L’influenza dei social media nei disturbi del comportamento alimentare e dell’immagine corporea

Anoressia, bulimia, binge eating... i disturbi del comportamento alimentare sono un tema complesso. Abbiamo chiesto all'esperta di spiegarci cosa sono, qual è il rapporto tra social media e percezione corporea e quali sono le strategie per far fronte al problema, dilagante soprattutto fra le più giovani.

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Miriam Tagini

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista pubblicista, in passato ha lavorato come web editor, content creator e social media manager. È bilingue e collabora con testate online nazionali e magazine internazionali. Per DiLei scrive di Lifestyle nella sezione GirlZ.

In una società sempre connessa e orientata all’apparenza, i disturbi del comportamento alimentare (DCA) stanno diventando una vera e propria epidemia. Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2021 in Italia erano più di 3 milioni le persone coinvolte in queste patologie, la maggior parte di genere femminile. E secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il 59 per cento dei casi ha un’età compresa tra tredici e venticinque anni, mentre il sei per cento ha meno di dodici anni.

I disturbi alimentari, una complessa serie di condizioni psicologiche e comportamentali che coinvolgono la relazione con il cibo e l’immagine corporea, stanno emergendo come una preoccupazione sempre più diffusa per questa fascia di età. E in questo contesto un fattore che merita particolare attenzione è il ruolo che i social media hanno sulle menti più giovani che navigano tra immagini filtrate, standard di bellezza irrealistici e il costante confronto con gli altri. Lungi da noi condannare in toto i social, da Instagram a TikTok a Snapchat. È però innegabile che questo ambiente virtuale possa alimentare una cultura dell’iper-perfezione, mettendo a dura prova la salute mentale delle ragazze e contribuendo al diffondersi dei disturbi alimentari.

Quello dei disturbi del comportamento alimentare è un tema complesso, che non si limita solo alla sfera fisica, ma influenza profondamente l’equilibrio psicologico e emotivo delle ragazze. Per questo motivo abbiamo deciso di parlarne con la dottoressa Roberta Porta, Psicologa e Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR e parte del comitato scientifico del progetto Peso Positivo; un progetto che nasce su Instagram per parlare dei DCA alla generazione social attraverso un linguaggio il più chiaro ed efficace possibile, con l’obiettivo di sensibilizzare le generazioni più giovani sul tema. 

Con l’aiuto della specialista, esamineremo più approfonditamente il complesso panorama dei DCA tra le giovani ragazze, esplorando come i social media possono avere un impatto negativo sulla loro autostima, percezione del corpo e salute mentale. Proporremo inoltre alcune strategie per cercare di far fronte al disagio.

Disturbi del Comportamento Alimentare: quali sono e in cosa consistono

I tre disturbi alimentari più comuni che colpiscono le giovani ragazze sono l‘Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e il Disturbo da Binge Eating (o disturbo da alimentazione incontrollata).

Ma in cosa consistono di preciso questi disturbi? In poche parole, l’Anoressia Nervosa è caratterizzata da una profonda restrizione dell’apporto calorico, una paura intensa di guadagnare peso e una percezione distorta del proprio corpo, spesso portando a un eccessivo dimagrimento. Differentemente, invece, la Bulimia Nervosa coinvolge episodi ricorrenti di abbuffate seguiti da comportamenti di eliminazione, come il vomito autoindotto o l’uso eccessivo di lassativi. Questo disturbo alimentare può essere caratterizzato da una preoccupazione eccessiva per il peso e l’immagine corporea, spingendo le ragazze a impegnarsi in un ciclo distruttivo di abbuffate e purghe.

Il Disturbo da Binge Eating, noto anche come disturbo da alimentazione incontrollata, si manifesta invece attraverso abbuffate regolari senza il compenso delle purghe. Questo comportamento può portare a un aumento significativo di peso e a sentimenti di colpa e vergogna, contribuendo a una spirale negativa di cattiva alimentazione e insoddisfazione corporea.

Relazione tra corpo e mente

Chi soffre di DCA spesso sperimenta una distorsione della percezione del proprio corpo. Ad esempio, una persona può percepire il proprio corpo come sovrappeso o imperfetto, anche se non lo è oggettivamente.

Il costante giudizio della propria persona porta a sviluppare costanti preoccupazioni e comportamenti finalizzati alla comprensione e/o interpretazione di come appare dall’esterno la propria forma del corpo ed alla rassicurazione che essa sia in linea con i desiderata sociali”, ha spiegato la dottoressa Porta. 

Questa è però una spirale negativa, perché “ciò porta allo sviluppo di circuiti disfunzionali basati sull’aumento dell’insoddisfazione corporea, sull’eccesso di autocritica e la messa in atto di ulteriori comportamenti di controllo del peso, del corpo, della attività fisica e dell’alimentazione”.

Il ruolo dei social

È innegabile che i social media abbiano acquisito un ruolo sempre più significativo nella diffusione e nella gravità dei disturbi del comportamento alimentare.

Queste piattaforme offrono un ambiente in cui le immagini del corpo e gli stili di vita ideali sono spesso distorti, promuovendo standard di bellezza irrealistici e creando una pressione costante per conformarsi a questi ideali.

