Cos’è l’aborto tardivo: come riconoscerlo e affrontarlo

L'aborto tardivo è un'interruzione spontanea di gravidanza tra la dodicesima e la ventiquattresima settimana di gestazione. Con un ginecologo, conosciamone cause e sintomi

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Pubblicato: 8 Marzo 2024 11:56

L’aborto spontaneo è un evento piuttosto comune che coinvolge moltissime donne, meno frequente è quello tardivo, che si aggirerebbe intorno alle 0,5% delle gravidanze. L’aborto spontaneo è un evento tragico per le donne e per le coppie che attendono con felicità e trepidazione una nuova vita e, sebbene non sia giusto creare una scala del dolore, si può immaginare quanto possa essere tragica la perdita del proprio bambino, ad uno stadio della gravidanza ormai avanzato, come succede per quello tardivo.

L’aborto tardivo, infatti, fa riferimento ad uno specifico arco temporale, ormai lontano da quel primo trimestre, sempre assai delicato, che ci tiene molto sulle spine.

Parlando di interruzioni avvenute all’inizio della gravidanza, forse non tutte sanno che ci sono alcuni aborti che non riconosciamo affatto: si tratta perdite che avvengono a pochissime settimane di gestazione, quando la donna non è ancora consapevole di essere in stato interessante. Per fare un esempio pratico, pensiamo alle false mestruazioni, quelle perdite ematiche che confondiamo con le mestruazioni e che invece possono rivelare un aborto spontaneo.

Per correttezza di informazione va detto che circa il 20-30% delle donne in attesa ha avuto perdite ematiche durante le prime settimane, ma solo la metà è stata coinvolta da un evento quale l’aborto spontaneo. Per tale motivo, non c’è bisogno di allarmarsi immediatamente, in caso di perdite ematiche durante le prime settimane, ma è necessario comunicarlo al proprio ginecologo/ginecologa che ci dirà come comportarci.

Ora ci addentriamo, con l’ausilio del dottor Antonio Simone Laganà, ginecologo, nell’aborto tardivo, per spiegarne i sintomi, le cause, quale siano le settimane interessate, come riconoscerlo ed affrontarlo. Qualora siate in stato interessante e pensiate di star vivendo una situazione simile a quella descritta in questo articolo, è necessario rivolgersi quanto prima al proprio ginecologo/a di fiducia, o al medico di famiglia.

Aborto spontaneo tardivo
Fonte: iStock
Riconoscere i sintomi dell’aborto tardivo

Aborto tardivo: cause e periodo gestazionale

L’aborto spontaneo è un evento doloroso che richiede una valutazione medica, anche attraverso un’ecografia per poterlo appurare e per capire come procedere. A volte, esso segue a sintomi lievi, che non siamo state in grado di riconoscere, altre invece è quasi un evento annunciato e temuto che lascia delusa l’aspettativa di portare a termine la gravidanza, altre ancora è avvenuto in seguito a comportamenti a rischio da parte della donna, come ad esempio l’abuso di alcol.

“Si parla di aborto tardivo quando questo avviene tra la dodicesima e la ventiquattresima settimana di gravidanza. Le cause dell’aborto tardivo possono essere molteplici, legate sia a condizioni materne che fetali.  Per quanto riguarda le condizioni materne che potrebbero causare un aborto tardivo, soprattutto se non trattate correttamente e non tenute sotto controllo, vi sono condizioni patologiche croniche che includono diabete scompensato, grave ipertensione arteriosa, lupus, nefropatia, disturbi della tiroide come ipertiroidismo o ipotiroidismo severo. Infezioni come rosolia, citomegalovirus, HIV, gonorrea, sifilide o vaginosi batterica possono aumentare il rischio di aborto tardivo.

In linea di massima, va considerato che qualunque infezione materna o fetale aumenta il rischio di aborto tardivo. Anche intossicazioni alimentari come listeriosi, toxoplasmosi, salmonellosi, dovute al consumo di cibi contaminati, possono portare ad un aborto tardivo. Inoltre, un aumento del rischio di aborto tardivo può essere associato all’assunzione di alcuni farmaci come il misoprostolo, utilizzato per le ulcere allo stomaco, i retinoidi, usati per l’eczema e l’acne, il metotrexato, utilizzato per condizioni come l’artrite reumatoide.

Inoltre, è possibile che l’aborto tardivo sia causato da una condizione definita incompetenza (o insufficienza) cervico-istmica, in cui il collo dell’utero si dilata e si raccorcia prematuramente, portando all’espulsione del feto e degli annessi fetali.

Altri fattori di rischio per l’aborto tardivo possono essere: età materna avanzata, precedenti aborti spontanei consecutivi (aborto ricorrente), obesità, esposizione a sostanze quali droghe e alcol. Per quanto riguarda le condizioni fetali che potrebbero causare un aborto tardivo, vi sono anomalie genetiche e malformazioni gravi”.

