Gli ecosistemi stanno cambiando e il comportamento della fauna ne è la prova. Negli ultimi decenni si assiste a un fenomeno sempre più comune: la presenza, e in alcuni casi l’insediamento, di animali selvatici in aree urbane o peri-urbane. Si tratta di eventi che obbligano a una riflessione su più fronti. Perché si avvicinano o entrano in città, quali rischi comporta e come è possibile intervenire per salvaguardare gli ecosistemi, in particolare proteggendo le specie autoctone da quelle aliene?
Ci sono delle ripercussioni non indifferenti che non possono essere ignorate. Eventi apparentemente isolati e poco importanti, in realtà, nascondono un cambiamento profondo rispetto all’equilibrio del pianeta intero. Il surricaldamento globale, causato da alcune pratiche umane, sta avendo un ruolo determinante in tal senso. Ed è necessario intervenire prima che si arrivi a un punto di non ritorno.
Indice
Perché gli animali selvatici si avvicinano alle aree urbane
Ci sono diversi motivi che spingono gli animali selvatici ad avvicinarsi o a colonizzare le aree urbane. Prima di tutto, bisogna considerare l’espansione delle città e la conseguente alterazione degli habitat naturali che riducono le aree classiche di insediamento e costringono molte popolazioni ad adattarsi o a spostarsi.
Inoltre, nelle città e nelle aree peri-urban,e vi sono spesso risorse alimentari e ripari che risultano attrattivi. Nella fattispecie, si tratta di cibo lasciato o dato dagli umani e di strutture edificate che possono ospitare nidi o rifugi. L’alimentazione più facilmente reperibile o la presenza di un numero minore di predatori naturali sono degli incentivi non indifferenti per determinati animali che si trovano spaesati nei luoghi dove prima erano soliti vivere indisturbati. Basti pensare, per esempio, alla presenza degli scoiattoli in città trafficate come Los Angeles.
Come se non bastasse, poi, la città può offrire un microclima più favorevole, con inverni meno rigidi o luoghi protetti e più sicuri dai rischi tipici della natura selvaggia. Infine, l’urbanizzazione facilita l’introduzione di specie aliene che trovano nuovi habitat poco competitivi e riescono a prosperare in ambienti antropizzati.
Animali selvatici in città, i rischi associati
Gli animali selvatici nei centri urbani comportano una serie di rischi: sia per le specie stesse, che per l’uomo e l’equilibrio degli ecosistemi. Prime fra tutte è la questione legata ai conflitti uomo-animale. Determinate specie, infatti, possono causare danni alle proprietà, mettere a rischio la sicurezza e generare paura.
Poi, non vanno sottovalutate le malattie zoonotiche e la trasmissione di parassiti. In ambienti urbani la convivenza più stretta tra fauna selvatica, animali domestici e umani può favorire la trasmissione di agenti patogeni. L’urbanizzazione può alterare le interazioni tra ospiti selvatici, patogeni e vettori. In particolare, specie capaci di adattarsi – come volpi o procioni – raggiungono densità più elevate in contesti urbani e possono ospitare parassiti di rilevanza per la salute pubblica.
Le specie aliene introdotte possono competere con quelle autoctone, alterare le catene trofiche, ridurre la diversità funzionale e filogenetica delle comunità. Uno studio condotto su aree verdi urbane in Polonia ha messo in luce come influenzino la diversità tassonomica, funzionale e filogenetica delle piante. Le aree urbane sono spesso colonizzate da animali non autoctoni, a scapito dei nativi. Inoltre, la crescente urbanizzazione frammenta le aree naturali, impedendo i movimenti degli animali, diminuendo la connettività ecologica e mettendo a rischio la capacità degli ecosistemi di funzionare bene mediante cicli naturali, impollinazione e depurazione.

Cosa si può fare per salvaguardare l’equilibrio degli ecosistemi
Affrontare il fenomeno che spinge gli animali selvatici ad avvicinarsi alle specie aliene significa intervenire su più fronti: gestione urbana, politiche ambientali, educazione pubblica e azioni specifiche per la salvaguardia degli animali nativi. Le città devono essere concepite o riadattate in modo da includere spazi verdi, corridoi ecologici, habitat favorevoli per la fauna autoctona. La biodiversità urbana può offrire servizi fondamentali alla città. Fra questi ci sono la mitigazione delle isole di calore e il miglioramento della qualità dell’aria.
Inoltre bisogna ridurre le risorse alimentari involontarie per le specie indesiderate. Lo si fa gestendo i rifiuti, evitando nutrimenti liberi che favoriscano specie generaliste e invasive, assicurando che i contenitori siano sicuri e non incoraggiando la fauna urbana con cibo dato da parte dei cittadini.
Fondamentale è individuare le specie aliene, valutarne la diffusione e intervenire con misure di rimozione o contenimento se sono potenzialmente dannose per gli ecosistemi locali. L’obiettivo è evitare che dominino a discapito dell’equilibrio dell’ecosistema, già messo a dura prova dal surriscaldamento globale.
Anche i piccoli interventi individuali contano. L’educazione pubblica è fondamentale per sensibilizzare in merito al rispetto della fauna. Bisogna conoscere i pericoli legati a una dieta impropria e sapere quanto sia importante segnalare specie potenzialmente problematiche. alla non alimentazione impropria e alla segnalazione di specie problematiche.
Anche in città è importante preservare e collegare le isole verdi, i parchi e zone naturali residue così da permettere il movimento della fauna e ridurre gli effetti della frammentazione. La creazione di corridoi ecologici è uno strumento molto vantaggioso.
Conclusione: trovare il giusto equilibrio
L’avvicinamento degli animali selvatici ai centri urbani rappresenta sia una sfida che un’opportunità. Da un lato, segnala la pressione crescente che l’urbanizzazione esercita sugli ecosistemi naturali. Dall’altro, offre la possibilità di ripensare come città e natura possano convivere e rafforzarsi a vicenda.
Per farlo serve un approccio integrato tra pianificazione urbana sostenibile, politiche di gestione mirate, partecipazione della comunità e una visione che consideri non solo la fauna “che arriva”, ma anche quella autoctona da proteggere. Soltanto così si potrà preservare l’equilibrio degli ecosistemi nel contesto urbano e peri-urbano, garantendo benefici sia agli animali selvatici che alle persone.
Fonti bibliografiche
Cities: Wildlife thrives in concrete jungles – Unesco.org;
Use of wildlife-friendly structures in residential gardens by animal wildlife: evidence from citizen scientists in a global biodiversity hotspot – Springer Nature Link;
The Impact of Urbanization on Wildlife Populations: A Global Perspective – Allied Academies.org;
Urban aliens and threatened near-naturals: Land-cover affects the species richness of alien- and threatened species in an urban-rural setting – PubMed;
Urbanization and Disease Emergence: Dynamics at the Wildlife-Livestock-Human Interface – PubMed.