Valentina Vanzini, romana classe 1987, editor appassionata di scrittura e lettura. A inizio luglio ha pubblicato il suo secondo romanzo, il primo edito da Newton Company: Mia suocera è un mostro. Divertente, ironico, appassionante: inevitabile lasciarsi conquistare fin dalle prime pagine dalla storia di Lexie, di Mr Perfect, il principe azzurro tanto atteso, e dalla di lui mamma, suocera temuta e, si scoprirà man mano, a ragion molto veduta. Ma spesso le cose possono andare diversamente dalla trama che ognuna di noi aveva immaginato. E non è detto che ciò non avvenga in meglio. La sottoscritta ha fatto le due di notte per finire il libro, e scoprire se questa suocera fosse poi così mostruosa…
Perché un libro sulla suocera: esperienza (negativa) personale?
Era un tema che mi stuzzicava. Anni fa ha conosciuto mia suocera proprio in Sicilia, durante una vacanza e, come è accaduto a tutte, ho provato quel mix di emozioni che vanno dall’ansia al terrore. E se fosse stata un mostro? Alla fine è andato tutto bene, ma Lexie, la protagonista del mio romanzo, non ha avuto la stessa fortuna.
Hai scelto la Sicilia come ambientazione: la ami o la vedi come una regione ancora retrograda sotto certi aspetti e quindi perfetta per la tua storia?
Ho scelto la Sicilia perché è un posto che amo. Marzamemi e Pachino sono i miei luoghi del cuore e volevo farli scoprire anche ai miei lettori. Un mare splendido, tradizioni, storia e soprattutto cibo delizioso: lì ci sono tutti gli ingredienti per essere felici.
Come è nata la storia di Lexie e Mr Perfect: piano piano o avevi tutto in mente da subito?
La trama grandi linee è nata immediatamente. Avevo già in mente Lexie, la suocera e Mr Perfect. Gli altri personaggi e i risvolti del racconto sono venuti fuori durante la stesura.
Quanto ci hai messo a scrivere il libro?
Più o meno un anno, poi ci ho lavorato con il gruppo della Newton Compton. Con la mia fantastica editor e con altri professionisti che mi hanno aiutato a tirare fuori il meglio dalla storia.
Le difficoltà più grandi?
Non ho incontrato particolari difficoltà. Forse il personaggio più difficile da delineare è stato proprio quello della suocera: doveva essere subdola e mettere i bastoni fra le ruote a Lexie, ma non in modo palese, almeno non subito.
Come hai fatto ad arrivare ad una grande casa editrice, raccontaci la tua esperienza (Per tutte le scrittrici in erba che sognano di vedersi pubblicare qualcosa, un giorno)
Avevo deciso di pubblicare Mia suocera è un mostro in self e da subito il titolo e la trama avevano attirato molta attenzione su Instagram e Facebook fra le appassionate di libri. Poi è arrivata la chiamata di Newton Compton e io sono stata felicissima di collaborare con loro.
Scrivere romanzi è stato il tuo sogno da sempre o una passione maturata col tempo?
Ho sempre amato scrivere, soprattutto per me stessa. La scrittura è stata una compagna fedele per tantissimi anni e mi ha aiutato a superare delusioni, ansie e problemi. L’ho fatto prima di tutto per me, poi sono arrivati i romanzi pubblicati in self e con le case editrici.
Hai degli scrittori di riferimento?
Il mio scrittore preferito in assoluto è Wilbur Smith che leggo da quando ero adolescente. I suoi romanzi ti tengono incollati alle pagine. Adoro anche Sophie Kinsella, che sa costruire personaggi femminili meravigliosi, e Diana Gabaldon.
Il migliore complimento ricevuto fino ad ora sul libro?
Molte lettrici mi hanno scritto su Instagram raccontandomi le loro storie. Per ognuna la lettura è stata un modo per sfuggire alla realtà o esorcizzare delle paure. Strappare un sorriso, emozionare e cancellare (anche se solo per poco) i problemi altrui: questo è il miglior complimento.
Hai poco più di 30 anni: che consigli ti sentiresti di dare ad una ragazza che sogna di diventare scrittrice ma che ha paura di non farcela?
Di continuare a scrivere e di leggere, tantissimo, senza fossilizzarsi solo su alcuni autori, ma sperimentando. Sono sempre stata convinta che per realizzare i propri sogni sia necessario crederci e non arrendersi mai. Cinque/sei anni fa, quando stavo attraversando un periodo no nella scrittura, avevo adocchiato al supermercato una bottiglia di vino piuttosto costosa, ma che volevo assaggiare da tempo. L’ho acquistata e l’ho messa via, ripromettendomi che l’avrei stappata il giorno in cui il mio romanzo sarebbe stato pubblicato dalla Newton Compton. Da quel momento mi sono rimessa a lavorare d’impegno e i risultati sono arrivati. Questo per dire che bisogna afferrare i sogni e stringerli forte, senza mai mollare la presa.
Cosa bolle in pentola, un libro sulle cognate malefiche?
Ahaha, non sarebbe una cattiva idea! Sto lavorando a qualcosa di nuovo e mi sto divertendo parecchio, ma per scaramanzia non dico nulla. Vedremo…