Lise Meitner, la scienziata dimenticata che inventò la bomba atomica

Definita da Einstein la "Marie Curie tedesca", fu la donna scienziata che per prima studiò la fissione nucleare, ma non le venne mai riconosciuto il Premio Nobel perché donna ed ebrea

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Francesca Pasini

Web Content Writer

Laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vive tra l'Italia e la Spagna. Ama tutte quelle storie di personaggi e leggende, di luoghi e viaggi unici, di cultura e lifestyle, che trasforma in parole per lavoro e per passione.

Uniche, caparbie, intelligenti e coraggiose. Sono le donne che hanno scritto e cambiato il corso della storia grazie al loro intuito, alle invenzioni e al coraggio di affermarsi. Hanno segnato primati, scoperte e vittorie importantissime, ma in molti casi, purtroppo, non hanno avuto il giusto riconoscimento, restando all’ombra di altri nomi maschili che invece sono diventati celebri.

Entriamo nel mondo della scienza e qui, tra le donne talentuose che hanno contribuito alla ricerca, troviamo colei che ha fatto una scoperta incredibile, stabilendo un punto di svolta per la storia. Parliamo di Lise Meitner, una scienziata coraggiosa e determinata, vissuta in un’epoca ostica per donne ed ebrei, con divieti e impossibilità di lavorare all’interno di una comunità scientifica dominata dagli uomini e dai pregiudizi.

Albert Einstein l’ha definita la “Marie Curie tedesca” per le strepitose scoperte scientifiche sulla radioattività e sulla fisica nucleare, ma non le è mai stata riconosciuta la giusta importanza. Lise Meitner, però, non è stata soltanto questo. La sua umanità e i valori basati sulla pace e sulla conoscenza sono l’eredità che ci ha lasciato come un prezioso seme da piantare e far germogliare nelle coscienze delle generazioni a venire.

La vita di Lise Meitner: la strada verso la fisica nucleare

Nasce a Vienna nel 1878 da una numerosa famiglia ebrea appartenente alla borghesia. Alla fine del XIX secolo le donne non potevano proseguire gli studi oltre le scuole medie e così Lise si deve fermare a 14 anni, almeno “ufficialmente”. Infatti, con la sua voglia di apprendere, incentivata anche dal padre avvocato che sprona tutti i suoi figli ad acculturarsi, la giovane prepara gli studi superiori da autodidatta. Si diploma nel 1901, all’età di 22 anni, presso l’Akademisches Gymnasium di Vienna.

Ha le idee chiare, Lise, e vuole iscriversi nello stesso anno alla facoltà di Fisica dell’università di Vienna. Solo quattro donne, all’epoca, vengono accettate in questi studi: tra loro c’è Lise. Conclude brillantemente gli studi universitari, occupandosi dei problemi legati alla radioattività, e nel 1906 diviene la prima donna a conseguire il dottorato in fisica all’Università di Vienna.

Dopo gli studi, Lise sogna di entrare nel prestigioso Istituto del radio di Parigi, nel quale lavora anche Marie Curie, ma non riesce ad entrarvi. Nonostante la delusione, la giovane promessa della fisica non si arrende, come farà sempre e per tutto il resto della sua vita, e riesce a inserirsi nell’Istituto di fisica teorica di Vienna.

Continua così le sue ricerche sulla radioattività per poi trasferirsi a Berlino, nel 1907, per proseguirne gli studi seguendo le lezioni di Max Planck. Qui conosce il chimico e fisico Otto Hahn con il quale inizia a collaborare, instaurando un rapporto lavorativo che durerà da quel momento e per ben 30 anni.

I primi successi nonostante le difficoltà

La vita di Lise non è facile e deve fronteggiare quotidianamente le discriminazioni che gravano sulle donne scienziate in quel periodo storico. In Prussia, infatti, le donne non sono ammesse alle università e per questo Meitner si deve recare a lavoro di nascosto, senza nemmeno essere pagata, entrando dalla porta di servizio del laboratorio, situato nelle cantine dell’istituto di chimica di Berlino. Prosegue così ancora per un anno fino a quando, finalmente, nel 1909 viene cancellato questo divieto e viene permesso alle donne di iscriversi all’università.

