Bambina lasciata da sola al freddo, la scuola (per lei) rimane chiusa

Casette d'Ete (Fermo), aiutiamo la piccola costretta a rimanere fuori dai cancelli tutte le mattine alle 7.40, quando la mamma l’accompagna poi va al lavoro

Foto di Irene Vella

Irene Vella

Giornalista televisiva

Scrive da sempre, raccogli emozioni e le trasforma in storie. Ha collaborato con ogni tipo di giornale. Ha fatto l'inviata per tutte le reti nazionali. È la giornalista che sussurra alle pasticcerie e alla primavera.

Quando ieri ho letto la notizia, stentavo a crederci, allora ho fatto una ricerca, trovando l’articolo originale pubblicato dal Resto del Carlino, non perché mettessi in dubbio le parole dei colleghi, ma perché davvero mi sembrava impossibile che una situazione del genere potesse verificarsi nel febbraio del 2021.

Ci troviamo a Fermo, in particolare modo a Casette d’Ete, dove ogni mattina dall’inizio di quest’anno scolastico una bambina delle elementari, viene lasciata alle 7:40 da sola al freddo, e anche sotto la pioggia, in attesa che il cancello apra, circa quindici minuti dopo. Tutto questo accade perché il papà è disabile e non può accompagnare la piccola, mentre la mamma dovendo rispettare gli orari per non perdere il lavoro, unica entrata economica della famiglia, si trova costretta a lasciarla lì davanti, con un cuore piccolissimo, nell’ingresso posteriore dove entrano le classi quarte e quinte, mentre gli alunni della prima fino alla terza elementare che, in base agli accessi contingentati, entrano dalla parte principale, trovano il cancello aperto e perciò possono almeno sostare nell’androne. La mamma della piccola si è rivolta prima alla scuola, poi al sindaco e ai servizi sociali, ma per ora la questione rimane irrisolta. In tutta questa situazione solo una maestra del plesso si è presa a cuore la situazione di questa bambina, ed è grazie a lei che la notizia è uscita. Queste le sue parole: “La mamma mi ha esposto il problema a ottobre e lo abbiamo fatto presente alla responsabile del plesso, chiedendo se si potesse mettere una tettoia o, in via eccezionale, far aspettare la bambina all’ingresso principale ma i tentativi sono andati a vuoto”.

Dal canto suo la donna in evidente stato di difficoltà si è rivolta più volte alla scuola, ma le richieste non sono state mai prese in considerazione, o anche se arrivate al destinatario, le risposte arrivate al mittente, sono state “Queste sono le regole e vanno rispettate” oppure “Potrebbe pagare una baby-sitter“, che si commentano da sole. Adesso analizziamo insieme la situazione perché io davvero sono senza parole, stiamo parlando di una bambina di nove anni che viene lasciata al freddo da sola davanti ad un portone di una scuola (che è già aperta) per quindici minuti perché nessuno all’interno si vuole prendere la responsabilità di farla entrare da un altro ingresso? Cara dirigente scolastica lei mi sta davvero dicendo che non riesce a trovare una soluzione, per evitare il disagio e il danno psicologico, nei confronti di una bambina che si ricorderà di questi mesi, al freddo e al gelo, mentre i suoi compagni stavano all’interno delle auto con il loro genitori, mentre lei stava da sola davanti ad un cancello chiuso? Davvero vogliamo crescere una bambina togliendole già il sogno “che siamo tutti uguali sulla faccia della terra“? Davvero vogliamo già metterla di fronte alla triste realtà che i soldi non siano tutto nella vita, ma che di sicuro aiutino a stare al caldo la mattina alle 7:40?

E se nell’arco di quel tempo arrivasse un malintenzionato e riuscisse a portare via la bambina, o a farle del male? Di chi sarebbe la responsabilità? Chi a quel punto punto potrebbe davvero mettersi una mano sulla coscienza e dire di aver fatto tutto il possibile perché ciò non accadesse? E poi veniamo al punto che forse fa più male di tutti, stiamo parlando di una famiglia con un padre disabile e una madre costretta a lasciare la figlia da sola davanti alla scuola per non rischiare di perdere il lavoro, ma dove sono gli altri genitori? Possibile che non ci sia una rete di mamme o di papà che possano aiutare questa bambina, anche solo tenendola in macchina? Possibile che le famose chat di classe di whatsapp che non servono (quasi) mai a niente, in questo caso non possano essere d’aiuto? Possibile che non ci sia un’associazione, un volontario, qualcuno che possa prendersene carico?

Io mi ricordo che nella scuola elementare di mio figlio accadde una situazione simile ad un compagno, rimasto orfano di padre, la madre la mattina entrava in fabbrica quasi un’ora prima dell’orario di ingresso, riuscimmo tramite una volontaria del gruppo parrocchiale, a sistemarlo per l’intero anno scolastico, sia per accompagnarlo, che per andare a riprenderlo. In questa situazione anche il silenzio dei genitori fa davvero male, ma quale madre e padre guarda una bambina, coetanea e magari compagna del proprio figlio, al freddo o sotto l’acqua, davanti ad un cancello chiuso e la lascia lì? Giorno dopo giorno? Mese dopo mese? Facendo finta di nulla, chiudendo gli occhi di fronte alla realtà? Questa settimana le temperature scenderanno a -6, caro sindaco di Fermo e cara dirigente e se fosse vostra figlia?

No, non sarà una pandemia a ucciderci, ma sarà la mancanza di umanità a seppellirci. Tutti.