Mentre la Russia bombarda l’Ucraina, le persone continuano a scappare. Alcuni riescono a oltrepassare il confine, lasciandosi alle spalle una scia di sangue e sofferenza sepolta tra le macerie di una terra ormai deturpata dalla guerra. Sono per lo più le donne e i bambini a raccontare con i loro sguardi l’orrore di un conflitto crudele.
Queste le persone che trovano rifugio temporaneo anche in Italia. Secondo le stime del Ministero dell’Interno, confermate al 21 marzo 2022, oltre 50.000 i cittadini ucraini sono giunti nel nostro Paese. A prendersi cura di loro le associazioni del terzo settore, i volontari, i centri di accoglienza. Offrono cibo, coperte e conforto, ma dimenticare le istantanee di morte e dolore che la guerra ha provocato è impossibile.
È difficile per noi, che questa guerra la viviamo attraverso quelle immagini che entrano prepotentemente nelle nostre case squarciando la serenità ormai dimenticata. È impossibile per loro che hanno dovuto lasciare il Paese dei campi di grano dai colori dell’oro, le case e tutti i ricordi di quella vita mandata in frantumi improvvisamente. Come faranno a ricominciare?
Milano: un supporto psicologico per la popolazione ucraina
È proprio da questa consapevolezza che è nata l’idea di creare uno sportello di supporto psicologico gratuito per la popolazione ucraina da parte dell’associazione EMDR Italia in collaborazione con la Croce Verde. Un aiuto solidale e reale, che ha come obiettivo quello di supportare in maniera gratuita tutte le persone, di qualsiasi età e sesso, che sono riuscite a fuggire dalla guerra e che si trovano a dover fare i conti con tutto ciò che è successo, con quello che hanno perso.
Il progetto, attivo su Milano, è già operativo da giorni e ha come obiettivo quello di aiutare i rifugiati di guerra a elaborare le ferite emotive e i traumi subiti.
Tutte le persone che sono fuggite dall’Ucraina possono trovare un supporto in questo sportello psicologico. Dopo un primo contatto con una persona che parla la lingua ucraina, e che provvederà a fare qualche domanda conoscitiva anche rispetto alle disponibilità di orari e giorni, chi chiama sarà invitato a raggiungere la sede della Croce Verde di Via San Vincenzo a Milano nei giorni immediatamente successivi dove potrà incontrare psicologi, esperti e interpreti. I colloqui saranno sia collettivi che individuali.
A spiegarci come tutto è nato è stato proprio Riccardo Ercole, il volontario della Croce Verde che per primo ha avuto questa idea solidale che subito si è trasformata in realtà. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare il progetto e il suo funzionamento.
«L’idea nasce da quello che ho visto, che vedo ogni giorno intorno a me. Da quello che vediamo tutti. Osservando le immagini in televisione e sui social network mi sono chiesto come faranno quelle persone che arrivano qui ad andare avanti. Come potranno venire a patto con gli orrori della guerra, fare i conti con tutto quello che succede. Mi sono chiesto se, oltre all’aiuto che già stiamo dando, potevamo fare qualcosa in più», ci ha raccontato.
Riccardo, che è già un volontario della Croce Verde di Milano, ha pensato di contattare l’EMDR Italia, l’associazione che propone un metodo psicoterapico strutturato per il trattamento di diverse psicopatologie e di problemi legati ad eventi traumatici e a esperienze stressanti. La scelta è ricaduta su questa associazione non a caso. Durante l’emergenza sanitaria, infatti, i volontari dell’associazione avevano offerto supporto psicologico a tutti i medici impegnati a fronteggiare il Coronavirus.
A rendere possibile tutto questo, come anticipato, è stata la straordinaria collaborazione tra la Croce Verde e l’EMDR. A Milano, il 21 marzo 2022, è stato inaugurato lo sportello psicologico di ascolto per tutti i rifugiati di guerra.
«Avviare questo progetto di solidarietà e accoglienza, però, non è stato semplice: se da una parte abbiamo avuto facilità nell’organizzazione logistica scegliendo gli ampi spazi della sede della Croce Verde di Via San Vincenzo a Milano, dall’altra ci siamo dovuti scontrare con altri problemi – ha raccontato Riccardo – come quelli della barriera linguistica, per esempio».
Ancora una volta, però, grazie alla collaborazione di tutti e al supporto degli altri le difficoltà sono state superate. Riccardo ci ha raccontato che dopo aver lanciato un appello pubblico per richiedere l’aiuto di persone che sapessero parlare la lingua ucraina ha ricevuto un grande e generoso riscontro da parte dei cittadini di Milano. Gli interpreti e i traduttori sono stati trovati e lo sportello è stato attivato.
«La vera forza di questo progetto – prosegue Riccardo – sta proprio nella collaborazione tra le persone, tra i volontari. In primis tra la Croce Verde e l’associazione EMDR Italia. Da una parte ci sono gli psicologi e gli psicoterapeutici esperti, dall’altra ci siamo noi che ricopriamo mansioni diverse e che possiamo portare avanti la struttura alla quale abbiamo pensato. Abbiamo un grafico che, per esempio, si è occupato della locandina, una persona che parla la lingua ucraina e che risponderà a tutte le chiamate e alle richieste d’aiuto e abbiamo chi ci aiuta a diffondere la campagna d’informazione. Ma dobbiamo condividere questo servizio in maniera capillare così da poter raggiungere più persone possibili».
Informazioni e numeri utili
Lo sportello di supporto psicologico per la popolazione ucraina è attivo da lunedì 21 marzo ed è a disposizione di tutti i rifugiati della guerra che si trovano attualmente in Italia e nello specifico a Milano. Per usufruire del servizio, totalmente gratuito, è possibile chiamare o scrivere un messaggio al numero +39 371 570 95 88 anche in lingua ucraina ogni giorno dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00.
Le persone che chiamano poi vengono ricontattate per fissare un appuntamento all’interno della sede della Croce Verde di Via San Vincenzo 25, a Milano nei giorni immediatamente successivi alla chiamata. All’interno della stessa sede, inoltre, in questi giorni sono stati inaugurati una serie di corsi di lingua italiana proprio per i profughi ucraini.
Il compito che siamo chiamati ad assolvere tutti, adesso, è quello di diffondere il più possibile la notizia affinché arrivi anche negli hub e nei rifugi temporanei della città di Milano, affinché la popolazione fuggita dalla guerra possa trovare il supporto psicologico che merita.