Ruby Nell Bridges: la bambina che cambiò la storia

Ruby Nell Bridges è stata la prima bambina di colore a frequentare una scuola per bianchi negli Stati Uniti

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Redazione

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Il primo giorno di scuola per ogni bambino è un momento importante carico di aspettative, gioie, trepidazione e, seppur in piccola parte, anche di un po’ di timore. Se la notte prima degli esami è indimenticabile, come l’ha sapientemente descritta Venditti nella sua celebre canzone, quella che precede la prima volta tra i banchi non è da meno.

Sensazioni e aspettative che hanno provato tutti i bambini, quelli di ieri e quelli di oggi. Che ho provato anche Ruby Nell Bridges. Quello che rende unica questa piccola e coraggiosa bambina di soli sei anni è stato quello di aver vissuto nell’America degli anni ’60 ed essere di colore. Il suo coraggio e quello della sua famiglia le hanno permesso di cambiare la storia e di diventare un punto di riferimento in grado di scuotere le coscienze di alcuni dei suoi concittadini.

Ruby e l’ispirazione della madre

Il destino di Ruby era scritto fin dalla nascita, la piccola è venuta alla luce nel settembre del 1954, lo stesso anno in cui la Corte suprema ha bandito la fine delle scuole pubbliche segregate per neri e bianchi a livello statale, ma che in realtà è stata applicata in tutto lo Stato definitivamente solo nel 1964 con la Civil Rights Act che ha annullato, di fatto, tutte le leggi statali e locali che imponevano la segregazione razziale.

Trascorsi i primi anni a Tylertown, nel Mississippi, la famiglia ha deciso di trasferirsi a New Orleans, nello stato della Louisiana. Nonostante la comunità di colore fosse ben nutrita nella città, e convivesse insieme a quella bianca, la famiglia Bridges ha fatto fatica a integrarsi. Tuttavia i tentativi di migliorare i rapporti tra bianchi e neri non mancavano, iniziando proprio dalla scuola. L’Associazione nazionale per il progresso delle persone di colore, per esempio, si adoperava per l’integrazione scolastica tra le due comunità.

Proprio questo impegno aveva attirato l’attenzione di Lucille, la madre di Ruby, che come tutte le mamme sognava un futuro migliore per la figlia. Sapeva che assicurandole un’istruzione le avrebbe permesso di andare lontano, e magari diventare proprio un esempio per gli altri bambini di colore.

Nonostante le incertezze iniziali del padre Abon, la madre riuscì a convincerlo e nel 1960 Ruby, insieme ad altri 5 bambini, è stata tra i primi alunni a superare il test che le ha consentito di iscriversi alle due scuole de-segregate della città: la William Frantz Elementary Schools e la McDonogh 19. Mentre i suoi compagni Leona Tate, Tessie Prevost e Gaile Etienne sono andati alla McDonogh 19, Ruby ha dovuto affrontare la William Frantz Elementary Schools totalmente da sola.

Un primo giorno di scuola difficile

Con indosso il vestito migliore e la sua cartella, Ruby è stata accompagnata a scuola da Lucille: a scortarla, però non c’era solo lei, ma anche quattro agenti della U.S. Marshall inviati dal Presidente degli Stati Uniti. Ruby, arrivata davanti all’edificio, non ha trovato davanti a sé un gruppo di bambini festanti con cui avrebbe condiviso gli anni più belli della sua vita, ma una folla inferocita e minacciosa pronta a impedire la sua entrata nella scuola per difendere un diritto inconcepibile e che non aveva nessun modo di esistere.

La bambina è entrata nella scuola con una sicurezza invidiabile dettata dall’innocenza della sua età, priva di quei pregiudizi che spesso caratterizzano gli adulti. La piccola, infatti pensava che quella folla fosse riunita per il Merdì Gras e non per impedirle di usufruire del diritto imprescindibile all’istruzione.

L’accoglienza ostile dell’esterno proseguì anche all’interno. Ruby e la madre passarono quasi l’intera giornata nell’ufficio del preside continuando a subire gli insulti della folla inferocita all’esterno. Finalmente entrata in classe, Ruby, non ebbe la possibilità neanche provare la sensazione di guardare timidamente i suoi compagni di classe e intercettare lo sguardo di quella che sarebbe diventata la sua compagna di banco, perché nell’aula non c’era nessuno: i genitori avevano deciso di portare via i loro figli.

Quell’istruzione “migliore” tanto sperata dalla famiglia Bridges non ci fu: gli insegnati si rifiutarono di farle lezione. Tutti tranne Barbara Henry, che decise di rimanere al suo posto e di svolgere il suo ruolo.

Un anno pieno di ostilità

I giorni successivi non andarono meglio, la folla non cessava di presidiare l’ingresso dell’edificio. Al contrario una donna continuò a minacciare la piccola di avvelenarla, tanto che Ruby fu costretta a mangiare solo quello che portava da casa per tutto l’anno.

In tanta ostilità, però, c’era qualcuno che faceva la differenza. Se il primo giorno era stata la maestra Barbara, nei giorni successivi la figlia del reverendo Lloyd Anderson Foreman e la piccola Yolanda Gabrielle decisero di frequentare le lezioni, infrangendo il muro di ostilità e minacce. Ruby continuò a fare lezione da sola in una classe isolata, lontana dai compagni che poco alla volta tornarono a frequentare la scuola. E, grazie alle insistenze dell’insegnante Barbara Henry, le tre amichette furono autorizzate a giocare insieme a ricreazione.

Le ripercussioni sulla famiglia

Un gesto così semplice e un diritto acquisito per molti bambini, come quello di andare a scuola ebbe ripercussioni sull’intera famiglia. Ai nonni furono tolti i terreni su cui lavoravano come mezzadri, il padre perse il lavoro e il supermercato non voleva vendere i prodotti alla madre. Sebbene New Orleans fosse una città conservatrice, c’erano persone che agivano fuori dal coro e la famiglia ottenne il supporto sia della comunità nera che di quella bianca.

Il padre trovò un nuovo lavoro, la piccola Ruby continuò a studiare perché c’era sempre qualcuno che la proteggeva durante il tragitto verso la scuola. Con grande tenacia Ruby è riuscita a finire gli studi diplomandosi al liceo e diventando un’attivista per promuovere l’integrazione tra la comunità nera e quella bianca.

Quel primo giorno di scuola di Ruby è passato alla storia e ha permesso a tanti bambini di colore di vivere la loro prima volta tra i banchi in maniera equa e libera.