Se è vero che dovremmo sempre lasciare liberi gli altri di agire e di fare le loro scelte, è altrettanto vero che l’irresistibile mania di giudicare gli altri ci rende schiave di un circolo vizioso. Avere dei pregiudizi nei confronti delle scelte e delle azioni degli altri è umano, intendiamoci, ma è proprio la capacità di superarli che ci aiuta a essere persone migliori. È questo è vero soprattutto quando si diventa genitori, o quando ancora non lo si è. Io l’ho fatto. Io ho giudicato le altre madri. E poi sono stata giudicata.
Essere mamma è un sfida personale
Ho capito che essere mamma è bellissimo, gioioso e faticoso. È travolgente per tutte quante le donne, anche se poi le esperienze sono sicuramente soggettive. Ho capito che sono tanti, troppi, i giudizi negativi, i consigli non richiesti e i commenti sgraditi solo perché non sono compresi o sono diversi dai propri. Eppure tutti i genitori sono uguali, anche se fanno delle scelte diverse. Tutte le mamme condividono la stessa missione: fare ciò che è meglio per i propri figli, anche se si scelgono strade e percorsi completamente differenti.
Io l’ho capito quando sono diventata mamma che non c’è un unico e solo modello da seguire. Che non esiste la perfezione genitoriale, ma che tutte le mamme a loro modo sono perfette. Lo sono quelle che allattano al seno e quelle che non lo fanno, quelle che decidono di far giocare i loro piccoli alla play o quelle che gli comprano uno smartphone. Lo sono quelle che vestono le loro bambine con la tuta, a discapito di quel vestito colorato e a fiori che le farebbe sembrare delle bamboline.
E potrei portare altri dieci, cento, mille esempi. Perché i terreni di scontro della maternità sono tantissimi, ma tutti artificiali, perché sono stereotipati. Eppure basterebbe ricordare, prima di puntare il dito le une contro le altre, che siamo prima di tutto donne, persone, con le nostre storie e le nostre esperienze, con una personale capacità di scegliere e di agire. E che siamo mamme, e che come le altre ci muoviamo per il bene dei nostri figli, anche quando sbagliamo, secondo le nostre regole. Anche quando gli altri non capiscono. Anche se non siamo perfette.
“Un giorno sono diventata mamma e ho accettato di non essere perfetta”
Tutte le mamme operano per la causa più bella del mondo: il benessere dei propri bambini. Non bisogna mai giudicarle, né quando si è una mamma, né quando non lo si è. E per ricordarlo, condivido con voi questa meravigliosa poesia di Nede Baulies Muas.
E un giorno capii la mamma che vestiva le sue figlie con i leggins per andare a un compleanno… perché le sembrava più comodo…e la mamma che lo faceva perché non aveva tempo di metterle i vestiti da festa. Anche quella mamma che lascia i suoi figli a piedi nudi perché pensa che sia la cosa migliore, come quella che invece li tiene tutto il giorno con le scarpe addosso. Ho capito quella che arrivava ad un incontro con faccia scoraggiata chiedendo a qualcuno di occuparsi del bambino perché aveva bisogno di andare tranquilla in bagno o di sedersi e parlare con gli altro. E ho capito quella mamma che abbracciava il suo bambino e non lo condivideva con nessuno nonostante gli sguardi critici di tutti.
Ho capito quella che è in ritardo – Non avrei mai immaginato fino ad oggi quanto sia difficile essere tutti pronti in tempo -.
Ho capito quella mamma che in un ristorante non sa come calmare suo figlio, mentre gli altri la guardano con un’espressione di quanto poco sa “quella” di essere madre… Ho capito quella mamma che non sa cosa fare di fronte a una crisi di pianto e capricci di suo figlio per strada.
Come ho capito…
Quella che allatta.
Quella che no.
Quella che torna a lavorare velocemente.
Quella che decide di stare a casa.
Un giorno sono diventata mamma e ho accettato di non essere perfetta.
Ho imparato la mia forma, mi rivedo in ognuna, abbraccio e aiuto quelle che posso e mi abbraccio insieme a loro.