Prosegue la sua carriera, insieme a Hahn, facendosi conoscere pian piano e affermandosi in questa disciplina scientifica che tanto la appassiona. Entra in contatto anche con Albert Einstein e Marie Curie e dal 1912 al 1915 diventa assistente non ufficiale di Max Planck. Per almeno 6 anni Meitner lavora gratuitamente, senza uno stipendio (è suo padre che può permettersi di aiutarla economicamente). Riesce poi nel 1913 a diventare membro scientifico retribuito del Kaiser-Wilhelm-Institut für Chemie ottenendo finalmente uno stipendio.

Arriva la Prima Guerra Mondiale e Lise viene mandata al fronte come infermiera di radiologia per l’esercito austriaco. Deve mettere in pausa le sue ricerche, che però riprende al suo rientro, nel 1917, realizzando una prima importante scoperta: si tratta del protoattinio.

L’anno successivo ottiene una sezione di fisica nucleare apposita in cui poter fare ricerca e con uno stipendio adeguato. Nel 1922, poi, inizia a insegnare questa disciplina, arrivando ad ottenere nel 1926 la cattedra di fisica nucleare sperimentale all’università di Berlino.

La strada sembra farsi meno ripida per Lise e con maggiori soddisfazioni, ma ben presto tutto cambierà con l’introduzione delle leggi razziali e con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

La Guerra, la scoperta più importante e le discriminazioni

Nonostante si sia convertita anni prima al Protestantesimo, le sue origini ebraiche non le permettono più di insegnare, già nel 1933, e addirittura di lavorare alla ricerca dell’istituto di chimica dal 1938. Deve scappare dai nazisti e così attraversa l’Olanda e la Danimarca per trovare rifugio dal pericolo in Svezia. Qui continua le sue ricerche all’Istituto Nobel fino al 1946 e continua a mantenere i contatti, tramite lettere, con Otto Hahn. I due colleghi si confrontano, tra i tanti, anche sullo strano fenomeno che farebbe “scoppiare” i nuclei di uranio. Lise Meitner approfondisce lo studio e nel 1939 pubblica l’articolo scientifico “Disintegration of Uranium by Neutrons: a New Type of Nuclear Reaction“: ha posto così le basi teoriche della fissione nucleare per la prima volta nella storia. 

La sua scoperta ha una valenza enorme e iniziano ad arrivare numerose richieste dagli Stati Uniti per incaricarla nella ricerca della costruzione della bomba atomica. Ma Lise non accetta e continua la sua carriera in Svezia. Odia quella guerra, che ha vissuto per ben due volte sulla sua pelle, e non vuole essere ideatrice di uno strumento tanto distruttivo come l’atomica: “Non avrò nulla a che fare con una bomba” è la sua dichiarazione.

Nonostante sia la madre della fissione atomica in collaborazione con Otto Hahn è soltanto quest’ultimo a ricevere, nel 1945 il premio Nobel per la chimica. Per Lise Meitner nessuna menzione o riconoscimento, nemmeno da parte del suo collega durante la premiazione.

Come si dice, oltre al danno arriva pure la beffa per lei. Sì, perché nonostante il suo assoluto impegno pacifista, in USA viene erroneamente definita la “madre della bomba atomica” nel 1946, l’anno successivo al drammatico lancio delle prime bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

La carriera di Lise Meitner prosegue a capo della sezione di fisica nucleare dell’istituto di fisica del politecnico di Stoccolma, insegnando anche in diverse università americane come professoressa ospite.

Il suo impegno nella ricerca e la passione per la fisica non la lasciano mai e fino alla fine della sua vita si impegna per promuovere un uso pacifico della fissione nucleare. Muore il 27 ottobre 1968, all’età di 89 anni e viene sepolta nel cimitero della chiesa di San Giacomo a Bramley, nell’Inghilterra del sud. Sulla sua lapide spicca un epitaffio che descrive in poche parole tutta la sua grandezza della sua personalità: “Lise Meitner, una fisica che non ha mai perso la sua umanità“.