La nostra realtà è un intricato tessuto di retaggi culturali del passato, una trama complessa che ha plasmato il mondo in cui viviamo oggi e che non sempre rispecchia fedelmente la dinamica e l’eterogeneità della società contemporanea.
Le regole, i valori e le tradizioni che ci hanno tramandato fin da quando eravamo bambini possono talvolta entrare in conflitto con le esigenze attuali, creando un gap tra il mondo che abbiamo ereditato e quello in cui viviamo.
Negli ultimi decenni, la famiglia composta da mamma, papà e figli è stata spesso vista come l’unica possibile, un archetipo stabilito e indiscusso che ha rappresentato per lungo tempo il modello predominante, riflettendo una visione della famiglia basata su ruoli di genere ben definiti e sulla procreazione.
Tuttavia, questo quadro non rispecchia pienamente la complessità e la diversità delle strutture familiari attuali, che includono famiglie monoparentali, omogenitoriali, senza figli, allargate e molte altre ancora. Il riflesso di una società sempre più inclusiva, in cui ogni individuo ha il diritto di costruire la propria vita in base ai propri desideri e bisogni.
Ma cosa si intende veramente quando si parla di famiglia? Il Decreto del Presidente della Repubblica 30-05-1989, n. 223 la definisce come un “nucleo sociale rappresentato da due o più individui che vivono nella stessa abitazione e, di norma, sono legati tra loro col vincolo del matrimonio o da rapporti di parentela o di affinità“.
Un concetto fluido e dinamico, in grado di adattarsi ai cambiamenti della nostra società contemporanea, in teoria. La pratica dimostra, invece, che molte famiglie che si discostano dal pensiero dominante devono affrontare quotidianamente pregiudizi e discriminazioni per ottenere lo stesso rispetto. Eppure, come tante altre, sono unite da un amore profondo e un impegno reciproco che meritano di essere trattati con la stessa dignità.
La famiglia contemporanea è una scelta di cuore, non solo di sangue
Il rapporto sull’evoluzione demografica, presentato dall’AISP (Associazione Italiana per gli Studi di Popolazione) lo scorso febbraio, ha aperto nuove prospettive sul concetto di famiglia. Secondo la ricerca condotta da Cecilia Tomassini e Daniele Vignoli, “è giunto il momento di pensare a una nuova organizzazione della società, basata su un concetto diverso di famiglia“. Nel loro studio, i demografi pongono l’accento sull’importanza di considerare le famiglie al plurale, riconoscendo la molteplicità di forme che possono assumere nella società contemporanea.
I dati dimostrano che le famiglie tradizionali, che includono coppie con figli, rappresentano meno del 33% del totale, superate dalle famiglie monoparentali. È molto interessante notare come i tassi di divorzio tra gli anziani siano in aumento, un segno della crescente instabilità coniugale, che a sua volta promuove la formazione di nuove famiglie e lo sviluppo di relazioni e tipologie familiari sempre più elaborate.
Il rapporto mette in evidenza come, rispetto agli ultimi decenni, il matrimonio non sia più il momento che segna l’inizio della vita sessuale. Piuttosto, stanno aumentando le convivenze, le unioni tra italiani e stranieri, così come quelle tra partner dello stesso sesso.
Le relazioni stabili tra persone che vivono in luoghi diversi, note come LAT (Living Apart Together), stanno diventando sempre più diffuse. Anche la dimensione media del nucleo familiare sta subendo cambiamenti significativi, diminuendo da 2,7 a 2,3 componenti.
Tuttavia, nonostante queste trasformazioni, il numero totale delle famiglie, indipendentemente dalla loro composizione, sta crescendo in modo significativo, raggiungendo quota 25 milioni.
Insomma, oggi non si forma una famiglia perché si deve, ma perché si sceglie. Il termine tradizionale è un’etichetta che ormai non rappresenta più l’unica forma possibile, o quantomeno quella prevalente. Che piaccia o meno, il concetto di nucleo familiare si è evoluto e continua a evolversi costantemente.
Oltre i pregiudizi: le nuove famiglie sfidano le regole della società
Le “nuove famiglie” sfidano i modelli tradizionali e sono sempre più diffuse. Anche l’Associazione Italiana di Psicologia ha preso una posizione chiara e ferma su questo tema, affermando con forza che “ciò che è importante per il benessere dei bambini è la qualità dell’ambiente familiare che i genitori forniscono loro, indipendentemente dal fatto che essi siano conviventi, separati, risposati, single, o dello stesso sesso”.
In particolare, analizzando le famiglie omogenitoriali, emerge un quadro chiaro e convincente su come l’orientamento sessuale dei genitori non influisca affatto sul benessere dei bambini. Semmai, il vero e unico problema risiede nel pregiudizio e nella discriminazione. Nella società benpensante, chi non si omologa al pensiero prevalente, deve fare i conti con l’intolleranza e con l’esclusione sociale.
Eppure, ciò che si considera famiglia nell’immaginario collettivo non è altro che una consuetudine, un modello sociale al quale ci siamo adeguati nel corso degli anni. Non è universale e non è l’unica. Basti pensare che fino a pochi decenni fa, le donne divorziate e i figli unici erano spesso oggetto di maldicenze e pregiudizi, a causa delle aspettative sociali e culturali dell’epoca.
Semplicemente, la famiglia si trasforma di pari passo con l’evolversi della società, adattandosi ai suoi cambiamenti.
Affermare che tutte le forme di famiglia siano sbagliate, tranne quella tradizionale, è un pensiero arcaico e limitante, o quantomeno inverosimile. La bellezza della famiglia non risiede nella sua struttura, ma nel suo cuore. Piuttosto che soffermarci sulla sua tipologia, volgiamo il nostro sguardo verso un concetto più profondo ed essenziale: la funzionalità.
Una famiglia funzionale è un rifugio sicuro, un porto in cui attraccare nei giorni di tempesta, una fonte inesauribile di amore e sostegno. Essa nutre, protegge, incoraggia e guida, permettendo di crescere e fiorire. Che sia composta da genitori sposati con figli, genitori single, coppie dello stesso sesso, nonni che allevano nipoti, non importa. L’importante è che ogni membro si senta amato, valorizzato e supportato. Perché alla fine, ciò che rende una famiglia non è la sua forma, ma la forza del suo legame e la profondità del suo amore.
In fondo, lo sappiamo bene, anche una famiglia composta da padre e madre può essere disfunzionale. Basta guardarsi intorno per accorgersene. E nonostante le apparenze e le polarizzazioni, tutti i nuclei familiari hanno qualcosa che li accomuna. Ogni famiglia ha le sue crepe, i suoi angoli imperfetti. Le famiglie sono difficili. Sono un campo di battaglia, un luogo di conflitti ma anche di riconciliazioni. Sono fatte di lacrime e sorrisi, di delusioni e di orgoglio.
La famiglia è quella che scegliamo di creare con chi decidiamo di amare. Non vogliamo famiglie tradizionali, vogliamo solo famiglie felici.