Chi è Brielle Asero, 21enne in lacrime per il turno di lavoro di 8 ore: “Non vivo più”

Brielle Asero si sfoga su TikTok per il lavoro troppo faticoso: internet si infiamma

Foto di Paola Landriani

Paola Landriani

Lifestyle Editor

Content e lifestyle editor, copywriter e traduttrice, innamorata delle storie: le legge, le scrive, le cerca. Parla di diversità, inclusione e di ciò che amano le nuove generazioni.

Sta facendo il giro del web il video di Brielle Asero, la giovane ragazza statunitense che ha deciso di sfogarsi su TikTok parlando della sua vita lavorativa che, al momento, sembra non darle la possibilità di vivere la propria vita privata. Il video, diventato subito virale, ha infiammato il web, mostrando pareri discordanti sulla questione.

Brielle Asero in lacrime per il turno da 8 ore: lo sfogo su TikTok

Che piaccia o meno, i tempi sono cambiati. Dopo i due anni in cui il Covid ci ha costretti in casa, molti giovani lavoratori si sono resi conto di quanto sia utile riuscire a prendersi del tempo per se stessi, per i propri hobby e, soprattutto, per la propria sanità mentale. Nasce da qui il dibattito che da ormai molto tempo accende non poche polemiche. Volere un lavoro che permetta di ritagliarsi del tempo libero senza troppo stress è sinonimo di pigrizia o una scelta di vita imprescindibile? È quello che si chiedono in molti guardando il video di Brielle Asero, giovane ragazza statunitense laureata in marketing all’Università della Carolina del Sud che, dopo il suo primo giorno di lavoro, ha pubblicato un video su TikTok in cui, in lacrime, racconta di non riuscire ad accettare di stare tutti i giorni in ufficio in presenza dalle 9 alle 17. Otto ore di lavoro che si aggiungono al viaggio per arrivare in ufficio a Manhattan dal New Jersey.

“Non ho il tempo o le energie per fare niente: per fare esercizi, cucinare. Mi ci vuole un’eternità per arrivare sul luogo di lavoro. Questo vuol dire che quando non sono in viaggio, mi sto preparando per uscire di casa e andare al lavoro e quando ho finito di lavorare mi tocca trascorrere la serata in viaggio per tornare a casa” racconta la ragazza disperata.

Le reazioni al video di Brielle Asero

Come è facile intuire, il video sta letteralmente facendo il giro del mondo accendendo un enorme dibattito che ha portato la 21enne a raggiungere in breve tempo oltre 2 milioni e mezzo di visualizzazioni. Dibattito che sembra dividere a livello generazionale: da una parte, le persone che ridono di lei e che la considerano una vittima della pigrizia, sottolineando che esistono lavori anche molto faticosi in cui le 40 ore settimanali sono un miraggio. Senza contare, poi, che la vita da pendolare esiste da sempre e che, purtroppo, molto spesso è necessaria. Il rovescio della medaglia arriva dalla Gen. Z: molti giovani, infatti, prendono le parti di Brielle: “La settimana lavorativa di 40 ore è più che obsoleta e i tuoi sentimenti sono assolutamente validi.”

Che lo sfogo, forse ingenuo, di Brielle sia condivisibile o meno, sicuramente la sua storia ci mette davanti a un fatto ormai consolidato. Le giovani generazioni, in particolare la Gen. Z, non sono più disposte a sacrificare la propria vita per il lavoro. L’idea di carriera attuale è ben lontana da quella delle generazioni più mature, e sempre più spesso sono alla ricerca di benefit come lo smartworking o la settimana corta che gli permetta di ritagliarsi del tempo per sé evitando il burnout. Dai Lazy girls jobs a al Job hopping, sembra lontana l’idea canonica di lavoro che ci chiude in un ufficio e (forse) ci porta alla pensione.