Ce lo spiega meglio l’esperta: “I pensieri che i ragazzi hanno riguardo al proprio corpo e al proprio peso possono essere indotti e/o alimentati dalla continua esposizione dell’individuo a contenuti con immagini e video di fisici ideali. Spesso i giovani che utilizzano i social vivono il mondo virtuale e i modelli disfunzionali come se fossero reali. La consapevolezza che le foto siano state rimodellate, ritoccate o “filtrate” non viene registrato dalla mente da queste ragazze, e lo spirito critico e la capacità di discernere tra le buone e negative fonti o influencer si riduce. Nascono così in loro false speranze o sensi di colpa per non raggiungere i risultati mostrati in vetrina”.

Ne è un esempio il fatto che durante la pandemia di Covid-19, quando i social erano le nostre uniche porte verso il mondo esterno, si è verificato un aumento del 36% dei sintomi associati a disturbi alimentari e un boom di ricoveri, aumentati del 48%.

“La lunga permanenza a casa, lo stop delle attività sportive o ricreative hanno portato a cercare una possibilità di condivisione e di sperimentazione tra le mura di casa. Per tale motivo le proposte dei social hanno trovato terreno fertile per svilupparsi. Hanno coperto bisogni anti-noia, anti-vuoto e portato l’attenzione a sé”.

Le ricadute di questi cambiamenti hanno avuto un effetto domino sulla salute psicofisica degli individui e nello specifico sulle problematiche alimentari.

Pubblicazione di foto di sè e monitoraggio costante del peso: quale relazione

“Esiste una correlazione tra la pubblicazione di fotografie di sé e il monitoraggio costante del proprio corpo e del peso, soprattutto nei giovani che presentano una tendenza a giudicare negativamente l’immagine del proprio corpo o più in generale, che sperimentano sentimenti di inadeguatezza personale”.

Coloro che pubblicano immagini di sé sui social media tendono a sottoporsi a un’analisi critica della propria immagine corporea, spesso alla ricerca di approvazione o validazione online. Infatti, un terzo degli adolescenti affetti da disturbi alimentari ha riportato di aver visualizzato contenuti inerenti al fitness sui social media, e di aver imparato nuove tecniche per perdere peso o per compensare l’assunzione di cibo.

“È inoltre importante notare che pubblicare immagini di sé per seguire un trend o appartenere ad una community crea nei giovani un senso di appartenenza molto forte. Durante il periodo adolescenziale il senso di appartenenza e di stima è infatti particolarmente forte, e spesso i trend social vengono vissuti come delle linee guida per poter rafforzare la propria autostima e diminuire il timore legato all’accettazione sociale o inadeguatezza personale”.

Tra i trend più diffusi online c’è la “fitspiration”, la tendenza a ispirare le persone a raggiungere obiettivi inerenti alla forma fisica o alla salute, quasi sempre attraverso l’esercizio fisico o una dieta drastica. I tipici contenuti  che vengono condivisi sono immagini e video in cui vengono esibiti corpi molto magri o molto muscolosi, uniti a frasi motivazionali che hanno lo scopo di  ingaggiare i giovani a raggiungere gli obiettivi mostrati.  Per poter aumentare il grado di motivazione e dedizione viene spesso utilizzata la strategia del corpo “prima e dopo” e una comunicazione basata sull’elicitare il senso di colpa.

I consigli dell’esperta per affrontare i disturbi alimentari

Per poter tutelare ed educare i giovani a riconoscere e affrontare le pressioni sociali legate all’aspetto fisico promosso dai social sarebbe necessaria in primis una corretta educazione digitale e un monitoraggio dei profili e dei video che i giovani seguono.

Tuttavia, per affrontare i DCA, è cruciale ri-orientare l’attenzione dei giovani verso una prospettiva più centrata su se stessi.

Secondo la dottoressa Porta, infatti, “il nucleo centrale della tutela è riportare l’attenzione dei giovani alla codifica di bisogni del sé e ai segnali del benessere psicofisico personale. I giovani sviluppano, grazie anche ai social, una quasi attenzione ossessiva al confronto tra di loro dimenticando che la crescita porta con sé unicità, forme e tempi differenti poiché la natura umana è unica e speciale nella sua unicità”.

È fondamentale ricordare che ogni individuo è unico, con esigenze e tempi di crescita diversi. Educare alla bellezza della diversità umana e alla sua unicità può aiutare a mitigare il desiderio ossessivo di conformarsi agli standard irrealistici, aiutare a migliorare il proprio auto giudizio critico e favorire un atteggiamento gentilezza nei propri confronti.    

E sebbene possa sembrare quasi un controsenso, anche i social spesso possono essere una risorsa disponibile per coloro che soffrono di questi disturbi, accogliendo domande di aiuto e creando canali “di salute e benessere”. Instagram, TikTok e gli altri, possono infatti essere utilizzati come piattaforme di supporto e consapevolezza, consentendo a individui affetti da disturbi alimentari di trovare comunità di persone simili e accedere a risorse educative.