Ogni giorno ci battiamo per i nostri diritti, quelli che parlano di libertà e di uguaglianza. Lo facciamo per rivendicare quello che ci spetta di diritto, per ricevere gli stessi trattamenti riservati da sempre agli uomini, per garantire a noi stesse, e alle future generazioni le medesime risorse e le stesse opportunità. Perché la parità di genere non è un miraggio, ma è un futuro che deve appartenerci.
Un’uguaglianza che deve esistere e persistere nelle situazioni sociali e in quelle domestiche, nelle attività pubbliche e sul lavoro, come la stessa Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite ha sancito.
Una parità, questa, che però non appartiene solo al genere femminile e, al contrario, non deve lasciare escluso nessuno. Ecco perché la nuova norma che prevede che i papà non posso essere licenziati, dopo la nascita dei figli, è quello che attendevano da sempre. Perché i neopapà hanno gli stessi diritti e doveri delle mamme.
Niente più differenze tra neomamme e neopapà
C’era un tempo, neanche molto lontano, in cui la donna era vista come l’angelo del focolare e cioè colei che doveva occuparsi della casa, dei figli e della famiglia sacrificando tutto mentre l’uomo andava a lavorare. La carriera, per le donne, non poteva essere contemplata. E se a quello che imponeva la società, queste, si ribellavano erano considerate strane, diverse, sbagliate.
Quei tempi, per fortuna, sono cambiati, o almeno è su questo che si sta lavorando incessantemente. E anche se il peso degli impegni familiari, come dimostrano i dati e le nostre stesse esperienze, grava ancora maggiormente sulla controparte femminile, l’idea che questa debba rinunciare a tutto per amore della famiglia è stata ampiamente sorpassata.
Anche i papà, infatti, hanno il diritto e il dovere di stare con i loro bambini. Di crescerli e di contribuire alla loro educazione, esattamente al pari delle mamme. Eppure, nel nostro Paese, la differenza di trattamento è sempre stata più che evidente.
Basti pensare alle norme che regolano la maternità e che danno alle donne lavoratrici fino a 5 mesi di congedo con una retribuzione pari all’80% rispetto a quella standard, mentre i papà hanno recentemente raggiunto il traguardo dei soli 10 giorni, al 100% della retribuzione. Una magra consolazione, questa, soprattutto se guardiamo il trattamento che viene riservato ai neogenitori negli altri Paesi d’Europa.
Di passi avanti però, anche se piccoli e lenti, ne abbiamo fatti. E ora, finalmente, tutti i papà potranno aggiungere alle loro conquiste anche un altro diritto già appartenente alle mamme, ovvero quello di non poter essere licenziati almeno fino al primo anno di vita dei loro bambini.
I papà non potranno più essere licenziati: il decreto
Grazie al decreto legislativo 105/2022 approvato dall’ex governo Draghi lo scorso anno, ai padri verrà concesso un diritto che da tempo apparteneva già alle madri, ovvero quello di garantire il proprio posto di lavoro almeno fino al compimento di un anno dei figli.
Un provvedimento, questo, che si aggiunge a tutta una serie di iniziative volte ad aiutare le famiglie, ma soprattutto a supportare quell’equilibrio labile che esiste tra lavoro e vita familiare. Oltre al congedo di paternità obbligatorio, i neopapà saranno ulteriormente tutelati dalla legge, in quanto i datori di lavoro non potranno più licenziarli almeno per i successivi 12 mesi dalla nascita del bambino.