Marco Pantani, ciclista: biografia e curiosità

Marco Pantani, soprannominato “Il Pirata” è considerato uno dei più forti scalatori di sempre. Vita privata e carriera del campione

Foto di Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

Giornalista

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv prevalentemente di cronaca, politica, economia e spettacolo

Pubblicato: 19 Dicembre 2016 00:58Aggiornato: 29 Ottobre 2024 07:14

Marco Pantani è stato uno dei più grandi ciclisti italiani. È considerato il più grande scalatore della storia persino dai suoi avversari, come Charly Gaul e Lance Armstrong. Con le sue imprese l’atleta è riuscito a entrare nei cuori degli appassionati di ciclismo e anche di chi non sapeva nulla di Giro d’Italia, Tour de France e altre competizioni di questo tipo. Pantani è stato, tra l’altro, tra i pochissimi a vincere nello stesso anno sia il Giro d’Italia che il Tour de France. Talento, grinta, passione e carisma, il ciclismo è diventato un’icona di questo sport ed è entrato nel mito, forse anche a causa della sua tragica morte nel 2004, ancora oggi oggetto d’indagine.

Chi era Marco Pantani

Marco Pantani nasce il 13 gennaio 1970 a Cesena, secondogenito di Ferdinando, detto Paolo, e Tonina, venditrice di piadine e crescioni in un chiosco di Cesenatico. A scuola non eccelle negli studi mentre sembra da subito più interessato allo sport, nella caccia e nella pesca, che praticava con la compagnia, rispettivamente, del padre e del nonno. Proprio il nonno Sotero gli regala la prima bicicletta e Marco capisce subito che quella sarebbe diventata la sua passione.

Si tessera nel Gruppo Ciclistico “Fausto Coppi” di Cesenatico e mostra immediatamente indubbie doti di grande scalatore, vincendo molte gare. Il primo successo arriva il 22 aprile 1984 sul tracciato, curiosamente pianeggiante, delle Case Castagnoli di Cesena. Due anni dopo ha il primo dei due sfortunati incidenti che caratterizzeranno la sua carriera: durante un allenamento si distrae e finisce contro un camion fermo, Marco resta in coma per 24 ore. Un’altra volta, invece, va a sbattere in discesa contro un’auto e resta in ospedale una settimana per via delle diverse fratture riportate.

Negli anni da juniores partecipa a tre edizioni del Giro d’Italia dilettanti: nel 1990 arriva terzo, nel 1991 è secondo e finalmente nel 1992 vince su tutti gli avversari conquistando anche la classifica scalatori. Nell’estate dello stesso anno passa al professionismo con la squadra diretta da Davide Boifava e capitanata da Claudio Chiappucci, detto “El Diablo”.

La carriera e i podi conquistati

All’esordio assoluto nelle competizioni per professionisti, ovvero al Giro del Trentino, Pantani arriva quinto. Al suo primo Giro d’Italia arriva tra i primi dieci nella 12esima tappa, ma a causa di una tendinite al tendine di Achille, il team manager Boifava lo fa precauzionalmente ritirare.

L’anno successivo, il 1994, è quello della svolta in cui si inizia a costruire il mito. Il 4 giugno, nella tappa dolomitica Lienz-Merano ottiene la prima vittoria al Giro d’Italia. Alla fine chiude la 77esima edizione della competizione come secondo in classifica generale, terzo nella graduatoria scalatori e secondo miglior giovane. Dopo un iniziale tentennamento, Marco debutta anche al Tour de France in cui si aggiudica l’ambita maglia bianca, riconoscimento al giovane che si era piazzato meglio.

Nel 1995 uno scontro con una macchina durante un allenamento lo costringe a saltare il Giro, ma non il Tour, rinfrancato dalla prova di forza sul Bisberg Peis, al Giro di Svizzera. Sbarca in Francia con un nuovo look, piratesco, capelli rasati, bandana e orecchino, e torna a Cesenatico con un cospicuo tesoretto: le vittorie sull’Alpe d’Huez e nella tappa pirenaica di Guzet Neige, insieme alla ‘solita’ maglia di meilleur jeune. Alla fine dell’anno è anche protagonista con i colori della Nazionale italiana ai campionati del mondo in Colombia che chiude terzo allo sprint.

L’incidente e le nuove vittorie

Il 18 ottobre 1995  un fuoristrada che viaggia in senso contrario sul tracciato di gara colpisce in pieno Pantani e diversi altri corridori. Ricoverato in ospedale, la diagnosi è frattura di tibia e perone, con il serio rischio di perdita dell’uso dell’arto o, comunque, di prematura interruzione dell’attività agonistica.

A marzo 1996 però il pirata è di nuovo in sella alla bici e nell’estate prende parte a una decina di competizioni ufficiali in vista della successiva stagione. Nel 1997 Marco si presenta al Giro d’Italia ma un nuovo incidente lo estromette prematuramente dalla contesa. Mentre percorreva la discesa del valico di Chiunzi (a poche decine di chilometri dal traguardo), è coinvolto in una caduta di gruppo a causa di un gatto che taglia la strada ai corridori. Finito a velocità sostenuta contro le rocce della Costiera amalfitana, Pantani non riesce a rientrare in gruppo e conclude la tappa con estrema fatica, scortato al traguardo dai compagni di squadra. Lacerazione di un centimetro nelle fibre muscolari della coscia sinistra lo costringe ad abbandonare la corsa.

A tal proposito il ciclista commenta: “Avrei voluto essere battuto dagli avversari, invece ancora una volta mi ha sconfitto la sfortuna”. Per fortuna l’atleta recupera abbastanza velocemente e riesce a tornare in sella per il Giro di Svizzera. Prende poi parte al Tour de France classificandosi terzo.

