Oltre la storia: chi era davvero Anna Bolena

Forte, caparbia e tenace. Anna Bolena è riuscita a imporsi al suo Re e a una società dominata dagli uomini. Questa è la sua storia

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 16 Febbraio 2021 09:22Aggiornato: 25 Gennaio 2024 14:01

Nell’immaginario comune, Anna Bolena, è ricordata principalmente per due episodi salienti che l’hanno riguardata: il matrimonio con Enrico VIII, di cui è stata seconda moglie, e la tragica morte in quel 19 maggio del 1536.

Per conoscere davvero questa enigmatica figura che a distanza di secoli ancora appassiona storici e curiosi, occorre andare oltre quello che abbiamo letto sui libri di storia. Lei, la prima regina a salire sul patibolo, era una donna completamente diversa dalle altre.

E non solo fisicamente. Basta guardare alcune delle sue fotografie per scorgere un profilo che non appartiene agli standard di quell’epoca: niente capelli biondi che incorniciano gli occhi celesti e gentili, né tantomeno lineamenti da principessa. Anna aveva i capelli lunghi e neri e degli occhi piccoli, scuri e profondi.

Chi era Anna Bolena

Era una donna piena di carisma, ma per molti era semplicemente la manipolatrice, nonché arrampicatrice sociale, che aveva strappato Enrico VIII dal matrimonio con Caterina d’Aragona. Al contempo, però, era anche la fautrice della rivoluzione che aveva contribuito alla costituzione della Chiesa in Inghilterra. E in effetti, rivoluzionaria, lo fu davvero.

Anna Bolena riuscì, in tempi non sospetti, a imporsi in un mondo dominato da soli uomini e forse, anche per questo, fu condannata a morte proprio da suo marito con l’accusa di adulterio, incesto e stregoneria. La storia la conosciamo tutti: Enrico VIII, ormai invaghitosi di Jane Saymour decise di liberarsi di sua moglie mandandola al patibolo. Ma davvero un uomo che aveva decine di amanti, compresa la sorella di Anna, Maria Bolena, aveva bisogno di uccidere sua moglie per vivere la sua relazione extraconiugale?

Probabilmente quello che mosse il Re, ai tempi, fu l’insofferenza nei confronti di quella donna così caparbia e tenace, la stessa che ambiva e pretendeva di partecipare alla vita politica del Paese, di avere una voce in capitolo sulle decisioni politiche. La stessa che non gli diede mai il figlio maschio che lui desiderava.

Una femminista ante litteram

Alcuni storici sostengono oggi che la Regina fu una femminista ante litteram, perché fu una delle prime, se non l’unica, a essere arrivata dove nessuna donna, a quei tempi, aveva mai osato arrivare.

A sostegno di questa tesi c’è anche un fatto curioso. La biblioteca della regina, infatti, comprendeva alcune opere di Christine de Pizan, la prima scrittrice di sesso femminile in Europa nonché pioniera della letteratura femminista. Certo parlare di femminismo può sembrare azzardato, eppure le discussioni sull’uguaglianza di genere circolavano già negli ambienti altolocati della società anche se timidamente, al punto tale che gli storici hanno coniato il termine di femminismo rinascimentale.

Ma la storia di Anna, con quel tragico epilogo e una trama degna di un romanzo appassionante, forte, coinvolgente, è stata a lungo ignorata dalla critica moderna che non ha saputo riconoscere nella sua figura un’icona avanguardistica del femminismo.

Anna Bolena è stata oscurata dalla regalità, dalle dicerie e della condanna a morte, ma è stata una donna libera, capace di vincere le sue personali battaglie.