Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per entrare nella storia è stato quello compiuto da Neil Armstrong, il primo astronauta a mettere i piedi sulla Luna. Era la notte tra il 20 e il 21 luglio del 1969. Dopo precedenti altre missioni compiute e fallite, il comandante dell’Apollo 11 realizzò il primo allunaggio di esseri umani. Con lui, c’era anche Buzz Aldrin. Al ritorno sulla Terra Armstrong venne insignito della medaglia presidenziale della libertà e della Congressional Space Medal of Honor. Ma non sapeva ancora che il suo volto sereno e sorridente sarebbe entrato nelle case di generazioni di persone che ancora oggi restano affascinate dalle immagini di quel primo uomo alla conquista del satellite terrestre.
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Chi era Neil Armstrong
Neil Alden Armstrong nasce il 5 agosto del 1930 a Wapakoneta in Ohio, primogenito di tre figli. A soli due anni il padre lo porta alle National Air Races di Cleveland e a sei anni fa la prima esperienza di volo su un Ford Trimotor a Warren. Proprio a Wapakoneta Neil prende il brevetto di volo a soli 15 anni, ancor prima di avere l’età legale per la patente di guida. Nel 1947 si iscrive alla Pardue University per studiare ingegneria aeronautica. Viene ammesso anche al Mit, il Massachussetts Institute of Technology ma viene dissuaso dal frequentarlo da un conoscente. Armstrong partecipa al Piano Halloway, nell’ambito del quale, dopo due anni di studio, i candidati avrebbero prestato 3 anni di servizio militare, per poi laurearsi nei due anni seguenti.
Il servizio nella marina militare statunitense
Il 26 giugno 1949 Neil inizia il servizio militare alla base di Pensacola per l’addestramento al volo. Il periodo di addestramento dura 18 mesi, durante i quali si abilita all’atterraggio sulle portaerei USS Cabot e USS Wright. Nel 1950 ottiene la qualifica di aviatore della marina statunitense. Durante gli studi vola in 78 missioni per un totale di 121 ore di volo durante la guerra di Corea prima di laurearsi. Viene decorato con la Air Medal per la partecipazione a 20 missioni di combattimento, con la Gold Star per le 20 missioni successive e con la Korean Service Medal.
Nel 1952 abbandona la marina militare e viene assunto, da civile, alla National Commitee for Aeronautics High-Speed Flight Station, come pilota di prova per modelli di aerei sperimentali.
La carriera come astronauta
I primi incarichi di Armstrong sono di fare la scorta in volo ad alcuni velivoli sperimentali modificati a partire da bombardieri. Nel 1956 si verifica un problema sul Boeing B-29 Superfortress che avrebbe dovuto sganciare in volo un razzo. Neil e il comandante Stan Butchart sono costretti a spegnere il primo e il terzo motore e riescono a salvarsi con un atterraggio di fortuna. L’anno successivo avviene invece il primo volo a bordo di un aerorazzo del futuro conquistatore della Luna. In quegli anni Armstrong viene coinvolto in una serie di incidenti durante i voli di collaudo. In ogni caso, molti piloti esprimono stima per le abilità ingegneristiche di Armstrong ritenuto tra i migliori pilota dei primi X-15.
Già nel 1958 Armstrong viene inserito nel programma “Man in Space Soonest” della U. S. Air Force con il quale gli statunitensi si prefiggevano di battere i sovietici nella corsa allo spazio. Nel 1960 fa parte dei piloti consulenti per uno spazioplano militare, due anni dopo è indicato come uno dei sei piloti ingegneri che avrebbero potuto pilotarlo. Il 13 settembre del 1962 Donald Jent Slayton chiama Armstrong chiedendogli se voleva unirsi al gruppo di astronauti della Nasa ribattezzato dai giornalisti New Nine alla quale Neil accetta senza esitazione.
La missione sulla Luna
Nel 1966 l’astronauta partecipa alla missione Gemini 8 e addestra l’astronauta William Anders prima del lancio della Gemini 11. Nel 1967 viene a sapere che farà parte del programma Apollo che porterà il primo uomo sulla Luna. Dopo il ruolo nell’equipaggio di riserva dell’Apollo 8, Slayton offre ad Armstrong il comando dell’Apollo 11. Il programma prevede lui come comandante, Aldrin come pilota del modulo lunare e Collins come pilota del modulo di comando. Già nel marzo 1969 diventa chiaro che Armstrong sarà il primo uomo a posare un piede sulla Luna, favorito nella scelta anche dal carattere timido e umile che non l’avrebbe portato a insuperbirsi per l’esperienza.
Durante il lancio dell’Apollo 11 il cuore di Armstrong raggiunge i 110 battiti al minuto. Il 20 luglio del 1969 l’allunaggio avviene alle 20:17:39 UTC. La prima frase che Armstrong comunica al controllo missione dopo l’atterraggio è la nota “Houston, Tranquillity base here, the Eagle has landed” (trad. Houston, qui Base della Tranquillità. La Eagle è atterrata). Armstrong e Aldrin celebrano il momento con una vivace stretta di mano, prima di tornare al lavoro per verificare le procedure da adottare in caso di partenza in emergenza dalla superficie.
