Maggiore qualità della vita, più tempo per sé stessi, per le persone care, per la famiglia. Quando pensiamo alla settimana che deve venire, dobbiamo fare i conti con tutti gli impegni che ci aspettano e – capita – di rendersi conto che, tra un incastro e l’altro, non si riesce a ritagliare un momento da trascorrere facendo qualcosa per il proprio benessere o per quello delle persone che abbiamo accanto.
Ecco che, iniziative intraprese da aziende come Luxottica e Lamborghini, diventano un esempio sul cui solco provare a riprogrammare la vita dei lavoratori.
Infatti, a seguito di accordi, i dipendenti delle due aziende potranno usufruire della settimana corta.
La settimana corta a lavoro: di che cosa si tratta e come è stata programmata
Lo stipendio resta uguale ma la suddivisione della settimana lavorativa cambia. Lo ha stabilito un accordo sperimentale che è stato siglato – per il nuovo contratto integrativo aziendale – da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil e le Rsu. A essere coinvolti sono circa 20mila dipendenti di Luxottica, impiegati nei diversi stabilimenti nazionali e – nello specifico – in quelli di Agordo, Sedico, Cencenighe Agordino (Belluno), Pederobba (Treviso), Lauriano (Torino) e Rovereto (Trento),.
Nel dettaglio emerge che per 20 settimane all’anno saranno impegnati con il lavoro dal lunedì al giovedì, così da avere liberi tre giorni di fila. Lo stipendio, come detto, non è stato toccato. Il resto delle settimane rimarrà il normale orario con cinque giorni di lavoro su sette. Dato importante: l’adesione è volontaria.
Dei venti venerdì liberi cinque verranno coperti da altrettanti permessi retribuiti, a cui i dipendenti dovranno rinunciare, mentre gli altri 15 saranno coperti da Luxottica.
Ma non solo l’azienda di occhialeria, infatti in Lamborghini manca la firma dell’accordo tra proprietà e sindacati per – tra le altre cose – l’avvio della settimana corta di lavoro, che ammonterà a un totale di 33 ore e mezza e la cui suddivisione dipenderà dai turni dei vari dipendenti. Prevista, inoltre, la possibilità di attivare lo smart working fino a 12 giorni al mese. Nel contratto, poi, si parla anche di altri aspetti come il sostegno alla genitorialità.
La settimana corta di lavoro funziona, la situazione all’estero
A guardare fuori dall’Italia emerge che la settimana corta di lavoro funziona e anche bene. L’Islanda è stato tra i primi Paesi a introdurla e – come riporta un articolo di Rai News – i vantaggi ci sono stati: se da una parte è migliorato il benessere dei dipendenti, dall’altra non ci sono state riduzioni dal punto di vista della produttività.
In Gran Bretagna, poi, diverse aziende hanno provato a testarla. In Belgio, invece, si è pensato di mantenere lo stesso numero di ore, ma di concentrarlo in quattro giorni, inoltre i lavoratori possono passare dalla settimana corta a quella tradizionale sulla base del bisogno. Tra gli altri Paesi che stanno introducendo questa opzione, o la stanno provando, vi sono ad esempio la Spagna e il Giappone.
Ma cosa ne pensano gli italiani? Come riportato da Il Sole 24 Ore, una recente indagine realizzata da Assirm – dal titolo La nuova relazione con il mondo del lavoro – ha fatto emergere che il 55 per cento degli italiani sarebbe anche disposto a uno stipendio inferiore a patto di avere un giorno libero in più. Una percentuale che arriva al 62 per cento tra i 25 e i 34 anni.