Venere di Botticelli come Chiara Ferragni, pubblicità per il turismo: l’idea funziona

Un investimento da 9 milioni di euro che sta scatenando la polemica. La Venere influencer delle bellezze d'Italia è un progetto con numerose criticità, ma anche un’idea che funziona

Foto di Giorgia Prina

Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

Web Content Creator e Internet addicted che ama la complessità del reale. La passione più grande? Sciogliere matasse con occhio critico e ironia.

Pioggia di critiche sulla nuova iniziativa pubblicitaria che vede la Venere di Botticelli, celebre quadro del Rinascimento italiano, diventare volto del turismo in Italia all’estero. Insomma, non è da tutti i giorni osservare il simbolo della storia dell’arte del Paese girare in minigonna davanti ai Faraglioni di Capri o mangiare una fetta di pizza sul lago di Como. Si tratta di una campagna ad ampio spettro che vedrà foto e video delle Venere in veste di influencer mostrare le meraviglie della penisola. Un’idea vincente? Per ora l’accoglienza non è stata delle migliori e in molti hanno criticato la scelta del Ministero del Turismo. Sicuramente sono numerose le problematiche che ne accompagnano l’approvazione, ma propone un’idea che può funzionare.

Venere di Botticelli, la nuova pubblicità per il turismo in Italia

La Venere di Botticelli influencer delle bellezze italiane all’estero, per incoraggiare turismo e viaggi alla scoperta del Paese. È questa l’idea che porta la firma della ministra del turismo Daniela Santanchè. Open To Meraviglia, questo il nome della campagna internazionale che vedrà il volto del capolavoro rinascimentale girare per l’Italia, mostrando i luoghi simbolo della penisola. Il progetto, che porta la firma del Gruppo Armando Testa, è stato realizzato dal Ministero del Turismo ed Enit, con il contributo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio.

È stata presentata con tanto di video promozionale e di una campagna di affissione ambientata tra scorci rappresentativi delle bellezze del sud, del centro e del nord Italia, ma che via via si comporrà di nuove tappe e itinerari, sulla base delle visite che la Venere compirà nei Comuni e nelle Regioni che decideranno di aderire alla campagna digitale. A completare il tutto c’è anche un profilo Instagram, venereitalia23.

Un’iniziativa inedita, che ha subito scosso gli animi di chi si pone in difesa dell’immagine della storia e del patrimonio culturale italiano. Primo tra tutti il critico d’arte Vittorio Sgarbi: “La pubblicità all’Italia la fanno le opere d’arte – ha commentato – senza bisogno di travestirle”. Aggiungendo poi: “Giacché la Venere è nuda sarebbe stato meglio vederla così, senza bisogno di travestirla in quel modo: è una roba da Ferragni“.

La Venere come Chiara Ferragni: influencer per l’Italia

Insomma, una Venere che sembra spogliarsi dei panni di opera d’arte e indossare quelli di influencer in stile Chiara Ferragni, che, nei suoi viaggi di lavoro e piacere per la penisola, non manca mai di mostrarsi in foto emblematiche, postando sul suo profilo Instagram le bellezze italiane. Si tratta certamente di una scelta destinata a far discutere e sono molte le criticità che la contraddistinguono. Ma è veramente un’idea fallimentare e che non porta il dovuto rispetto alla storia dell’arte del Paese?

Quello che potrebbe succedere, e che sicuramente auspica chi ha pensato al progetto, è il ripetersi del cosiddetto “effetto Chiara Ferragni” agli Uffizi. Risale infatti a poco tempo fa la visita della famosa influencer al museo fiorentino, culla del Rinascimento italiano. Il 16 luglio 2020 si trovava alle Gallerie degli Uffizi per uno shooting destinato a una campagna fotografica per Vogue Hong Kong. La Ferragni ha visitato il museo la mattina seguente, guidata dal direttore Eike Schmidt, facendosi fotografare proprio davanti alla Nascita di Venere di Sandro Botticelli e postando lo scatto su Instagram. Non si trattò, a quanto sembra, di una trovata pubblicitaria: la Ferragni si trovava già in zona ed ebbe il piacere di visitare il museo. Quel che è certo è che fu un vero e proprio toccasana per la struttura. L’episodio è infatti noto ai più perché scatenò un’infuocata polemica. Ma, oltre al notevole e sicuramente non ordinario dato degli Uffizi trend topic su Instagram e Twitter, ci fu quello di ben 9312 visitatori accorsi in Galleria tra venerdì e domenica, segnando un rialzo del 24% rispetto al fine settimana precedente.

Che quella di scegliere un volto notissimo anche all’estero, come quello della Venere, come guida alle bellezze della penisola nei moderni panni di creatrice digitale possa essere la mossa vincente per rilanciare il patrimonio artistico e naturalistico del Paese? “Tra i simboli del Rinascimento, la Venere ritorna oggi come allegoria di rinascita e rinnovamento, in questo caso del settore del turismo italiano, che dopo esser stato afflitto e aver sofferto duramente degli effetti delle chiusure in pandemia, ora ritrova nuovo impulso e vitalità”: così il Ministero del Turismo ha spiegato in una nota.

Non rimane che chiedersi se la Venere intenta a scattarsi un selfie davanti al campanile di San Marco o ancora a mangiare la pizza sul lago di Como riuscirà a convincere gli stranieri a venire in Italia e ad apprezzarne le meraviglie.

Le criticità del progetto

Come già accennato, il progetto della Venere di Botticelli influencer per il turismo italiano è stato accompagnato da una pioggia di critiche (anche motivate). Non è forse esagerato mostrare il capolavoro in minigonna in ambientazioni così al di fuori del suo luogo natale? Al critico Vittorio Sgarbi è piaciuto poco anche lo slogan scelto per la campagna, Open To Meraviglia: “Anche così funziona lo stesso, lo ha deciso un grafico e io non voglio contraddire troppo i miei colleghi. Ma sul piano della lingua, la contraddizione è invece loro: Open to meraviglia? Che roba è? Che lingua è?”.  A lasciare perplessi è anche il prezzo dell’iniziativa. Sembra che l’intero progetto sia costato circa 9 milioni di euro, una cifra che non convince.

“Di questo passo qualcuno metterà un mandolino o un caciocavallo tra le mani del David”, ha dichiarato il sindaco di Firenze, Dario Nardella, andando contro l’iniziativa del governo, “invito la ministra Santanchè a unire gli sforzi per fare un racconto più veritiero e meno caricaturale delle nostre città d’arte. Noi siamo disponibili. A Firenze stiamo combattendo contro uno sfruttamento commerciale ridicolizzante delle bellezze artistiche come i grembiuli con le parti intime del David o riproduzioni grottesche delle opere d’arte con pose stupide”.