“Conosci te stesso attraverso la grafia”: intervista a Patrizia Giachin

Così la scrittura diventa un potente strumento per conoscere se stessi e gli altri. A parlarcene è Patrizia Giachin, consulente grafologa

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Ho sempre nutrito una sorta di forma di riverenza nei confronti della scrittura, e non mi riferisco solo alla professione che svolgo, quanto più all’atto di scrivere in sé. Con una penna nera e su un foglio di carta. Perché sì, quando lo faccio, ho sempre come la sensazione che mano, cuore e testa siano perfettamente allineati.

Non ci sono delle fonti scientifiche che possano supportare questa mia credenza, almeno credo, che sì è decisamente romantica e poetica. Tuttavia, credo di non sbagliarmi quando dico che la scrittura, quella spontanea e autentica, in qualche modo ci appartiene nel profondo.

E a confermarmi che le mie impressioni non erano del tutto infondate, ci ha pensato Patrizia Giachin che di professione fa la grafologa dal 2004. È stata proprio lei a dirmi che attraverso la grafia è possibile imparare a conoscere se stessi e anche gli altri.

Cos’è la grafologia: intervista a Patrizia Giachin

Sappiamo cos’è la grafia, tutti ne possediamo una, unica e personale. Quello che però non sappiamo è che c’è una disciplina in grado di dedurre ed estrapolare caratteristiche psicologiche e attitudinali proprio attraverso l’analisi della scrittura. Si tratta della grafologia.

E per una come me, che ha sempre visto le emozioni nella scrittura, prima ancora delle parole, questa notizia non poteva restare indifferente. Per entrare in questo mondo, conoscerlo e toccarlo con mano da vicino, avevo bisogno di una guida. E Patrizia lo è diventata.

Prima di parlarvi di grafologia, lasciate che vi presenti Patrizia Giachin, la protagonista di questa intervista. Esperta di grafologia giudiziaria e criminalista, è specializzata in grafologia pedagogica, orientamento scolastico e professionale. La descrizione delle sue specializzazioni, già da sola, fa intuire tutte le declinazioni che questa disciplina può avere, e i numerosi e diversi utilizzi che si possono applicare alla quotidianità.

Quello che più mi incuriosiva, ovviamente, è come l’analisi della grafia può aiutarci a conoscerci, e magari intraprendere un percorso di crescita personale.

“Grazie ad un’analisi grafologica è possibile fornire una mappa personalizzata della persona che in questo modo può diventare consapevole dei propri talenti, delle proprie attitudini e, a tutti gli effetti, della propria personalità. La grafia è un aspetto estremamente personale di ognuno di noi. Forse il più intimo”

Quello che ho scoperto, parlando con Patrizia, e che tutti abbiamo una grafia individuale e indistinguibile che parla di noi, che parla per noi. Che scandaglia il nostro universo interiore e lo fa emergere, senza bugie o fraintendimenti. E no, se ve lo state chiedendo, attraverso la grafia non si può mentire.

Conoscere se stessi attraverso la grafia

È possibile, dunque, conoscere noi stessi attraverso la grafia. È possibile anche farlo con gli altri, non a caso la grafologia si applica a tantissimi ambiti, come quello forense e quello lavorativo. Ma come funziona, esattamente, un’analisi grafologica? Lo abbiamo chiesto direttamente a Patrizia.

«Diciamo che possiamo paragonare la scrittura a un elettroencefalogramma, dove la mano è lo strumento che registra le onde cerebrali. Tutto ciò che emerge, quindi, è ciò che ci appartiene. Sono le nostre forze interiori, le nostre attitudini e i talenti. Con l’analisi della grafia non possiamo nascondere niente, neanche le paure. Al contrario, però, emergono tratti di noi che non sappiamo neanche di avere e che a volte non riconosciamo».

Io non posso che confermarlo. Patrizia ha analizzato anche la mia di grafia, e se è vero che in alcune cose mi sono riconosciuta tantissimo, è anche vero che altri tratti della personalità che sono emersi, appartengono più a quella che vorrei fosse la versione migliore di me. «È normale” – mi ha spiegato Patrizia che, dopo l’analisi, mi ha presentato un profilo psico attitudinale da “perfezionista” – Perché ambendo alla perfezione alzi sempre l’asticella, e non ti senti mai soddisfatta del punto in cui ti trovi, o in quello in cui arrivi».

E una volta che attraverso l’analisi della grafia, cosa si può fare?
Attraverso l’analisi della grafia sai chi sei. Conosci le tue doti innate e i tuoi talenti, ma anche i punti deboli sui quali puoi lavorare. Questa conoscenza permette a te, e a chiunque si sia sottoposto a questa analisi, di scegliere il percorso professionale che meglio si addice al proprio temperamento, ma anche a capire quali talenti coltivare. Aiuta anche nelle relazioni, nella scelta del partner e delle sue caratteristiche. E poi ci consente di migliorare le nostre performance anche sul lavoro.

