L’incubo di Vanessa Ferrari, addio Olimpiadi: “Il mio percorso finisce qui”

Tanti successi, altrettanti gli infortuni: Vanessa Ferrari, la ginnasta che è diventata il simbolo della resilienza, racconta la fine di un sogno: "Il mio percorso verso #Paris2024 termina qui"

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Regola il respiro Vanessa Ferrari mentre guarda davanti a sé. Non c’è solo la palestra vuota da attraversare, ma un sogno da raggiungere. E quello è così vicino che sembra già materializzarsi. Così corre, la nostra ginnasta italiana, e inizia a saltare e a volteggiare in aria: è il suo volo, diventato ormai simbolo di resilienza.

L’allenamento viene condiviso sui social, ma chiaramente c’è qualcosa che non va. All’atterraggio, sul suo volto, appare una smorfia di dolore. Non è solo sofferenza fisica e la campionessa del mondo lo capisce subito. Il polpaccio tira e fa male e la diagnosi arriva nefasta: una lesione muscolare. Manca appena un mese ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, potrebbe fingere che va tutto bene, che guarirà, che come le hanno insegnato “volere e potere”, ma la ginnasta lo sa che a volte il destino agisce in modi strani e incomprensibili. Questa volta lo ha fatto con lei e con il suo sogno: Vanessa non parteciperà alle Olimpiadi.

Vanessa Ferrari con il cuore spezzato: “Il mio percorso verso Parigi 2024 termina qui”

Una X rossa inaugura una lunga didascalia condivisa dalla nostra ginnasta su Instagram: è una minaccia, un avvertimento è il preludio a qualcosa che si è rotto e che, forse, non si aggiusterà più. “Il mio percorso verso #Paris2024 termina qui” – scrive Vanessa Ferrari a corredo di un video eloquente – “Ieri, in palestra, durante il test in vista degli assoluti della prossima settimana, nello stacco di un salto, il mio polpaccio ha ceduto. Mancando un mese alle Olimpiadi, non ci sono le tempistiche per recuperare una lesione muscolare. Nonostante sia da Dicembre che sto combattendo con vari malesseri, a livello tecnico stavo molto bene. Purtroppo però il finisco non ha retto”.

Ed è vero, Vanessa ha combattuto e lo ha fatto sempre, con tenacia e forza di volontà. È la prima atleta azzurra a laurearsi come campionessa mondiale di ginnastica artistica, nonché campionessa del mondo (2006), campionessa europea (2007) e vice campionessa ai Giochi Olimpici di Tokyo del 2020.

Eppure, all’ombra dell’oro che ha adornato il suo collo per tutti questi anni, si nascondevano grandi battaglie. L’atleta, classe 1990, ha dovuto lottare contro diversi problemi fisici: infortuni, infiammazioni e anche una patologia tiroidea. È caduta Vanessa, ma si è sempre rialzata, diventando in questi anni il simbolo della resilienza e della perseveranza.

Ma fino a che punto l’autodeterminazione e la forza di volontà possono ingannare il destino? Vanessa ha una data: quella del 26 giugno, giorno dell’infortunio – l’ennesimo, forse l’ultimo, che la allontana per sempre dal sogno delle Olimpiadi.

Le parole di Vanessa

Nel lungo post su Instagram, quello pubblicato da Vanessa per annunciare il suo ritiro dai Giochi Olimpici, le parole scorrono come un fiume in piena con una disarmante sincerità. C’è il dolore e la rabbia, la gratitudine e la consapevolezza, c’è la voglia di rialzarsi, ma anche quella di prendersi un momento per metabolizzare e capire.

“Ho intrapreso questo percorso con la voglia di lottare fino in fondo ma anche con la consapevolezza che ci potesse essere questo tipo di esito, fa parte del “gioco”. Però anche se nella mia carriera ho avuto molti infortuni non ci si abitua mai e la batosta è sempre forte, soprattutto dopo tre anni di allenamento e a un mese dall’obiettivo finale” – ha scritto l’atleta azzurra raccogliendo il sostegno e la vicinanza di migliaia di follower – “Ora ho bisogno di un attimo per metabolizzare questo duro colpo ma ci tengo a ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuta e che hanno sempre creduto in me perché il sostegno che ho ricevuto è sempre stato fondamentale!”.