Mangiare pasta rende felici: lo dice la scienza (e il nutrizionista)

I quattro parametri scientifici confermano che mangiare un piatto di pasta ci rende felici. E i consigli del nutrizionista per non esagerare

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Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Lo abbiamo sempre saputo: mangiare pasta rende felici, ma ora lo conferma anche la scienza: esiste un vero e proprio meccanismo emozionale e neurofisiologico alla base del benessere psicofisico che si prova mangiando un piatto di pasta. Una vera e propria esplosione di felicità, pari o addirittura superiore all’emozione suscitata dalla nostra canzone preferita o da un gol della propria squadra del cuore, evidenza che per la prima volta è stata indagata e misurata scientificamente.

Secondo l’ultima indagine internazionale di Ipsos sul livello di felicità dei cittadini in 30 Paesi del mondo, l’Italia si posiziona a metà della classica, con il 66% dei rispondenti che si dichiara molto o piuttosto felice. Nella Giornata Internazionale della Felicità (20 marzo), indetta nel 2012 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per incoraggiare la ricerca della felicità come scopo e diritto fondamentale dell’uomo, i pastai di Unione Italiana Food celebrano il sentimento più bello con un piatto di pasta, in grado di suscitare emozioni positive e regalare il buonumore.

Perché mangiare pasta rende felici: lo studio

Uno studio tutto italiano, del “Behavior & Brain Lab” della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, ha indagato la sfera emotivo gratificatoria per capire come, quanto e perché siamo felici quando mangiamo un piatto di pasta, tracciando cosa “accende” nel nostro cervello una buona forchettata di spaghetti.

Per farlo, i ricercatori hanno utilizzato le metodologie neuroscientifiche e del brain tracking simili a quelli che servono per la macchina della verità (l’analisi delle espressioni del volto, delle attivazioni cerebrali legate alle emozioni, della variazione del battito cardiaco e della microsudorazione) su un campione di 40 soggetti (20 donne e 20 uomini) di età compresa tra i 25 e i 55 anni e senza allergie o intolleranze alimentari. Lo studio ha così individuato il tipo di reazione emotiva e il relativo grado di coinvolgimento dell’assaggio di un piatto di pasta, in comparazione ad alcune attività preferite come ascoltare musica, o guardare le olimpiadi, una partita di calcio o di tennis.

Cosa succede se mangi la pasta

Lo studio conferma che mangiare pasta provoca uno stato emotivo-cognitivo positivo con dei risultati uguali, se non addirittura superiori, rispetto a quelli registrati con musica e sport. I quattro parametri di analisi esaminati ci dicono anche che l’esperienza emotiva vissuta durante la degustazione della pasta preferita è pari a quella generata dalla rievocazione di ricordi felici. In particolare quelli legati alla famiglia.

Nel dettaglio:

  • Memorization Index: con un punteggio di 0,87 in una scala da 0 a 1, l’“esperienza pasta” doppia musica (0,43) e bissa lo sport (0,02) nell’attivare processi cognitivi di memoria. Indicando come sia la pasta l’attività maggiormente legata all’attivazione dei processi mnestici.
  • Engagement Index: la pasta è lo stimolo più coinvolgente (0,28) rispetto a musica (0,20) e sport (0,03).
  • Emotional Index: la pasta (0,36) è appaiata alla musica (0,35) e davanti allo sport (0,22) per la miglior capacità di provocare emozioni positive.
  • Happiness Index: è indicatore della felicità provata dal soggetto e manifestata a livello delle espressioni facciali. Ancora una volta la pasta si posiziona con un 76% sullo stesso livello della canzone preferita (75%) e, a un livello superiore, rispetto al proprio sport preferito (54%).

Carboidrati, il parere del nutrizionista Piretta

Dagli anni Sessanta ad oggi, una vasta letteratura scientifica tra cui tre studi pubblicati sulla rivista The Lancet Public Health, hanno confermato che la pasta, ricca di Triptofano e Vitamine del gruppo B, è alleata del buonumore a livello nutrizionale. I carboidrati sono delle molecole fatte di zucchero, quindi lo zucchero assunto dal nostro intestino e arrivato al cervello determina questa sensazione di benessere – afferma il prof. Piretta, nutrizionista gastroenterologo e docente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – Nel tratto intestinale ci sono dei recettori del gusto che agiscono anche sul sistema nervoso centrale attraverso dei meccanismi ormonali e neuro-ormonali che ci danno una memoria dell’assunzione dello zucchero. Quando si mangiano carboidrati quindi si stimolano le endorfine che trasmettono una sensazione di benessere. Infine, i carboidrati complessi come la pasta, assicurano un apporto sufficiente di triptofano, l’aminoacido precursore della serotonina, che regola l’umore. E le vitamine del gruppo B, presenti in quantità maggiore nella pasta integrale, implicano il rilassamento muscolare; soprattutto la B1, fondamentale per il sistema nervoso centrale, stimola la produzione di serotonina”.