Aborto spontaneo tardivo
Fonte: iStock
Riconoscere i sintomi dell’aborto tardivo

Sintomi: come riconoscere l’aborto tardivo

Il dottor Laganà ha elencato le cause più comuni di un aborto tardivo, tra le quali ci sono anche eventuali comportamenti materni (cibo contaminato, farmaci etc.). Come vedremo in seguito, questo può peggiorare le conseguenze emotive che seguono il lutto, soprattutto quando esso avviene ad un passo dal termine della gravidanza. Dobbiamo comunque ricordare che in gravidanza sono poche le cose rispetto alle quali l’astensione è necessaria, per il resto, la nostra vita può continuare serenamente come prima, tenendo presente solo alcune raccomandazioni che è meglio conoscere e tenere sempre a mente.

I segnali più comuni di aborto tardivo sono:

  1. sanguinamento vaginale;
  2. crampi;
  3. senso di peso e dolore pelvico e alla schiena;
  4. rottura delle membrane (cosiddetta “rottura delle acque”);
  5. febbre e/o perdite vaginali giallo-verdastre e maleodoranti.

“Questi ultimi sintomi potrebbero manifestarsi in caso di infezioni. Al presentarsi di tali sintomi è fondamentale il ricorso d’urgenza a un pronto soccorso ostetrico per essere sottoposte a tutte le valutazioni del caso e intraprendere le terapie e gli interventi necessari, ove possibile”.

Aborto spontaneo tardivo
Fonte: iStock
Riconoscere i sintomi dell’aborto tardivo

Aborto tardivo: quando una nuova gravidanza

Un aborto spontaneo lascia sempre un dolore più o meno visibile. Ogni coppia, ed in primis ogni donna, lo affronta come può. Come c’è chi pensa ad un nuovo tentativo e chi, invece, rifugge il pensiero. Sono tantissimi i fattori che influiscono su queste scelte ma, al di là dell’aspetto psicologo che analizzeremo in seguito, dal punto di vista medico, quanto tempo è necessario attendere, prima di un nuovo tentativo di concepimento?

“Dopo un aborto spontaneo tardivo, sebbene non sia obbligatorio osservare un tempo di attesa prima di tentare una successiva gravidanza, è assolutamente consigliabile prima di tutto effettuare una valutazione del quadro clinico della paziente per identificare le potenziali cause che hanno portato a questo evento e, ove possibile, attuare tutte le strategie terapeutiche per prevenire o quantomeno ridurre il rischio di un nuovo aborto spontaneo tardivo in una successiva gravidanza. Per esempio, in caso di aborto spontaneo tardivo causato da incompetenza cervico-istmica, potrebbe essere considerato di eseguire un cerchiaggio cervicale (per via vaginale o addominale) preventivo prima della dodicesima settimana, in maniera tale da evitare il rischio di dilatazione/accorciamento prematuro della cervice uterina”.

L’elaborazione del lutto dopo un aborto

Vogliamo concludere questo articolo dedicando alcune parole allo stato d’animo di noi donne, dopo che abbiamo vissuto un aborto, perché ciò che succede alla nostra mente non è meno importante di quello che succede al nostro corpo. Dopo un aborto ci si può sentire arrabbiate come colpevoli o anche solo molto tristi.  Possiamo sentirci in colpa per qualcosa che abbiamo o non abbiamo fatto, come arrabbiate per aver sottovalutato un campanello d’allarme. Molte di noi si chiedono “Ma perché proprio a me, non è giusto!”.

Purtroppo, se si scava nelle vite delle amiche, delle colleghe, delle conoscenti, sarà facile scoprire quante di loro hanno subito la nostra stessa perdita, ed in alcuni casi, anche più di una volta, pur avendo tenuto un comportamento attento, sensibile, solerte. Quindi, per quanto tempo ci voglia, e per quanto possa essere difficile, abbandoniamo sensi di colpa o paragoni. Non farà che farci stare peggio e nulla ci ripoterà indietro.

Il trauma subito a seguito di un aborto spontaneo, ancor più per quello tardivo, può richiedere un aiuto, un supporto specialistico. Non dobbiamo vergogniamo ad ammettere, come donne o come coppie, di dover fare affidamento ad un terapeuta. Anzi, con l’aiuto di uno/a specialista si potranno vedere le cose con uno sguardo più razionale, corretto, lucido ed eventualmente valutare quando e se si è nuovamente pronti per una nuova gravidanza. Non è obbligatorio andarci, non è una prassi necessaria, ma se sentiamo di aver bisogno di un aiuto, non neghiamocelo.