È morta Maria Fida, la figlia di Aldo Moro che raccolse la sua eredità

La prima figlia di Aldo Moro, Maria Fida, è morta a 77 anni dopo lunga malattia. Dal padre ereditò la passione per la politica

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Martina Dessì

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Maria Fida, la figlia di Aldo Moro, è morta a 77 anni. La primogenita del leader Dc, rapito e assassinato il 9 maggio 1978 dalle Brigate Rosse, aveva ereditato da lui la grande passione per la politica. Residente da tempo a Fiano Romano, si è spenta in una clinica della Capitale dopo una lunga malattia caratterizzata da 3 pre-infarti, ai quali si sono aggiunti diversi tumori con varie ricadute.

Chi era Maria Fida Moro

La prima figlia di Aldo Moro è stata senatrice della X Legislatura, dal 1987 al 1997, eletta con la Dc e poi passata al gruppo di Rifondazione Comunista come indipendente per arrivare, alla fine, al gruppo misto. Nel 2016 si è candidata al Comune di Roma come capolista della lista Più Roma – Democratici e Popolari, che sosteneva Roberto Giachetti.

Nel corso della sua carriera, si è anche fermata per raccontare la storia della sua famiglia nel libro La casa dei cento Natali, edito da Rizzoli. Lascia un figlio, Luca Moro, l’amato nipote di Aldo al quale faceva riferimento nelle sue lettere scritte nei lunghi e difficili giorni della sua prigionia, e i fratelli Agnese, Anna e Giovanni. La famiglia ha fatto sapere che i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.

La vita politica

“È morta la ex senatrice Maria Fida Moro, che commemoreremo in un’altra seduta, ma alla quale vogliamo rivolgere un pensiero deferente e qualche attimo di silenzio”, queste le parole del Presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha chiesto un minuto di silenzio in Aula in segno di rispetto e in suo ricordo.

Il suo impegno politico è stato ricchissimo. Ha infatti militato in diversi partiti, con la prima elezione nel 1987 con la Democrazia Cristiana. Nel 1990 passa, da indipendente, a Rifondazione Comunista dov’è rimasta fino al 1991. Nel 1993 si candida come Sindaca di Fermo, decidendo di scendere in prima linea con il Movimento Sociale Italiano. Partecipa poi alla costituzione di Alleanza Nazionale.

Nel 2008 aderisce al Partito Radicale e solo molti anni dopo, nel 2016, si candida al Comune di Roma in supporto a Roberto Giacchetti. Ha dedicato la sua vita alla ricerca della verità, a suo dire nascosta, sulla tragica scomparsa di suo padre Aldo Moro. Per questo, ha fondato l’Associazione Radicale Sete di verità. Nel 2013, col figlio, ha ideato il movimento cristiano sociale Dimensione Cristiana con Moro, che si ispira alla politica dello statista democristiano.

Non aveva invece gradito la rielaborazione cinematografica del rapimento di suo padre, Esterno Notte di Marco Bellocchio, contro la quale si era espressa duramente. “La settimana prima di Natale compirò 76 anni – aveva raccontato all’Agi – e dopo aver avuto l’infanzia, la giovinezza e l’età adulta rovinate dal malefico caso Moro immaginavo, stupidamente, di poter sedere su una panchina al sole, prendere un tè con delle amiche, leggere un bel libro. Ma non è per niente così, avrò avuto sette anni quando un pericolo oscuro e un dolore mostruoso si sono insinuati nella mia vita e non se ne sono più andati. Mio figlio e io viviamo, nascosti in bella vista, col citofono, campanello e telefono spenti – aveva aggiunto – ma ogni giorno un’ondata di tsunami ci raggiunge ugualmente. Non pretendo che gli altri – che non hanno provato – capiscano, ma a dispetto dell’esperienza seguito a sperarci”.