“Già con la sola sua voce potrebbe spezzarti il cuore. Ma ha anche un corpo stupendo e il volto di una bellezza senza tempo”. Non possiamo non citare le parole che Ernest Hemingway ha riservato per Marlene Dietrich, più di un idolo, di un mito, di una donna unica al mondo. Una diva, un talento fuori dal comune, una bellezza non canonica, e per questo speciale. Ma il suo fascino non è stato l’unico tratto distintivo: ripercorriamo la biografia e la carriera di Marlene Dietrich.
Indice
Marlene Dietrich, chi era: biografia
Nata a Berlino il 27 dicembre 1901, Maria Magdalene Dietrich è passata alla storia come una delle donne più glamour degli anni Trenta e Quaranta. Il sex appeal, la voce particolare, lo stile personale insolito per l’epoca, molto avanguardista: viene al mondo in una famiglia benestante. Il papà, agente di polizia, muore quando Marlene è giovanissima, e la mamma sposa in seguito Edouard von Losch, un ufficiale di cavalleria.
Il suo sogno? No, non era quello di diventare attrice. Sin da bambina, coltiva un profondo amore per la musica, prendendo lezioni di violino: nel suo cuore, spera di diventare una grandissima violinista un giorno. Ma il destino ha altri piani per lei, e così si mette alla prova con la recitazione, frequentando la scuola di Max Reinhardt. La famiglia non approva il percorso intrapreso da Marlene, e così la ripudia: quando inizia a ottenere piccoli ruoli, sia al teatro che al cinema, sceglie uno pseudonimo, unendo il primo e il secondo nome di battesimo: Marlene Dietrich, così nasce un mito.
Il debutto e la carriera
Sin dai tempi del debutto, degli inizi, Marlene Dietrich si rende conto di volere di più, di ritrovarsi negli ideali di libertà. Sposa Rudolf Sieber nel 1923: dal loro amore nasce Maria, nel 1924. Sebbene le strade di Marlene e Rudolf si separino, non divorzieranno mai. Durante gli anni ’20, intanto, la carriera di Marlene inizia a delinearsi, fino a quando, nel 1930, non approda a Hollywood per L’Angelo Azzurro. Siamo di fronte alla storia, considerando che è stato il primo film sonoro tedesco. Loda è uno dei suoi ruoli più famosi, quello che contribuisce a renderla una delle dive più acclamate al mondo. Nel 1931, viene candidata agli Oscar per Marocco.
La famosa “onda” viene così cavalcata dalla Dietrich, che sceglie di lasciare il suo paese e di trasferirsi oltreoceano: nonostante la sua indole da spirito libero, trasferirsi non è una decisione che prende a cuor leggero. Ma la mentalità aperta inizia a cedere al partito nazista: Adolf Hitler la invita spesso per un incontro, ma la Dietrich rifiuta ogni volta. Con fermezza, e qualsiasi proposta, inclusa quella di unirsi alla propaganda del Terzo Reich.
L’attrice diventa cittadina americana nel 1939 e, durante la Seconda Guerra Mondiale, viaggia molto per intrattenere le truppe alleate, cantando canzoni come Lili Marlene e altri brani che diventeranno poi parte del suo spettacolo di cabaret. Inizialmente temuta proprio negli USA per le sue origini tedesche, entra comunque nel cuore degli americani. Rompe definitivamente con la famiglia quando scopre che quest’ultima non si è mai opposta al Reich. Le sue radici, però, la sua Germania, le rimarranno nel cuore fino alla fine, e vi tornerà alla morte: è stata sepolta vicina alla mamma. “Quando sono vicino alla mamma, non mi può accadere nulla”.
Lo stile intramontabile di Marlene Dietrich
Passata alla storia per i suoi ruoli da femme fatale, in realtà la Dietrich ha sempre sfidato le tradizioni e le convenzioni: il suo look androgino ha fatto la storia, sullo schermo quanto nella vita privata. A Hollywood, durante gli anni d’oro, viene spesso contrapposta a Greta Garbo. Eppure, è lei a creare un nuovo e meraviglioso stile, androgino con un tocco di glamour, tra smoking, completi da uomo, abiti da sera affascinanti, piume e gioielli. Segue le tendenze, i dettagli di stile, ma ne lancia di nuovi.
