Sono state tante le stiliste italiane che hanno fatto la storia della moda. Ma c’è un nome, in particolare, che non possiamo non ricordare e celebrare di conseguenza: Fernanda Gattinoni, donna sofisticata, intraprendente, determinata, tanto che è riuscita laddove molti si sono arresi. Arrivare a Hollywood e vestire le grandi dive del tempo.
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Chi era Fernanda Gattinoni: biografia
Nata il 20 dicembre 1906 a Cocquio Trevisago, in provincia di Varese, Fernanda Gattinoni è stata una grandissima stilista italiana. Sin da giovane, ha avuto un unico obiettivo in mente: la moda. Tanto da trasferirsi a Londra, poco più che ventenne, per coltivare il suo talento e la tecnica, disegnando abiti sartoriali. Non è passato molto prima che le donne si accorgessero del suo immenso talento: la prima attrice ad accorgersi di lei è stata Ina Claire, che le ha proposto di presentare una collezione di moda.
La strada di Fernanda Gattinoni si è incrociata con alcune delle stiliste più importanti, come Coco Chanel, che le ha proposto di lavorare per il suo atelier. Qua inizia a profilarsi quello che sarà poi il destino della Gattinoni: il ritorno in Italia, il lavoro con Sartoria Ventura, situata a Milano, l’incarico di direttrice stilistica. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si è trasferita a Roma ed è qui che crea la sua casa di moda: Gattinoni.
È stata stilista per le più grandi attrici dell’epoca
“Era nata in provincia di Varese, a Cocquio Trevisago, e da Molyneux divenne una Mademoiselle: una sorta di consigliera, oggi diremmo una stylist, ma anche una confidente. Fernanda non ha mai voluto diventare intima delle sue clienti, le avrebbe inquinato la capacità di giudizio”. La sua grande forza è stata proprio questa: non ha mai voluto fare altro, se non lavorare, fino alla fine, minuta, vestita dei suoi tailleur, con quei dettagli unici che hanno contribuito a creare il mito.
Mito che, ovviamente, è stato amatissimo all’estero: ha collaborato per il settore cinematografico e per i più grandi produttori dell’epoca, vestendo attrici di fama mondiale, tra cui Audrey Hepburn, Ava Gardner e Anna Magnani. Per quest’ultima, solo abiti di chiffon neri. E una volta, per la sera di Capodanno, non aveva la mise. E si è rivolta a lei, alla grande Gattinoni, andando sotto casa sua. “Fernanda! Me manni giù er vestito”.
L’ultima realizzazione per la Sartoria Ventura è stato il patelot grigio di cachemire, e anche questo ha di certo contribuito a renderla ciò che è diventata: una icona nel mondo della moda. La sua prima creazione per la maison Gattinoni è stato un tailleur di velluto di colore verde, prodotto appositamente per la famosa attrice dell’epoca Clara Calamai.
La firma stilistica
Irene Brin, giornalista, ha scritto degli anni d’oro della Hollywood sul Tevere: “Fernanda vestì in flanella grigia, nettamente anglosassone, la maharani di Palampur, abitualmente drappeggiata d’oro. E vestì in semplicissime sete lombarde Evita Perón, abitualmente ruscellante di svolazzi e piume”. Madame Fernanda, questo il suo soprannome, ha creato i costumi per la pellicola cinematografica Guerra e Pace, per cui è stata nominata al Premio Oscar per i costumi.
Tanti i personaggi che sono passati da lei, come Kim Novak, Ingrid Bergman, Lucia Bosè. E ancora Audrey Hepburn, che però la Gattinoni aveva giudicato “troppo perfettina”. Di Christian Dior, ha detto: “Ho ispirato a Monsieur Dior la linea Impero”, che aveva riportato proprio lei in auge con la Hepburn prima di Dior stesso. E pensare che, nel 1961, la Principessa Margaret ha indossato abiti Gattinoni a Buckingham Palace: un vero e proprio scandalo per l’epoca – ma Margaret ci era abituata – poiché, secondo l’etichetta e il protocollo, alle Altezze Reali non era concesso di vestire abiti realizzati da stilisti stranieri.
Il dolore per la morte del figlio Raniero
Quasi un secolo di vita in atelier per Madame Fernanda. E parte della sua vita vissuta accanto a quel figlio tanto amato, Raniero, con cui non c’è stato solo un legame affettivo, ma anche professionale. L’unico figlio di Fernanda Gattinoni, che avrebbe tanto voluto seguire gli studi umanistici e filosofici, ma spesso il destino, come accade in questi piani, ha altro in serbo. Come un talento innato nella realizzazione degli abiti, ricorda Antonio Mancinelli per Marie Claire. Nato da un rapporto fugace, con un matrimonio lampo e la fuga del marito con una modella, Gattinoni alleva e segue il figlio Raniero. Fino all’anno più difficile, il momento in cui tutto vacilla: la morte di Raniero nel 1993 a 40 anni.
“Eravamo pronti a vendere tutto, avevamo più di 15 licenze, fatturavamo moltissimo”, aveva raccontato Stefano Dominella. Ma, alla fine, Gattinoni non è stata venduta, non allora: il posto di direttore creativo della maison è andato a Guillermo Mariotto, il giudice di Ballando con le Stelle.
Raniero Gattinoni è passato alla storia con il soprannome di “Stilista del Sogno”. Una vita trascorsa in atelier, al fianco della madre, una vocazione profonda per la moda, un’educazione familiare con l’inclinazione per la vita intellettuale. “Non si tratta di creare abiti ma di intraprendere una ricerca, una interpretazione storico-culturale della realtà”.
Gli ultimi anni
Fernanda Gattinoni non si è mai davvero allontanata dalla passione della moda, dal suo lavoro. Ha continuato quasi fino alla fine, in quell’atelier in cui ha custodito una vita intera, a cui ha affidato tutto. Il progetto lavorativo della stilista è stato simbolo di una svolta profonda sotto moltissimi aspetti riguardanti la cultura e l’economia della nazione, fino a essere classificato per ben due volte Cavaliere del Lavoro, nonché Cittadino italiano nel mondo.
Dopo una vita passata a realizzare indumenti, abiti da sogno e vestiti affascinanti, Fernanda Gattinoni si è spenta serenamente il 26 novembre 2002 all’età di 96 anni, all’interno della sua abitazione a Roma. Nel 2014, il Comune di Roma ha intitolato alla sua memoria un giardino nella Capitale.