A proposito di lavoro, come si inserisce la grafologia nell’ambito professionale?
L’analisi grafologica è uno strumento davvero molto importante per la valutazione dei candidati durante il processo della selezione del personale. Le aziende, con le quali collaboro, possono valutare realmente le persone, al di là di quello che è scritto sul curriculum, per valutare alcune caratteristiche come l’affidabilità, l’onestà, l’etica lavorativa. Ma anche il tipo di intelligenza creativa. Questo strumento è molto utile anche per conoscere il vero potenziale dei professionisti, per appianare eventuali conflitti tra colleghi e per creare dei team di lavoro performanti.

E nell’ambito personale, invece?
Oltre a essere d’aiuto per conoscere se stessi, e quindi per intraprendere un percorso formativo o personale, la grafologia si inserisce anche nell’ambito pedagogico. L’analisi della grafia può coinvolgere bambini e adolescenti, può aiutare a scoprire il loro orientamento scolastico, ma permette anche di fare emergere degli aspetti caratteriali che possono poi essere modificati data la giovane età. Si tratta di uno strumento molto utile anche per i casi di DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento), che permette agli individui coinvolti di esprimersi, e agli altri di conoscere i talenti e le attitudini che spesso da sole non riescono a emergere.

C’è un’età specifica in cui è consigliato sottoporsi a un’analisi della grafia?
In realtà no, perché tutto è grafia, anche lo scarabocchio di un bambino. È un mezzo di espressione che inizia con il disegno e che poi passa per la scrittura. Ovviamente, nel caso di bambini e ragazzi, il profilo che emerge dopo l’analisi non è ancora completo, ma è in evoluzione. È solo quando diventiamo grandi, e ci distacchiamo dall’apprendimento scolastico primario, che iniziamo a personalizzare la nostra scrittura. Ed è allora che possiamo ricavare un profilo psicoattitudinale completo.

Come funziona un’analisi grafologica? E come si svolge?
Per avere un quadro completo del profilo da analizzare, ci basiamo su cento segni grafologici, che però sono da considerarsi sempre in funzione dell’intera scrittura. Ogni segno ha un significato, alcuni possono essere indifferenti, ma anche quelli sono in grado di dare delle sfumature a un determinato comportamento. Finita l’analisi, quei segni vengono combinati per tracciare il profilo psico attitudinale di una persona. Per svolgere l’analisi, i grafologi hanno bisogno di un testo, meglio ancora se scritto in una posizione comoda. È opportuno anche indicare sesso ed età, perché queste sono le uniche due caratteristiche che non possono essere distinte attraverso la scrittura. Abbiamo tutti una componente maschile e femminile che può emergere in maniera più evidente, rispetto all’altra, quando scriviamo. Per questo è necessario fornire questi dati prima dell’analisi.

Si può mentire attraverso la scrittura?
Assolutamente no. Ognuno di noi ha dei segni personali che sono unici, si chiamano elementi coattivi e possono essere paragonati a un’impronta digitale. Se la scrittura non è spontanea, questo emerge. Se non dalle prime righe, da quelle successive. Nel caso delle imitazioni, per esempio, una persona riesce a replicare solo 15 o 20 segni grafologici su 100. Possiamo sapere anche se la scrittura è stata forzata, perché in quel caso dall’analisi emergono due forze, la personalità grafica, e quella che si nasconde dietro di essa.

Patrizia, hai messo la sua professione a disposizione degli altri con “Tratti di te”, combinando così l’analisi grafologica con la crescita personale. Ci parli di questo progetto?
Ho sempre saputo che la grafologia è uno strumento molto potente. E durante il lockdown ho scelto di metterlo a disposizione di tutti. È stato proprio in questo periodo che è emersa in tutti la voglia di esplorarsi e di indagarsi come non era successo mai, probabilmente perché ci siamo ritrovati a dover convivere con noi stessi in maniera forzata. Così ho creato Tratti di Te, una piattaforma online che permette di prenotare una consulenza grafologica che restituisce un profilo psicoattitudinale completo. Una volta in possesso di questo, le persone possono intraprendere un percorso di crescita personale, di miglioramento o di scoperta. Possono approcciare a nuove passioni, scoprire altri interessi, diventare più performanti a lavoro oppure orientarsi verso professioni e ruoli che prima non avevano mai preso in considerazione. Insomma, imparano a conoscersi per quello che sono realmente, indipendentemente dai condizionamenti sociali, dalle aspettative degli altri o dalle esperienze.