Gli amori
“Era fredda, emotivamente distaccata. Dormiva con chiunque trovasse attraente, per lei l’intimità era un modo di esercitare potere”. David Riva, suo nipote, la ricorda così. Marlene Dietrich ha avuto diversi amori e flirt nella sua vita, anche se è stata legata in matrimonio solo con Rudolf Sieber. Ricordiamo i legami con Ernest Hemingway, Erich Maria Remarque, il cui amore, però, non era ricambiato.
La morte
Marlene Dietrich muore il 6 maggio del 1992, nella sua casa di Parigi, per un arresto cardiaco; dopo il funerale, viene sepolta a Berlino, vicino alla madre. Nel corso della sua vita, Marlene Dietrich ha sofferto di alcolismo. “Quando cessa l’effetto dell’alcol si è depressi e furiosi. È la tragedia dell’alcol, la tragedia di mia madre. La sua fine è stata una vera tragedia”.
Filmografia
- Im Schatten des Glücks (1919)
- Tragödie der Liebe (1923)
- Nell’anticamera del matrimonio (So sind die Männer) (1923)
- Der Mensch am Wege (1923)
- Der Mönch von Santarem (1924)
- Der Sprung ins Leben (1924)
- Il ballerino di mia moglie (Der Tänzer meiner Frau) (1925)
- Manon Lescaut (1926)
- La signora che non vuole bambini (Madame wünscht keine Kinder) (1926) (non accreditata)
- Der Juxbaron (1927)
- Eine Dubarry von heute (1927)
- Kopf hoch, Charly! (1927)
- Sein größter Bluff (1927)
- Café Elektric (1927)
- Principessa Olalà (Prinzessin Olala) (1928)
- Il bacillo dell’amore (Ich küsse Ihre Hand, Madame) (1929)
- Enigma (Die Frau, nach der man sich sehnt) (1929)
- La nave degli uomini perduti (Das Schiff der verlorenen Menschen) (1929)
- I rischi del fidanzamento (Gefahren der Brautzeit) (1930)
- L’angelo azzurro (Der Blaue Engel) (1930)
- Marocco (Morocco) (1930)
- Disonorata (Dishonored) (1931)
- Shanghai Express (1932)
- Venere bionda (Blonde Venus) (1932)
- Il cantico dei cantici (The Song of Songs) (1933)
- L’imperatrice Caterina (The Scarlet Empress) (1934)
- Capriccio spagnolo (The Devil Is a Woman) (1935)
- Ho amato un soldato (I Loved a Soldier) (1936)
- Desiderio (Desire) (1936)
- Il giardino di Allah (The Garden of Allah) (1936)
- L’ultimo treno da Mosca (Knight Without Armour) (1937)
- Angelo (Angel) (1937)
- Partita d’azzardo (Destry Rides Again) (1939)
- La taverna dei sette peccati (Seven Sinners) (1940)
- L’ammaliatrice (The Flame of New Orleans) (1941)
- Fulminati (Manpower) (1941)
- La signora acconsente (The Lady Is Willing) (1942)
- I cacciatori dell’oro (The Spoilers) (1942)
- La febbre dell’oro nero (Pittsburgh) (1942)
- Kismet (1944)
- Turbine d’amore (Martin Roumagnac) (1946)
- Passione di zingara (Golden Earrings) (1947)
- Scandalo internazionale (A Foreign Affair) (1948)
- Jigsaw (1949) – non accreditata
- Paura in palcoscenico (Stage Fright) (1950)
- Il viaggio indimenticabile (No Highway) (1951)
- Rancho Notorious (1952)
- Il giro del mondo in ottanta giorni (Around the World in Eighty Days) (1956)
- Montecarlo (1957)
- Testimone d’accusa (Witness for the Prosecution) (1957)
- L’infernale Quinlan (Touch of Evil) (1958)
- Vincitori e vinti (Judgment at Nuremberg) (1961)
- Insieme a Parigi (Paris – When It Sizzles) (1964) – cameo, non accreditata
- Gigolò (Schöner Gigolo, armer Gigolo) (1978)