Come far smettere i bambini di fare i capricci

Come reagire quando nostro figlio fa i capricci. Ne abbiamo parlato con una psicologa, anche per capire cosa è meglio evitare.

Foto di Giorgia Marini

Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Pubblicato: 30 Maggio 2016 10:58Aggiornato: 26 Dicembre 2022 16:02

Il tempo di stringere fra le braccia il nostro primo figlio, e saremo subissate dai tanti consigli (quasi sempre non richiesti) su cosa fare quando i bambini fanno i capricci, come farli smettere, come non viziarli e così via. C’è chi, di fronte ad un neonato di poche settimane che piange, suggerisce alla mamma di non prenderlo in braccio, perché si tratterebbe di un capriccio e le coccole lo vizierebbero. Come anche coloro che predicano la manifestazione dell’indifferenza come metodo per far smettere i capricci. Il bouquet di esperienze indirette che una neo mamma (ma anche un neo papà)si troverà costretta ad ascoltare sul tema, sarebbero da enciclopedia. Purtroppo, sui capricci non siamo molto preparati e cadere in errore è semplice, come quando sentiamo il pianto di un neonato e scioriniamo, a volte anche in buona fede, una serie di comportamenti atti a far smettere presunti capricci che, invece, nascondo tutt’altro.

Per questo, a supporto dei neo genitori ma non solo, abbiamo contattato un’esperta, la dottoressa Miolì Chiung, psicologa e presidentessa del Centro Salem, a Milano. Con il suo contributo, impariamo a distinguere quando i bambini davvero stanno facendo dei capricci, cosa fare e cosa è meglio evitare, quando siamo di fronte a questi episodi.

Bambini che fanno i capricci
Fonte: iStock
Bambini che fanno i capricci

Capricci: perché i bambini li fanno e a che età

La prima cosa che dobbiamo chiarire, soprattutto a vantaggio di chi è genitore da poco e non sa, di fronte al pianto del piccolo, se si tratta di un capriccio o meno, è proprio il tema della fascia di età. La dottoressa Miolì Chiung è molto chiara su questo aspetto.

“I capricci sono la forma che un bambino ha per esprimere il suo disagio. I neonati piangono, mentre i bambini dai 2 ai 5 anni fanno i capricci. Spesso noi adulti troviamo questi comportamenti irrazionali e immotivati, quando invece dovremmo solo fermarci e capire che dietro a quelle urla, pianti e scoppi di ira c’è sempre un motivo. Il capriccio diventa il modo di esprimersi del bambino, spesso in maniera inefficace. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che per un bambino piccolo è perfettamente normale esperire degli stati di de-regolazione di fronte a forti emozioni. Non c’è sfida, né provocazione e non vi è una lotta di potere. C’è un’emozione bloccata, un problema e il bisogno che un adulto lo aiuti a gestire questa tempesta emotiva.

Dopo i 5 anni i bambini dovrebbero cominciare a regolare in maniera più consapevole i loro stati d’animo, ma dobbiamo ricordarci pur sempre che si tratta di bambini. Emozioni inattese o situazioni nuove potrebbero far riemergere una fatica a regolarsi emotivamente. L’inizio della scuola, le maestre, l’inizio dell’apprendimento potrebbero essere situazioni in cui ci sia bisogno dell’aiuto dell’adulto”.

Dunque, possiamo dire che prima dei due anni non si parla di veri e propri capricci e che dopo, quindi circa in seguito all’ingresso alla scuola primaria, la fase dei capricci termina. Con l’ovvia considerazione, come chiaramente suggerito dalla dottoressa, che i bambini rimangono tali ancora per parecchio tempo e che possono avere nuovamente difficoltà ad esprimersi, quando hanno bisogno del nostro aiuto, soprattutto di fronte a nuove esperienze.  Quando poi cominciamo ad insegnare ai bambini regole e limiti ci sta anche i nostri figli, all’inizio, non essendo in grado di capirne fino in fondo il valore, possano fare capricci sperando anche di poterne essere sollevati. Ma i genitori siamo noi e dobbiamo cercare, nelle nostre possibilità, di rimanere fermi, calmi e pazienti.

Bambini che fanno i capricci
Fonte: iStock
Bambini che fanno i capricci

Cosa fare e come farli smettere

Quando nostro figlio fa i capricci, se pianti e urla e i piedi che battono si prolungano, è piuttosto facile andare un po’ in crisi. Non sempre siamo in grado di capire cosa fare, come reagire in queste situazioni. Vorremo conoscere le parole d’ordine per farli smettere ma, già lo sappiamo, non esistono. Del resto, se i capricci sono un modo di esprime un disagio, un disappunto, il focus non può essere far smettere al bambino di piangere ma di comprenderne la causa ed agire su di essa. Lo sappiamo, la teoria è diversa dalla realtà, in quei dieci minuti di pianto, che ci paiono dodici ore no stop, nelle quali siamo incastrate.

“Parola d’ordine: calma. Inutile farsi prendere da inutili nervosismi e reagire in maniera aggressiva o prepotente. La cosa importante è essere fermi sulla propria posizione senza continuamente inviare messaggi discordanti. Vietato cambiare mille volte la propria posizione. Ogni bambino ha bisogno di coerenza, creando delle routine stabili. I bambini sono rassicurati dal sapere cosa succederà o cosa dovranno fare.

Dobbiamo avere un tono di voce rassicurante, ma fermo. Consiglio proprio di stare accanto al bambino, magari in silenzio, per dargli modo di riprendere una connessione con il mondo e per fargli capire che siamo li per aiutarlo”.

A volte ci è chiaro perché il bambino si stia comportando in quel modo (dal giocattolo che vorrebbe avere, alla cioccolata che vorrebbe continuare a magiare), è dura fare il genitore certe volte, ma sapendo che agiamo per il suo bene, al meglio che possiamo, non rimane che essere fermi sulle proprie posizioni, per farli smettere. Accontentarli, se sappiamo che la strada giusta non è quella, sarà un farlo modo per far cessare i capricci. Non avremo risolto affatto la questione che, anzi, si riproporrà più forte in futuro. Pensiamo ai capricci di un bimbo che non vuole rispettare l’orario per la nanna, caso comune nella maggioranza delle nostre famiglie, certamente la soluzione non potrebbe mai essere quella di fargli fare l’alba, per non dare fine alle sue rimostranze.

Cosa non fare assolutamente

Qualche generazione fa, senza tutti i contributi degli esperti di oggi, gli studi e le ricerche che possiamo vantare e sicuramente anche per il numero di bambini che ogni nucleo familiare poteva contare, di fronte ai capricci le reazioni erano molto colorite. Comportamenti oggi assolutamente condannabili. Rimane il fatto che, anche in situazione di forte stress, ci sono cose che assolutamente non dobbiamo fare. Non solo non servirebbero a far smettere il bambino di fare i capricci ma sarebbero assolutamente deleteri sotti molti aspetti.

Ecco le parole della dottoressa Miolì Chiung. “Vietato urlare, alzare le mani o minacciare. Essere verbalmente o fisicamente violenti non farà altro che peggiorare la situazione. E’ importante sottolineare che non sarà sempre facile mantenere la calma ed essere così lucidi, ma la cosa fondamentale è sapere che potrebbero capitare comportamenti non adeguati e che dovremo correggerli in futuro. Si cresce insieme ai nostri bambini”.