Certificati di rientro a scuola (con o senza Covid): facciamo chiarezza

Come e quando presentare il certificato di rientro a scuola per i propri figli, in caso di Covid o di semplice influenza. Facciamo un po’ di chiarezza nel caos imperante, rispondendo alle domande più frequenti

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Redazione

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Con la ripresa la scuola, tra mille difficoltà e disagi, uno dei primi problemi riscontrati, assillo di tutte le mamme, riguarda la paura di essere chiamati dalla scuola perché il proprio figlio non sta bene e la conseguente modalità per farlo rientrare. Quando e come? E soprattutto: con o senza certificato?  Stesso discorso se si tiene a casa il bambino perché presenta sintomi influenzali. Nel ginepraio di domande e di risposte che circolano nelle vie ufficiali e ufficiose -leggi chat- in questi giorni, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, rispondendo alle domande più frequenti.

Rientro a scuola in caso di semplice raffreddore o influenza stagionale

La legge non prevede certificati, ma il Cts lo raccomanda. Per questo motivo la risposta sul certificato da portare o meno è vaga e soprattutto diversa da Regione a Regione. Nel Lazio per esempio, in caso di assenze superiori a cinque giorni, vige l’obbligo di certificato medico. In Veneto, Liguria e Piemonte, secondo le linee guida diffuse, pare sia sufficiente l’autocertificazione dei genitori. Alcune altre Regioni invece accettano il rientro senza certificato e senza autodichiarazione: succede in Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Umbria e Marche dove si  punta su una fiducia reciproca fra  scuola e famiglia. Se la scuola sospetta comunque i sintomi COVID, in assenza di tampone i dirigenti scolastici potrebbero sentirsi in diritto di rifiutare la riammissione.

Rientro a scuola in caso di positività a COVID-19

Se l’esito del tampone è positivo, “per rientrare a scuola il bambino, una volta guarito, avrà bisogno di due tamponi negativi e del certificato del pediatra. Inoltre la Asl prescriverà la quarantena ai genitori, presumibilmente alla classe e ai docenti venuti in contatto con l’alunno nelle 48 ore precedenti i sintomi.

Rientro a scuola in caso di tampone negativo

Se il tampone è negativo, l’alunno, a giudizio del Pediatra o Medico curante, ripete il test a distanza di 2-3 gg. L’alunno deve comunque restare a casa fino a guarigione clinica e alla conferma negativa del secondo test. In caso di diagnosi di patologia diversa da Covid-19 (tampone negativo), l’alunno rimarrà a casa fino a guarigione clinica seguendo le indicazioni del Medico curante che redigerà una attestazione che il bambino/studente può rientrare scuola poiché è stato seguito il percorso diagnostico-terapeutico e di prevenzione per COVID-19.

Sintomi che indicano COVID-19 nel bambino

Febbre superiore a 37,5 e brividi, tosse di recente comparsa, difficoltà respiratorie, raffreddore o naso che cola, mal di gola, diarrea e perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), sono le condizioni che potrebbero far rientrare un bambino nel percorso COVID-19.

Mio figlio si ammala a casa e presenta i sintomi del COVID-19: che fare?

Nel caso di temperatura sopra i 37,5° o di sintomi sospetti (come tosse, rinorrea) i genitori devono chiamare il pediatra per un consulto telefonico senza recarsi nello studio di persona. Sarà il medico a indirizzare alla Asl per il tampone o a prescrivere un’altra cura. Gli stessi genitori devono comunicare l’assenza scolastica per motivi di salute alla scuola.

Mio figlio ha la febbre. Può andare a scuola?

No. Il Protocollo di sicurezza e le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico prevedono l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura oltre i 37,5° o altri sintomi simil-influenzali.

Sono previste figure di raccordo tra il Sistema Sanitario Nazionale e le scuole?

Sì. Ogni scuola individua un Referente scolastico per COVID-19, possibilmente uno per ciascun plesso, che svolga un ruolo di interfaccia con il Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento. È necessario identificare altresì un sostituto per evitare interruzioni delle procedure in caso di assenza del Referente.

Come deve procedere la scuola nel caso in cui un alunno presenti sintomi di COVID-19?

Il personale scolastico che viene a conoscenza di un alunno sintomatico deve avvisare il Referente scolastico per COVID-19 che fa avvertire immediatamente i genitori/tutore legale. L’alunno deve essere dotato di una mascherina chirurgica (se maggiore di sei anni) e ospitato in una stanza dedicata dove sarà necessario procedere all’eventuale rilevazione della temperatura corporea, da parte del personale scolastico individuato, mediante l’uso di termometri che non prevedono il contatto. Il minore non deve essere lasciato da solo ma in compagnia di un adulto che preferibilmente non deve presentare fattori di rischio e che dovrà mantenere, ove possibile, il distanziamento fisico di almeno un metro e indossare la mascherina chirurgica fino a quando l’alunno non sarà affidato a un genitore/tutore legale. I genitori devono contattare il Pediatra o il Medico di base per la valutazione clinica (triage telefonico) del caso.

Mio figlio convive con una persona contagiata. Che fare?

Su valutazione del Dipartimento di prevenzione, l’alunno sarà posto in quarantena. Eventuali suoi contatti stretti (esempio compagni di classe), non necessitano di quarantena, a meno di successive valutazioni del Dipartimento di prevenzione.

Come vanno puliti i locali in caso di un alunno positivo al COVID-19?

È necessario procedere ad una sanificazione straordinaria della scuola, se sono trascorsi 7 giorni o meno da quando la persona positiva è stata nella struttura. Per sicurezza vanno chiuse le aree utilizzate dalla persona positiva fino al completamento della sanificazione, aprendo porte e finestre per favorire la circolazione dell’aria nell’ambiente.

Chi prescrive la quarantena agli studenti di una classe e/o la chiusura di una scuola o parte di essa?

Se un alunno e/o un lavoratore risulta positivo al COVID-19, il Dipartimento di prevenzione valuterà la possibilità di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e all’eventuale personale scolastico esposto che si configuri come contatto stretto. La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata dal Dipartimento di prevenzione della Asl.