Audrey Hepburn, la donna dietro al mito

Lei, che se la si guardava attentamente non sapeva nascondere quel dolore che aveva vissuto sulla pelle, sempre lei che nonostante tutto continuava a credere nei miracoli.

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 28 Marzo 2022 13:47Aggiornato: 4 Aprile 2024 10:29

Audrey Hepburn l’icona, la leggenda il mito. La star del cinema internazionale nonché una vera e propria trend setter ante litteram in fatto di moda e bellezza. E gli aggettivi, per descrivere una delle donne più straordinarie del mondo intero, non sembrano bastare perché lei, eterna e immortale, era ed è ancora immensa.

La sua eredità oggi ci appartiene. È intrisa nelle straordinarie interpretazioni che hanno reso iconici i cult del cinema internazionale come Vacanze Romane, Colazione da Tiffany e My Fair Lady, nelle sue parole, nei suoi gesti e in quei sorrisi che distribuiva con unica generosità nonostante la vita non le avesse fatto sconti. Lei, che se la si guardava attentamente non sapeva nascondere quel dolore che aveva vissuto sulla pelle, sempre lei che nonostante tutto continuava a credere nei miracoli.

Ecco chi era Audrey Hepburn che ha vissuto la vita come un dono, che è diventata ambasciatrice speciale per l’Unicef, che ha aiutato i bambini in difficoltà. Una donna immensa e straordinaria nascosta dietro a quell’aura luccicante e abbagliante dell’attrice celebre che vinceva gli Oscar, i Golden Globe e i David di Donatello. Che è stata inserita al terzo posto tra le star più grandi della storia del cinema dall’American Film Institute. Che ha avuto la sua stella sulla Hollywood Walk of Fame che non smetterà di brillare mai.

Audrey Hepburn
Fonte: Getty Images
Audrey Hepburn

4 maggio 1929: nasce una stella

È il 4 maggio del 1929 quando, a Bruxelles, nasce Audrey Kathleen Ruston, che aggiungerà il cognome della nonna materna – Hepburn – solo in seguito. Figlia di una famiglia aristocratica olandese deve fare presto i conti con il divorzio dei genitori e l’abbandono del padre, un trauma quello che l’attrice non dimenticherà mai. Trascorrerà il resto della sua vita pensando a suo papà che rincontrerà poi anni dopo prendendosene cura fino alla morte.

Ma non è l’unico dolore che Audrey affronta durante i suoi primi anni di vita. Nel 1939, infatti, vive da vicino gli orrori della guerra e del governo nazista, cambia cognome e si trasferisce in un luogo più sicuro con la famiglia. E nonostante questo, insegue il suo sogno, quello di ballare.

Ad Arnhem, Audrey, studia danza frequentando il Conservatorio dal 1939 al 1945. Non può esibirsi sui grandi e affollati palchi teatrali, ma lo fa comunque in gran segreto per raccogliere fondi a favore dei movimenti che si oppongono al nazismo. I tempi dell’occupazione nazista, però, hanno delle ripercussioni sulla sua anima sensibile e sul suo corpo sempre più esile. La forza d’animo, però, non gli manca: mentre la sua famiglia nasconde nell’abitazione un soldato inglese, lei diventa staffetta dei partigiani olandesi e degli uomini della resistenza senza mai perdere il suo sorriso.

“Adoro le persone che mi fanno ridere. Penso sinceramente che ridere sia la cosa che mi piace di più. È la cura per moltissimi mali.”

Quando i Paesi Bassi vengono liberati, Audrey ha soltanto 16 anni: è questo il momento di riprendere in mano la sua vita. Dopo un soggiorno ad Amsterdam durato tre anni, si trasferisce a Londra dove continua a studiare danza da Marie Rambert. Tuttavia a causa della malnutrizione durante il periodo bellico, le chance di diventare prima ballerina sono poche. È questo che spinge la ragazza a sperimentare nuove forme d’arte che passano soprattutto per la recitazione.

Nel 1948 è la protagonista del documentario educativo Nederlands in zeven lessen e nello stesso anno inizia a calcare i palchi teatrali della città con spettacoli e musical. Arrivano così i primi ruoli minori sul grande schermo e poi quello da protagonista nella pellicola The Secret People nel 1952 dove interpreta proprio una ballerina.

Ma è con Vacanze romane che il suo nome entra di diritto nell’industria cinematografica di Hollywood. Tutto il resto è storia.

“Niente è impossibile. Il mondo stesso dice: Io sono possibile!”

Audrey Hepburn
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Audrey Hepburn durante una missione in Etiopia

Audrey Hepburn, la grande eredità

Premi prestigiosi, riconoscimenti e fama hanno costellato l’intera carriera di Audrey Hepburn. La donna, amata e acclamata dal pubblico e la critica, si è trasformata presto in un’icona di stile e di eleganza senza tempo grazie ai suoi look indimenticabili.

Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili.
Per avere uno sguardo amorevole, cerca il lato buono delle persone.
Per avere un aspetto magro, condividi il tuo cibo con l’affamato.
Per avere capelli bellissimi, lascia che un bimbo li attraversi con le proprie dita una volta al giorno.
Per avere un bel portamento, cammina sapendo di non essere mai sola, perché coloro che ti amano e ti hanno amato, ti accompagnano.
Le persone, ancora più che gli oggetti, hanno bisogno di essere riparate, viziate, risvegliate, volute e salvate: non rinunciate mai a nessuno.
Ricorda, se mai avrai bisogno di una mano, le troverai alla fine di entrambe le tue braccia. Quando diventerai anziana, scoprirai di avere due mani, una per aiutare te stessa, la seconda per aiutare gli altri.
La bellezza di una donna non è nei vestiti che indossa, nel suo viso o nel suo modo di sistemare i capelli. La bellezza di una donna si vede nei suoi occhi, perché quella è la porta aperta sul suo cuore, la fonte del suo amore.
La bellezza di una donna non risiede nel suo trucco, ma la vera bellezza in una donna è riflessa nella propria anima. È la tenerezza che dà l’amore, la passione che essa esprime.
La bellezza di una donna cresce con gli anni.

Aveva scelto di raccontarlo con queste parole, Audrey Hepburn, il suo segreto di bellezza eterno, con un discorso che è rimasto alla storia e che è stato letto anche durante il giorno del suo funerale. Lei che della vera bellezza era diventata un’icona, ma non di quella visibile nel nasino alla francese o in quegli occhi grandi e penetranti, ma di una più profonda, che appartiene all’anima.

Quella bellezza che ha fatto dell’attrice una donna sempre attenta ai bisogni degli altri, che ha scelto di lavorare con associazioni ed enti fino alla fine dei suoi giorni, che ha preso parte ai progetti dell’Unicef e delle Nazioni Unite per aiutare i bambini. Una bellezza quasi perfetta, così come lo poteva sembrare lei. Lei che però perfetta non si era mai sentita.

Tanti i dolori, tante le delusioni. L’abbandono del padre, i traumi della guerra e quel cuore infranto più volte a causa dei fallimenti sentimentali erano tutti lì, dietro le luci della ribalta, conservati in quello sguardo pieno di speranza, in quel “Chi non crede nei miracoli, non è realista”. Perché lei nei miracoli ci aveva sempre creduto.

Ecco chi è stata Audrey Hepburn fino alla fine dei suoi giorni, fino a quando un cancro al colon l’ha strappata via a soli 63 anni: un’attrice grandiosa, un’amante premurosa, una madre amorevole e una donna immensa.

Audrey Hepburn
Fonte: Getty Images
Audrey Hepburn nel film Vacanze Romane