Se tu mi dimentichi, la meravigliosa poesia di Pablo Neruda

Le poesie di Pablo Neruda sono ricche di sentimenti e descrivono in modo profondo l’amore come in Se tu mi dimentichi, scritta per la terza moglie Matilde Urrutia

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

L’amore è un sentimento profondo, totalizzante e irrazionale che non ha regole o – meglio – che segue le sue regole spesso difficili da comprendere. Non è raro che due persone si incontrino per la prima volta e che, con un semplice sguardo, comprendano nel loro profondo di essere anime destinate a vivere per sempre insieme. Che sia per una questione di semplice chimica o di destino, si è certi che la persona che si ha davanti sia quella che ci accompagnerà per sempre nella nostra vita.

Deve aver pensato questo Pablo Neruda quando, per la prima volta, ha incrociato lo sguardo di Matilde Urrutia. Un amore sbocciato all’improvviso, ma che ha saputo aspettare, crescere e piano piano si è rafforzato, diventando qualcosa di profondo come testimoniano molti dei versi di Neruda, tra questi la poesia Se tu mi dimentichi, una delle più belle e sincere realizzate dal premio Nobel per la letteratura.

Un amore nato in maniera improvvisa, ma che è stato vissuto veramente solo anni dopo e che ha accompagnato il poeta sino alla fine dei suoi giorni. Potente, unico, a cui ha dedicato alcuni dei versi più belli della sua vasta composizione poetica.

Il primo incontro con Matilde

Pablo Neruda ha 42 anni quando incontra per la prima volta Matilde Urrutria, più giovane di lui di 8 anni, nel parco forestale di Santiago del Cile. È il 1946, Pablo in quel periodo è sposato con la sua seconda moglie. Si tratta di Delia del Carril, una pittrice argentina di vent’anni più grande di lui, con la quale si è legato dopo la fine del suo amore per la prima moglie, Maryka Antonieta Hagenaar Vogelzang.

Matilde è una donna emancipata, è una cantante lirica, ma soprattutto è uno spirito indipendente. Dopo i primi sguardi, che hanno gettato il seme per un amore duraturo, però i due non si sono più visti per tre anni. Fino al 1949.

Il destino, infatti, aveva in serbo per loro un altro momento, un altro inizio, un altro incontro che avrebbe dato il via ad anni insieme, anni che sarebbero stati dedicati a vivere quel sentimento così profondo e totale.

L’amore tra Pablo e Matilde

Quel primo incontro, a quanto pare, è avvenuto per merito di un amico, che li ha fatti conoscere. Poi, però, la vita li ha allontanati.

Ed è qui che, forse, è entrato in gioco un’altra volta il destino, ammantando di romanticismo il loro successivo incontro. Perché un po’ per caso o un po’ per lo zampino del fato, Pablo e Matilde si ritrovano a Città del Messico, dove Neruda sconta il suo esilio perché è un militante del Partito Comunista del Cile.

Sembra che Pablo Neruda stesse male in quei giorni e che, per questa ragione, non sia riuscito a riconoscere subito quella donna che si stava prendendo cura di lui con affetto e attenzione. Da quel momento, però, l’amore – che era sbocciato nel parco forestale di Santiago, rimanendo poi sopito per diverso tempo – emerge con tutta la sua forza dirompente, e i due diventano inseparabili e lo saranno fino alla morte del poeta avvenuta nel 1973.

Lui le aveva affibbiato alcuni nomignoli come Medusa e Rosario, le loro lettere erano piene d’amore, un sentimento forte e potente che il poeta ha saputo tradurre in alcuni dei versi più memorabili, romantici e potenti della storia della letteratura.

Si sono sposati nel 1966 (Matilda è stata la terza moglie del poeta) e sono rimasti insieme fino alla fine, fino alla morte di lui sopraggiunta nel 1973. Matilde ha curato la pubblicazione del libro di Pablo, Confesso di aver vissuto, uscito dopo il suo decesso. Lei stessa ne ha scritto, poi, uno dal titolo italiano La mia vita con Pablo Neruda. Anche questo postumo.

Durante la loro vita insieme, inizialmente hanno vissuto il loro sentimento in maniera clandestina, incontrandosi in tantissime città e luoghi, tra cui Capri dove avevano soggiornato in una casa. È in quel periodo che Pablo Neruda ha dato vita a Los Versos del Capìtan.

Anni insieme, intensi e scanditi dal loro amore che li ha accompagnati fino alla fine. I due sono sepolti insieme a Isla Negra, una località cilena che si trova sul mare e dove riposano nella stessa tomba. Lei è morta nel 1985, 12 anni dopo il poeta.

La profondità dei sentimenti di Neruda nei suoi versi

Attivo nel sociale e in politica, Neruda è ricordato soprattutto per i suoi versi carichi di amore dedicati alle donne della sua vita. Proprio Matilde è stata una delle sue muse, che ha ispirato la sua poetica e la raccolta I versi del Capitano, edita nel 1952, ma soprattutto la poesia Se tu mi dimentichi scritta durante il suo esilio a Capri.

Pubblicati in forma anonima, questi versi sottolineano quanto siano forti i sentimenti provati dal poeta nei confronti della donna e non è un caso che siano stati messi nero su bianco nell’isola campana. Proprio a Capri, infatti, Neruda visse alcuni tra i momenti più intensi della relazione con Matilde Urrutia.

In questa poesia affronta un tema importante, quello della paura di essere lasciato, la consapevolezza che la sua e quella della donna sono due anime predestinate a stare insieme e che il loro amore non si esaurirà mai.

Infatti, Neruda teme di perdere la sua amata, ma nonostante questa paura rispetterebbe anche la scelta di essere lasciato. Tutti questi temi vengono affrontati dal poeta cileno con grande delicatezza e utilizzando le sue inconfondibili metafore che mettono ancora più in evidenza quanto la sua anima bruci d’amore per la donna che gli aveva rubato il cuore anni prima e che lo ha tenuto per sé, poi, per tutto il resto della sua vita. È impossibile non farsi trascinare dagli struggenti versi di Se tu mi dimentichi:

Voglio che sappia una cosa. Tu sai com’è questo: se guardo la luna di cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra, se tocco vicino al fuoco l’impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna, tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste, aromi, luce, metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m’attendono.
Orbene, se a poco a poco cessi di amarmi cesserò d’amarti a poco a poco. Se d’improvviso mi dimentichi, non cercarmi, ché già ti avrò dimenticata.
Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e ti decidi a lasciarmi alla riva del cuore in cui affondo le radici, pensa che in quel giorno, in quell’ora, leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.
Ma se ogni giorno, ogni ora senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile. Se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi, ahi, amor mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete, in me nulla si spegne‚ si oblia, il mio amore si nutre del tuo amore, amata, e finché tu vivrai starà tra le tue braccia senza uscir dalle mie.