Armstrong chiede che la prima passeggiata lunare fosse anticipata per la sera, quando il comandante e Aldrin sono pronti, Neil apre i portello e si avvia per primo alla scaletta. Sulla cima della scala comunica: “Sto scendendo dal LEM ora”. Posa il piede sinistro sull’ultimo scalino alle 2:56 UTC del 21 luglio 1969 e pronuncia la storica frase: “That’s one small step for (a) man, one giant leap for mankind” (trad. “Questo è un piccolo passo per (un) uomo, un gigantesco balzo per l’umanità”). Il comandante aveva scelto questa frase dopo averci pensato durante il lancio e nelle ore successive all’allunaggio. La discesa dalla scaletta del Modulo lunare viene trasmessa in tutto il mondo. Venti minuti dopo lo sbarco di Armstrong, Aldrin lo raggiunse sulla superficie diventando il secondo uomo a mettere piede sulla Luna. Insieme i due piantano sul satellite la bandiera degli Stati Uniti d’America e poco dopo Neil è al telefono con il presidente Richard Nixon.
Quando l’Apollo 11 torna sulla terra, Armstrong trascorre 18 giorni di quarantena con i suoi compagni come misura di sicurezza contro eventuali malattie infettive che gli astronauti potevano aver contratto sulla Luna. Poi l’equipaggio viene portato in trionfo attraverso gli Stati Uniti e il resto del mondo in quello che venne chiamato un “Giant Leap Tour” di 45 giorni. Poco tempo dopo la missione lunare, Armstrong annuncia pubblicamente di non avere più intenzione di volare nello Spazio. Prima gli viene affidato un posto di rilievo nella Arpa, ma tiene l’incarico per un solo anno. Dopodiché rassegna le dimissioni dalla Nasa nel 1971, diventa insegnante presso il Dipartimento di ingegneria aerospaziale all’Università di Cincinnati e lavora presso diverse aziende come portavoce.
Vita privata e curiosità su Neil Armstrong
Alla Pardue University Armstrong aveva incontrato Janet Elizabeth Shearon che ha sposato nel 1956 e dalla quale ha avuto tre figli: Eric, Karen e Mark. Karen è morta a due anni a causa di una polmonite sorta come complicazione di uno stato di salute già compromesso da un tumore maligno. Nel 1994, dopo 38 anni di matrimonio, Armstrong ha divorziato dalla prima moglie dopo che due anni prima, a un torneo di golf, aveva conosciuto quella che poi è diventata la sua seconda moglie Carol Held Knight.
Tornando agli eventi del passato, nell’autunno del 1979, mentre stava lavorando nella sua fattoria vicino a Lebanon, in Ohio, andò incontro a un piccolo incidente: nel saltare giù dal trattore, la fede che portava al dito si incastrò in una delle ruote, strappandogli via l’ultima falange dall’anulare. Recuperata l’estremità, la pose nel ghiaccio e si recò in ospedale dove gli fu riattaccata. Nel febbraio del 1991, all’età di 61 anni, venne invece colto da un infarto mentre sciava ad Aspen, in Colorado, con alcuni amici.
Il 7 agosto 2012 a causa di un blocco alle arterie coronarie Armstrong venne sottoposto a un intervento chirurgico, ma il 25 agosto 2012 morì a Cincinnati a causa di complicazioni derivanti dall’operazione. Aveva 82 anni. Dopo il funerale, come da sua richiesta, il corpo venne cremato e le ceneri sparse nell’Oceano Atlantico.
Tra le curiosità: Neil Armstrong è stato uno scout (come pure Buzz Adrin) e ricordò la propria esperienza dal modulo Columbia in viaggio verso la Luna, quando salutò gli scout che in quello stesso periodo stavano partecipando al Jamboree inviando loro, alle ore 8:15 del 18 luglio 1969, il messaggio: “Vorrei salutare tutti i miei colleghi Scout e Capi Scout al Farragut State Park in Idaho dove si sta svolgendo il Jamboree Nazionale questa settimana; e Apollo 11 vuole mandar loro i suoi migliori auguri” cui il Centro di controllo di Houston rispose: “Sicuramente lo apprezzeranno”. Inoltre, tra i pochi oggetti personali che Armstrong scelse di portare con sé nel viaggio verso la Luna e ritorno ci fu un distintivo scout.
Solo nel 2005, Armstrong rese noti i suoi timori iniziali di un possibile fallimento della missione; pensava infatti che avessero solo il 50% di probabilità di successo e nel descrivere le sue emozioni dopo l’allunaggio disse: “Ero sollevato, estasiato ed estremamente sorpreso che avessimo avuto successo”.