La doppia vittoria da record del Giro d’Italia e del Tour de France

Nel 1998 il principale rivale del Pirata al Giro d’Italia è considerato Alex Zulle. L’impresa per il ciclista romagnolo è difficile, lo sfidante sembra avere la meglio nelle prime tappe ma poi la situazione si ribalta e Pantani ottiene la maglia rosa e anche quella verde dedicata ai migliori scalatori. Inizialmente Marco decide di non partecipare al Tour de France, cambia però idea a due settimane dall’inizio della competizione. Avendo interrotto totalmente gli allenamenti, nelle prime sette tappe accumula un ritardo di quasi 5′ dal favorito in maglia gialla Jan Ullrich.

Con il passare dei giorni ritrova la sua forma migliore e recupera terreno. Pantani alla fine trionfa anche al Tour de France, fino ad allora all’Italia mancava una tale vittoria da 33 anni. Questi successi lo rendono uno dei pochi ciclisti ad aver conquistato il primo posto sia al Giro d’Italia che al Tour de France nello stesso anno, prima di lui avevano compiuto tale impresa solo Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain, in tempi recenti nella lista è entrato anche Tadej Pogačar.

La sospensione del 1999 e gli anni bui di Pantani

Al Giro d’Italia del 1999 il ciclista romagnolo compie la più grande impresa del ciclismo moderno: sulla salita che porta al Santuario di Oropa la catena fa crack. Con l’aiuto dei gregari supera 49 corridori, riprende Paolo Savoldelli (secondo in generale) e a 3 km dall’arrivo – su pendenze del 10-13 per cento – stacca Jalabert. Non si accorge nemmeno di aver vinto, finché non viene abbracciato dai compagni. Vince a Pampeago e a Madonna di Campiglio, poi il 5 giugno arriva la sentenza dei test medici: il suo valore di ematocrito è del 51,8%, di poco superiore al margine di tolleranza dell’1% sul limite massimo consentito dai regolamenti. Pur non risultando positivo a un controllo antidoping, viene escluso dal Giro “a scopo precauzionale” e sospeso per 15 giorni.

È l’inizio del declino, braccato dai media e in preda a una forte depressione, Pantani rinuncia a partecipare al Tour de France e si chiude in casa allontanandosi dal ciclismo e iniziando a fare uso di cocaina.

Torna a correre solo nel 2000 ma sono evidenti le precarie condizioni fisiche e le notevoli difficoltà psicologiche. A marzo con una lettera aperta, annuncia di volersi allontanare a tempo indeterminato dalle corse. Partecipa al Giro d’Italia anche nel 2001 ma si ritira alla 19esima tappa.

Nel 2003 riparte ancora per un anno con i gradi di capitano della Mercatone Uno. Con una squadra rinnovata negli interpreti e arricchita dai ritorni del suo gregario storico Roberto Conti e dal ricongiungimento col suo vecchio direttore sportivo in Carrera, Davide Boifava, Pantani torna a preparare con entusiasmo la stagione agonistica, mettendo nel mirino Giro e Tour.

Al Giro d’Italia conferma il miglioramento del suo stato di forma psico-fisica, riuscendo a rimanere in più occasioni con i migliori e provando in varie occasioni a vincere una tappa.

Salta invece il Tour de France a causa del mancato accordo con il team Bianchi. Nella seconda metà di giugno 2003, il campione entra in una clinica specializzata nella cura della depressione e della dipendenza da alcool.

La morte del pirata

Nel febbraio 2004 decide di partire per una vacanza in montagna, passando per Milano. Secondo la testimonianza della madre, in valigia porta tre giubbotti, di cui uno da sci, che però avrebbe lasciato in albergo nel capoluogo lombardo, quando, cambiata idea, decide di rientrare verso Rimini.

Il 10 febbraio Marco Pantani prende alloggio inizialmente per una notte, poi per quattro, presso il residence “Le Rose” nella città romagnola. La sera del 14 febbraio 2004 viene ritrovato morto nella stanza D5 dell’edificio. L’autopsia rivela che la morte è avvenuta fra le 11:30 e le 12:30, causata da un edema polmonare e cerebrale, conseguente a un’overdose di cocaina e, secondo una perizia effettuata in seguito, anche di psicofarmaci.
La morte di Pantani lascia sgomenti tutti gli appassionati delle due ruote e in generale tutti gli italiani per la perdita di uno degli sportivi più popolari in circolazione.

Vita Privata e curiosità su Pantani

Marco Pantani è stato legato a Christina Jonsson, una ragazza danese conosciuta nell’inverno 1995, quando lei cercava lavoro nella Riviera romagnola. “Quando ci ha lasciato, mi sono sentita sconfitta e distrutta. Piegata da un dolore così forte che ancora non ho superato del tutto”, ha detto la donna in un’intervista del 2023 al Corriere della Sera.

Eravamo felici con niente, eravamo giovani – ha continuato – con grandi sogni. Sogni che sono stati spezzati da un destino che ancora mi deve delle spiegazioni. Il dolore è stato così grande che ancora mi è rimasto addosso”.

Riguardo alle curiosità, il ciclista era appassionato di calcio e tifava Cesena e Milan, spesso era presente sugli spalti del Dino Manuzzi e del Meazza. Per 16 anni, Pantani è rimasto l’ultimo italiano ad aver vinto il Tour, fino al 2014, quando Vincenzo Nibali si è aggiudicato la vittoria della Grande Boucle. Inoltre, per 26 anni Pantani è rimasto l’ultimo ciclista capace di conquistare la doppietta Giro-Tour. A riuscire nuovamente nell’impresa è stato Tadej Pogačar nel 2024.