corpo, non a caso molti addestratori insegnano i comandi di base come “seduto” o “a terra” usando gesti. A volte le parole non bastano, soprattutto all’inizio, quando, per il cucciolo non addestrato non hanno alcun significato. Entra così in gioco il linguaggio del corpo, forma di dialogo efficace per una relazione sana ed equilibrata col quattrozampe.
Il codice extra-verbale è talmente radicato nel nostro corredo genetico che lo utilizziamo inconsapevolmente quando comunichiamo, pensiamo ad esempio alle espressioni del viso e ai movimenti che facciamo in una conversazione o discussione. I cani interpretano il nostro non verbale molto meglio di noi umani; per questo si dice che “sentono” il nostro stato d’animo, riuscendo ad anticipare le nostre intenzioni. Nessuna abilità paranormale: ciò è possibile perché inconsciamente trasmettiamo loro segnali corporei associati ad una determinata azione; non dimentichiamo poi lo sviluppatissimo olfatto canino, senso che porta i quattrozampe ad analizzare ogni mutamento chimico nel nostro corpo a seconda degli stati emozionali. In poche parole, il cane è un interprete eccellente della nostra comunicazione extra verbale.
Noi umani sappiamo fare riflessioni sulle nostre conoscenze e sul linguaggio, possiamo analizzare dialoghi, discorsi, dibattiti. Per Fido tutto ciò non è possibile, la sua comunicazione è efficace nel momento stesso dell’interazione dopodiché perde valore; siamo quindi non umani a dover fare uno sforzo per comprendere il sistema comunicativo a quattrozampe. Non possiamo pretendere che il cane impari la nostra lingua, semplicemente perché non ha gli strumenti per farlo! Conoscere il proprio peloso ci porta ad avvicinarci alla corretta interpretazione dei suoi comportamenti. Ad esempio, l’abbaio può avere diverse interpretazioni a seconda del bagaglio esperienziale dell’animale, del suo carattere e della relazione col proprietario.
Pensiamo ai messaggi che inviamo al cane attraverso la nostra postura: in posizione verticale rispetto a lui trasmettiamo rilassamento; sporti in avanti nella sua direzione assumiamo ai suoi occhi un atteggiamento forte e minaccioso; se indietreggiamo trasmettiamo insicurezza. Anche il modo di avvicinarsi al cane invia parecchie informazioni su cosa vogliamo da lui: una camminata veloce e spavalda comunica che siamo determinati e vogliamo imporre la nostra volontà, anche solo di fare una carezza; avanzare lenti può essere utile per avvicinare un cane spaventato o timoroso (occorre sempre lasciare all’animale la possibilità di scegliere se avvicinarsi o meno, rispettando i suoi tempi).
Altro strumento potentissimo da utilizzare per comunicare coi cani è il nostro sguardo: è un luogo comune pensare che fissare negli occhi un cane equivalga a minacciarlo o sfidarlo (tutto dipende dall’intensità emotiva dello sguardo!). In realtà, i nostri occhi sono un acuto strumento di comunicazione, attraverso il quale il quattrozampe può anticipare le nostre azioni; ad esempio, semplicemente guardando il guinzaglio possiamo far capire al cane che è arrivato il momento della passeggiata, fissando invece il posto in cui teniamo il cibo possiamo dirgli senza parlare: è l’ora della pappa!
Cosa osservare nella comunicazione extra-verbale del cane
Lo studio del linguaggio del cane è un argomento complesso, tuttavia ci sono segnali che vengono manifestati frequentemente e di cui possiamo apprendere il significato. Uno esempio su tutti è lo scodinzolio, una manifestazione di gioia e pura felicità. Invece, la coda tenuta bassa e in mezzo alle zampe posteriori tradisce timore e sottomissione.
Di certo, il cane comunica atteggiamenti o stati d’animo anche attraverso segnali posturali: una posizione di sfida è quella che vede l’animale in equilibrio sulle quattro zampe, col peso ben bilanciato, la testa alta, la coda in tensione e gli occhi fissi verso il suo punto di interesse; al contrario, un cane insicuro cerca di sembrare più piccolo, piegandosi sulle zampe, abbassando la testa ed evitando uno sguardo diretto. Ovviamente, fra questi due atteggiamenti opposti ci sono tante sfumature con significati diversi, che solo esperienza e tempo trascorso col peloso sono in grado di svelare!
Come comunicare col guinzaglio
Il guinzaglio è uno degli strumenti più efficaci per la comunicazione tra uomo e cane. Il cane può capire il nostro stato d’animo proprio attraverso la nostra impugnatura: se siamo tesi o stressati la presa del guinzaglio è tendenzialmente rigida (accorciando le distanza); se abbiamo fretta, tendiamo a strattonarlo non appena il cane si ferma per annusare in terra; al contrario, se abbiamo tempo per fare una lunga passeggiata manteniamo presa e andatura rilassate. Tenetelo a mente ogni volta che uscite in passeggiata col vostro amico peloso, potreste capire e interpretare meglio le sue reazioni agli stimoli che inconsciamente gli state trasmettendo.
Vuoi approfondire il tema? Ascolta la puntata del Podcast “Come Cani e Gatti” dedicata alla comunicazione, verbale e non, con il proprio amico a quattro zampe.
“Il solo posto al mondo in cui si può incontrare un uomo degno di questo nome è lo sguardo di un cane.” (Romain Gary)